Strappare lungo i bordi, la recensione: Zerocalcare rinnova il suo talento su Netflix

La recensione di Strappare lungo i bordi, la serie animata di Zerocalcare disponibile in sei episodi su Netflix che conferma e rinnova l'incredibile talento dell'artista romano.

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Strappare lungo i bordi: Zerocalcare in una scena della serie animata

Per una volta vogliamo iniziare dalla fine. Non sorprendetevi se il voto di questa recensione di Strappare lungo i bordi raggiungerà il punteggio massimo. E a ben ragione. La serie animata Netflix conferma e rinnova il talento di Zerocalcare come storyteller, capace di virare su diversi toni e registri lungo il corso dei sei brevi episodi (quasi 90 minuti di durata complessiva). Con una trama che si svela pian piano, dando spazio al flusso di coscienza di Zero, personaggio avatar dell'artista romano, Strappare lungo i bordi fuoriesce dai confini prestabiliti e limitanti che racchiudono una vicenda personale per rendersi racconto di un'intera generazione. E colpire durissimo.

Cronaca di un viaggio

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Strappare lungo i bordi: un'immagine della serie

Al centro della trama di Strappare lungo i bordi c'è un viaggio. Zero e i suoi amici Sarah e Secco sono in partenza per un viaggio, destinazione Biella. I motivi non li scriveremo in questa sede, lasciando che sia la visione a condurre lo spettatore verso i chiarimenti necessari. Questa cornice è l'occasione per Zerocalcare di riflettere in generale sulla propria identità, su chi è stato, riepilogando alcuni eventi della sua vita che in qualche modo l'hanno forgiato diventando la persona che è, mettendo in mostra tutte le sue idiosincrasie, le sue manie, i suoi difetti. La dimensione del viaggio appare, quindi, non solo una scusa narrativa per donare spazio a questi monologhi interiori messi in scena con lo stile che caratterizza il fumettista romano, fedele a sé stesso pure in una grande produzione come questa serie animata sul colosso dello streaming, ma senso stesso della storia. Un viaggio presuppone una partenza e un arrivo, e i protagonisti compiranno un'evoluzione nel mentre, rinnovandosi. È un viaggio duplice, fisico e materiale, da Roma a Biella, e mentale, dal bambino all'adulto. Il primo esempio dell'enorme qualità di scrittura di Strappare lungo i bordi.

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La forza del racconto

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Strappare lungo i bordi: un'immagine della serie animata

Meno banale di quello che può sembrare all'apparenza, la serie di Zerocalcare conferma il talento di storyteller del protagonista. E lo fa con una consapevolezza del mezzo che sembra incredibile questa sia la sua prima serie animata. La divisione in episodi, della durata variabile tra 15 e 20 minuti l'uno, non appartiene a un vecchio modo di concepire la serialità animata, con una struttura verticale in cui ogni episodio risulta autoconclusivo. Al contrario, a prima vista ci si potrebbe domandare se, data la durata complessiva, non sarebbe stato meglio accorpare il tutto in un unico film, ma Zerocalcare dimostra di conoscere a fondo il format compiendo un vero e proprio miracolo di scrittura. Con il ritmo indiavolato dei monologhi (sottolineando la dimensione interiore del tutto, è lui che doppia ogni personaggio, ad eccezione dell'Armadillo, avatar della sua coscienza, doppiato da Valerio Mastandrea) i titoli di coda di ogni episodio, anche nel caso di un naturale bingewatching, servono a riprendere fiato, a lasciare sedimentare per qualche momento le rivelazioni e i contenuti di quanto appena visto. Consapevole dell'attenzione richiesta (complici anche le inquadrature ricche di dettagli ed easter egg), l'autore sa bilanciare ottimamente anche il ritmo del singolo episodio, riuscendo a spezzare la velocità con momenti più distesi e riflessivi. Questa è la dimostrazione di un'assoluta padronanza delle proprie capacità di scrittura, che rende Strappare lungo i bordi un racconto pressoché perfetto.

Strappare lungo i bordi, Zerocalcare: "La serie? Piacerà a chi è 'impicciato' come me!"

Quando arriva lo strappo

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Strappare lungo i bordi: Zerocalcare e l'armadillo in una scena della serie animata

Certo, la serie di Zerocalcare, portando lo stile dei suoi fumetti all'interno di una narrazione seriale, diverte e anche tanto. Ma come molti dei lettori avranno già avuto modo di notare, seguendo alcuni dei libri di successo, come Un polpo alla gola, Dimentica il mio nome, Kobane Calling, il recente Scheletri, dopo le risate arriva quasi sempre il momento più delicato e serio. Lo strappo definitivo con il tono generale della serie arriva anche qui, lasciando lo spettatore sorpreso e in un limbo davvero particolare per quanto riguarda l'approccio di visione. Lentamente si assiste a una cesura tra lo spettatore e il personaggio di Zerocalcare, con cui fino a poco prima si era identificato. Quasi come volesse distorcere la realtà, la serie sembra fare finta di niente e proseguire imperterrita con tutto quello che funzionava e piaceva. Solo che, in quel momento, si è rotto qualcosa. Non lo riteniamo un difetto, tutt'altro. Ci vuole molto coraggio e parecchia bravura per riuscire a plasmare la narrazione in maniera così consapevole, lavorando nei confronti del pubblico. È il momento emotivamente più forte dell'opera, ma che riesce anche a giustificare tutti i flussi di coscienza, tutto il tentativo di aggrapparsi al vissuto, per poi raggiungere una catarsi che non può lasciare lo spettatore indifferente.

Specchio di una generazione

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Strappare lungo i bordi: una scena della serie

Strappare lungo i bordi parla di Zero, ma ne condivide le riflessioni che denotano la crisi identitaria e a sua volta pure sociale di un'intera generazione. Qui sta la vera forza di Zerocalcare. Intrisa di umorismo, citando il mondo pop, ma rimanendo ben ancorata alla contemporaneità, la serie mette in scena pregi e difetti di tutti noi. Toglie il filtro e soprattutto dà voce agli stessi pensieri interiori di gran parte degli spettatori di riferimento (quante volte, mentre si ride per quello che si sta vedendo, si arriva a pensare "È esattamente così"?) diventando uno specchio su cui rifletterci. Forse è proprio questo il segreto di un artista che ha la forza di non scendere a compromessi riuscendo, straordinariamente, a catalizzare l'attenzione di un pubblico sempre più vasto che può solo che accrescere con una serie come Strappare lungo i bordi.

Conclusioni

Concludiamo la nostra recensione di Strappare lungo i bordi applaudendo con decisione la serie Netflix. Lontano dall’essere solo semplice divertimento, l’opera di Zerocalcare fa quello che i capolavori compiono meritandone la definizione: essere un’opera stratificata, intelligente, capace di arrivare al grande pubblico e definire un’intera generazione. Si ride e si riflette molto, grazie a una voce unica nel panorama italiano, colma di talento per lo storytelling. Davvero imperdibile.

Movieplayer.it
5.0/5
Voto medio
4.7/5

Perché ci piace

  • La scrittura perfettamente calibrata, tra risate e momenti di riflessione.
  • Lo stile unico di Zerocalcare che, senza scendere a compromessi, dà vita a una sua opera personale.
  • Il ritmo dei singoli episodi, e della serie di conseguenza, permette uno sviluppo della storia al meglio delle possibilità.
  • Un cambio di tono, coraggioso e inaspettato, sorprende ed eleva l’opera.
  • Riferendosi comunque a un pubblico davvero vasto, la serie diventa specchio di un’intera generazione.

Cosa non va

  • Nulla da segnalare.