Dopo oltre dieci anni, ci siamo: The Big Bang Theory sta per finire. La stagione 12, quella in corso in USA dallo scorso 24 settembre, sarà l'ultima per i nerd più popolari della televisione, per una serie partita in sordina, nonostante una firma prestigiosa nel campo come Chuck Lorre, e capace di conquistare gli spettatori di tutto il mondo grazie alla forza del suo eterogeneo gruppo di personaggi. E, inutile ma doveroso dirlo, grazie a Jim Parsons e il suo inimitabile Sheldon Cooper.
E così ci portiamo avanti. Con The Big Bang Theory 12 in uscita su InfinityTV dal 29 gennaio, ragioniamo sul vuoto che i quattro ragazzi e le loro compagne lasceranno nei nostri cuori nerd, dai tic e i tormentoni, alle idiosincrasie e le innumerevoli citazioni pop che condiscono ogni episodio, senza dimenticare quello che è il maggior punto di forza di uno show così radicalmente concentrato sui suoi memorabili personaggi: quella incredibile sensazione di sentirsi a casa. Una casa accogliente, calorosa e vivace, al centro della quale è sempre stato l'iconico salottino in cui riunirsi, con quel divano sul quale anche noi, per dodici stagioni, abbiamo avuto il nostro posto.
L'incorreggibile Sheldon Cooper
Quando The Big Bang Theory è iniziata, Jim Parsons aveva già fatto un po' di cosette tra cinema e TV (chi scrive, per esempio, lo ricorda con grande affetto per La mia vita a Garden State), ma non si può dire che fosse un volto noto dell'intrattenimento americano. Ora lo è, non potrebbe non esserlo, e si tratta di una visibilità meritatissima per l'anima che ha saputo infondere nel suo Sheldon Cooper. Un personaggio che danza continuamente sul limite dell'insopportabile, ma che lui rende incredibilmente adorabile. La sensazione è che nelle intenzioni iniziali Sheldon dovesse essere la spalla del protagonista Leonard, il più normale del gruppo, ma col tempo è diventato indiscutibile che sia lui e solo lui il vero perno attorno al quale ruota tutta la sit-com di Chuck Lorre e Bill Prady, con tutti gli altri interpreti, da Johnny Galecki a Kaley Cuoco, ad accompagnarlo e supportarlo. È inevitabile che sia lui a mancarci più di tutti, ma è anche l'unico che potremmo ancora ritrovare il prossimo anno, con il destino dello spin-off Young Sheldon ancora da definire.
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Un grande personaggio ricorrente: l'ascensore
Ma c'è un eroe sconosciuto in The Big Bang Theory, il classico unsung hero, una presenza fissa e costante dal primissimo episodio della prima stagione: l'ascensore non funzionante che costringe i protagonisti alle ripetute rampe di scale per raggiungere i rispettivi appartamenti, background perfetto per surreali chiacchierate nerd. La trovata dell'ascensore rotto, tra l'altro spiegata nel fantastico episodio flashback Nel covo del nemico (3x22, The Staircase Implementation), è di quelle che aggiunge vita e sfumature di realtà, uno di quei dettagli che caratterizzano e sanno entrare nei cuori degli spettatori. Non è un caso, infatti, che proprio in quell'ascensore guasto Johnny Galecki veda il modo perfetto per terminare lo show: "sarebbe un finale perfetto per me", ha dichiarato l'attore, "l'ascensore riprende a funzionare, almeno per un minuto, e noi restiamo tutti bloccati all'interno!" Gli autori l'avranno accontentato? Lo sapremo in primavera.
L'immersione nella cultura popolare americana
Per la natura stessa dei suoi protagonisti, la comedy CBS ha sempre avuto la possibilità di giocare con la cultura popolare americana (e non solo) e l'attualità di una parte dell'intrattenimento che proprio nei dieci anni di sviluppo dello show è diventata predominante. Con il Marvel Cinematic Universe a farla da padrone al boxoffice, il ritorno di Star Wars e in generale un certo sdoganamento della cultura nerd (che abbiamo affrontato in un nostro approfondimento su come i nerd hanno conquistato lo schermo), la percezione degli scienziati di The Big Bang Theory come i secchioni emarginati che rappresentavano in origine è cambiata o si è quantomeno sfumata. Complice un lavoro di evoluzione sui personaggi che ne ha smussato alcuni angoli e alcuni tic problematici sulla lunga distanza (come l'incapacità di Raj di parlare con le donne). Di settimana in settimana, dal 2007 a oggi, è stato un piacere gustarsi il loro punto di vista sui momenti chiave della cultura pop, dall'uscita del nuovo Star Trek alla Console War tra PS4 e XBox One (sintetizzata in un meraviglioso dialogo tra Sheldon e Amy).
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Le guest star nerd
Questa capacità di The Big Bang Theory di parlare al pubblico di un settore così importante dell'intrattenimento contemporaneo gli ha permesso anche di attirarne volti noti, fungendo quasi da ponte da tra il pubblico e il dietro le quinte dell'industria hollywoodiana. Che sia per dei semplici cameo, per interpretare dei ruoli nel mondo della serie o per dar vita a una versione romanzata di se stessi (come è accaduto per Wil Wheaton, nemesi di Sheldon), l'elenco di personaggi famosi apparsi nella serie è lunghissimo e si estende anche a eminenti scienziati che non si sono tirati indietro con grande ironia (su tutti, il compianto Stephen Hawking). Pur con inevitabile incompletezza, ci sentiamo in dovere di citarne qualcuno: dal mondo di Star Trek, oltre a Wheaton, sono arrivati LeVar Burton, Leonard Nimoy (solo in voce) e George Takei; da quello di Star Wars, invece, James Earl Jones, Carrie Fisher e Mark Hamill; Summer Glau e Nathan Fillion di Firefly, ma anche altre star del piccolo schermo come Adam West, il Batman degli anni '60, Katee Sackhoff, Eliza Dushku e Charlie Sheen. Un ultimo nome ci sentiamo di citare con infinito affetto: Stan Lee.
L'amicizia
Quando, ormai tanti anni fa, chi scrive si è immerso per la prima volta It di Stephen King, al termine della lettura si è sentito pervaso da un fortissimo senso di vuoto per aver perso quelli che in 1200 e passa pagine erano diventati veri e propri amici. La prossima primavera, quando arriverà anche il finale di The Big Bang Theory, la sensazione sarà la stessa e si andrà a sommare ad altri sensi di vuoto simili vissuti nel corso di tanti anni di malattie seriali, come al termine di X-Files, di Friends o di E.R.. È insieme il bello e il brutto della televisione, di produzioni che ti immergono nelle vite di personaggi che, seppur ovviamente fittizi, diventano vivi e concreti, entrando a far parte delle nostre vite. Ci mancheranno le chiacchiere nerd, gli affettuosi e arguti sfottò, le (in)sopportabili paranoie e la quella capacità del cast di annullare le distanze e accoglierci in quel ristretto gruppo di amici. Aspettiamo la fine della stagione 12 con la segreta speranza che Sheldon esclami il suo "Bazinga!" e sveli che ci hanno mentiti, che The Big Bang Theory non finirà ancora. Ma dentro di noi sappiamo che non potrà essere così.