Zerocalcare sulla serie Netflix Strappare lungo i bordi: “Mastandrea è il mio Armadillo anche nella vita"

La video intervista a Zerocalcare, autore e regista della serie animata Strappare lungo i bordi, in cui doppia tutti i personaggi tranne l'Armadillo, la sua coscienza, che ha la voce di Valerio Mastandrea.

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Strappare lungo i bordi: una scena della serie

Inutile dirgli che la serie che ha scritto e diretto è bellissima: Zerocalcare non ci crede. È talmente umile da pensare sinceramente di non essere all'altezza. E forse è proprio per questo che Strappare lungo i bordi, sei episodi animati disponibili su Netflix dal 17 novembre, è un capolavoro.

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Strappare lungo i bordi: Zerpcalcare e l'armadillo in una scena della serie

Questa parola ormai è abusata e svuotata di significato, ma nel caso di Strappare lungo i bordi vale la pena sfoderarla. La formula è quella adottata da Zerocalcare per i corti andati in onda nel programma tv Propaganda Live: l'autore ritrae se stesso intento a commentare ciò che succede nella vita di tutti i giorni. Qui ritroviamo però l'Armadillo, presenza fissa nei fumetti, personificazione della sua coscienza. A doppiarlo è Valerio Mastandrea. Tutti gli altri personaggi hanno invece la voce di Zerocalcare stesso.

Scrittore, disegnatore, ora anche regista: Zerocalcare ha un occhio unico sul mondo. Un occhio attento, magari a volte un po' "piagnone e lamentoso", come si dice nella serie, ma mai cinico. Sempre pieno di speranza e di disagio. Uno di noi insomma. Ma meglio. Strappare lungo i bordi è la consacrazione definitiva di un autore che, come pochi altri, sa raccontare la sua generazione. Lo abbiamo incontrato a Roma, alla Festa del Cinema, dove la serie è stata presentata in anteprima.

La video intervista a Zerocalcare

Strappare lungo i bordi, la recensione: Zerocalcare rinnova il suo talento su Netflix

Strappare lungo i bordi, la serie di Zerocalcare

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Locandina di Strappare lungo i bordi

Sapevamo che Zerocalcare è un ottimo autore e disegnatore. Non sapevamo che è anche un bravo regista. Non era scontato.

Ci sta un sacco di gente che mi ha aiutato da quel punto di vista. Io ho scritto i dialoghi, le sceneggiature, facevo uno storyboard che in qualche modo dava la mia idea, poi questa roba veniva consegnata a Movimenti, che poi mi hanno restituito delle cose fatte con inquadrature molto più belle di quelle che io ero capace a disegnare. In questo senso si può dire che la regia è collettiva.

Strappare lungo i bordi, Zerocalcare: "La serie? Piacerà a chi è 'impicciato' come me!"

Guardando la serie ho pensato: Zerocalcare è il nostro Larry David ma con meno cinismo e più speranza. Accetti il paragone?

Mi sembra ambiziosissimo e non mi ci accosterei mai. In generale penso di non essere una persona molto cinica. Sono un faciolone. Quindi in realtà oscillo tra la speranza e la disperazione. Il cinismo, quando ce l'ho, è sempre per in qualche modo mettere le mani avanti e schermarmi dalle prepotenze. Perché sennò sono un piagnone emo.

Zerocalcare su privilegio e vittimismo

Secondo te non si è più vivi quando si smette di reagire alle cose? Oppure siamo soltanto dei rompiscatole che devono sempre mettere becco su tutto?

Io sono sicuramente un rompiscatole che deve mettere sempre il becco su tutto. Ora dico delle cose un po' piagnone, ma il fatto di reagire e di farsi emozionare dalle cose, nel bene e nel male, fa parte del riuscire a entrare in empatia con il prossimo.

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Strappare lungo i bordi: Zerocalcare in una scena della serie animata

Nella serie si parla di "inalienabile diritto alla lagna: il vittimismo piagnone è ciò su cui si fonda il privilegio maschile". Sei convinto di questo?

Sono abbastanza convinto. Il nostro grado di sopportazione, non soltanto della soglia del dolore, ma di tantissime cose, se fossimo nei panni delle donne di ogni tempo, darebbe dei risultati molto divertenti.

Non soltanto delle donne. Nella serie c'è il benzinaio del Bangladesh che dice: "C'ha questo privilegio e comunque sembra un coglione".

Tutto sta nella consapevolezza del proprio privilegio. Io penso che uno si possa lagnare sempre, perché poi ognuno c'ha diritto a essere scontento della sua esperienza individuale, però deve essere sempre capace di metterla in proporzione con tutto il resto del mondo. Questa cosa qua se ce l'hai chiara puoi essere lagnoso quanto ti pare. Se non ce l'hai chiara diventi un mitomane antipatico.

Strappare lungo i bordi: Valerio Mastandrea è l'Armadillo

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Strappare lungo i bordi: Zerocalcare e l'armadillo in una scena della serie animata

Nella serie Strappando lungo i bordi finalmente c'è Valerio Mastandrea che fa l'Armadillo. Così come doveva essere. Quanto è stato bello poter finalmente lavorare insieme?

Voglio molto bene a Valerio Aprea, sono anche molto contento della sua interpretazione. Però Mastandrea nella mia vita ha proprio la funzione della figura dell'Armadillo, anche extra finzione e da tempi non sospetti, molto prima che io gli chiedessi di doppiarlo e interpretarlo. Quindi quando poi ho visto per la prima volta l'Armadillo parlare con la voce di Valerio ho pensato che era perfetto. Peraltro è una cosa difficilissima, perché non avevo idea di come dovesse parlare l'Armadillo, non mi ero mai posto il problema. E invece l'ho trovato perfettamente calzante.

Anche lui è un vittimista piagnone? O è più aggressivo?

Ma lui è vecchio, quindi ormai ha processato le cose in maniera diversa.

Zerocalcare e i social

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Strappare lungo i bordi: un'immagine della serie animata

In Strappare lungo i bordi vediamo questa strategia, applicata sui social, per non affrontare mai davvero le cose e le persone. Perché abbiamo questo problema? La tua serie ci aiuta a capirlo?

La mia serie non aiuta niente e nessuno in generale. Però questa cosa è super presente perché ormai le nostre vite sono mediate dai social: sono parte dell'esperienza quotidiana di tutti noi. Quindi le difficoltà che uno c'aveva prima nella vita adesso sono tutte ributtate là dentro. Io provo soltanto a raccontarle. Non mi candido ad aiutare nessuno.

Ti senti solo un filo d'erba, o adesso sei un fiore?

No, no. Faccio un grosso lavoro per cercare di sentirmi un filo d'erba, perché io invece di solito mi sento un macigno addosso. Quindi mi ripeto sempre: non conti un cazzo.