Questo mondo non mi renderà cattivo: l'animazione come perfetto mezzo di critica

La nuova serie animata Netflix di Zerocalcare colpisce a fondo con tematiche mature e attuali sfruttando al massimo le potenzialità che questo stile estetico offre.

Questo mondo non mi renderà cattivo: l'animazione come perfetto mezzo di critica

Questo mondo non mi renderà cattivo, la recente opera televisiva Netflix ideata e scritta dal famoso fumettista Michele Rech (in arte Zerocalcare), è diventata un caso mediatico di notevole fascino fin dal giorno della sua uscita sulla piattaforma, il 9 giugno 2023. Se già la precedente serie tv dell'artista, Strappare lungo i bordi, aveva perfettamente riproposto su schermo la filosofia urbana e l'esistenzialismo dell'autore concentrati in episodi brevi e concisi, stavolta questo nuovo show fa un passo successivo, maturando moltissimo sul piano contenutistico, con una maggiore consapevolezza del medium di riferimento. Una magia tutta italiana che prende vita grazie (e soprattutto) alla cornice animata di Questo mondo non mi renderà cattivo, con la Movimenti Production e la DogHead Animation che hanno spinto sull'acceleratore, mascherando le tante riflessioni e gli argomenti estremamente pesanti dello show con un impianto visivo ricco e colorato. È proprio la scelta dell'animazione che dà all'opera una marcia in più, diventando il contenitore perfetto per parlare delle contraddizioni che vivono in noi stessi (e nel nostro paese).

Le dichiarazioni di Giorgio Scorza

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Questo mondo non mi renderà cattivo: una scena della serie di Zerocalcare

A confermare questo incredibile valore attribuito all'animazione è lo stesso regista della serie, Giorgio Scorza, che durante una nostra intervista, ha effettivamente messo in evidenza che il prodotto è in grado di affrontare argomenti così tanto seri e adulti proprio grazie al suo DNA animato: "Si dicono cose non necessariamente comode ed è assurdo che debba farlo sempre l'animazione, come accade nelle produzioni Young Adult americane, che dicono cose che le altre produzioni seriali non potrebbero nemmeno sfiorare". La prima cosa che viene da pensare è perché proprio una serie di questo tipo riesca a toccare determinati contenuti delicati senza incorrere in feroci attacchi a destra e manca (e senza scomodare la censura) e probabilmente la risposta è celata nella forma e nelle peculiarità che questo stile estetico possiede (ma ne parlemo più approfonditamente dopo). Un passaggio ugualmente necessario per capire l'opera è anche comprendere come si è arrivati a Questo mondo non mi renderà cattivo partendo dall'altro show, definito da Scorza come un semplice "cresco e imparo la vita".

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Da Strappare lungo i bordi a Questo mondo non mi renderà cattivo: un'evoluzione tematica e progettuale

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Strappare lungo i bordi: Zerocalcare e l'armadillo in una scena della serie animata

Strappare lungo i bordi, arrivata sulla piattaforma streaming il 17 novembre 2021, rappresenta la prima incursione di Zerocalcare nell'universo seriale Netflix dopo che aveva già sperimentato l'animazione con la miniserie Rebibbia quarantine. Lo show, in prima battuta, ha una prima grossa differenza con Questo mondo non mi renderà cattivo, ovvero la durata degli episodi, molto più brevi rispetto al nuovo prodotto. Una direzione progettuale più diretta e meno impegnata che rende la prima serie di Rech molto fruibile, ma anche meno organica nel suo messaggio. Tutto il contrario della recente opera che ha puntate più lunghe che offrono tutto lo spazio necessario per affrontare discorsi più compiuti e uniformi (che in alcuni casi si protraggono per diverse puntate) e che soprattutto, a livello tematico, tocca argomenti universali, sempre però leggendo la realtà tramite il filtro biografico dell'autore. Una trasformazione sicuramente importante per la nostra analisi, anche se è opportuno segnalare che anche la prima serie sfruttava allo stesso modo l'animazione (con un risultato probabilmente meno efficace).

La banalizzazione dell'animazione

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Questo mondo non mi renderà cattivo: una scena della serie

Fatte queste premesse, veniamo quindi allo snodo centrale del nostro discorso: perché l'animazione riesce a caricarsi di un peso così tanto scomodo, mentre altri prodotti live-action non riescono nemmeno ad avvicinarsi a certi argomenti? Una possibile risposta è da riscontrare nella scarsa considerazione che spesso ha l'animazione tra il pubblico (ma anche tra i critici). Non solo è considerata un'arte minore rispetto al cinema "tradizionale", ma viene superficialmente ricondotta esclusivamente ad un target giovanile. Tutta questa banalizzazione del mezzo, da un certo punto di vista, rappresenta un grosso vantaggio per l'animazione che in qualche modo può proporre senza particolari problemi alcune tematiche adulte senza destare l'ira di nessuno. Fermo restando che il passaggio successivo, nel mondo dell'intrattenimento, deve necessariamente concretizzarsi in una valorizzazione maggiore di questo stile visivo (e Guillermo del Toro si sta muovendo in tale direzione), continueremo per ora a goderci, più o meno indisturbati, capolavori assoluti come Bojack Horseman, Neon Genesis Evangelion, I Simpson, per citare alcuni grandi classici dal sapore adulto e riflessivo.

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Un bilanciamento tra leggerezza e libertà

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Questo mondo non mi renderà cattivo: un'immagine della serie

Oltre a questo, c'è anche da dire che Questo mondo non mi renderà cattivo presenta due ingredienti fondamentali che si muovono alla perfezione e che permettono alle tematiche più seriose di prendere piede in modo perfettamente coerente con il linguaggio animato e senza nessuna pesantezza. Per prima cosa, la filosofia e la poetica di Zerocalcare sono ampiamente apprezzate perché sfruttano l'ironia e l'umorismo come mezzi d'espressione: queste sferzate di leggerezza non solo abbassano i toni nei momenti in cui si toccano picchi particolarmente drammatici, ma danno anche la possibilità di parlare di tematiche molto profonde facendo sorridere. La parte leggera, inoltre, è accompagnata di pari passo da una libertà artistica totale che si manifesta con un citazionismo fervido (ma mai banale), ma anche con un uso massiccio di metafore molto significative. Entrambi questi elementi funzionano grazie all'animazione che garantisce un ampio margine di inventiva, ma che offre anche gli spunti e gli strumenti necessari per costruire un linguaggio molto visivo e simbolico.

Un messaggio universale che vive di metafore

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Questo mondo non mi renderà cattivo: una scena della serie

In conclusione, è importante approfondire l'approccio di Zerocalcare alle tante immagini presenti in Questo mondo non mi renderà cattivo, sia perché queste metafore visive sono la massima espressione della serietà e della profondità del pensiero dell'artista racchiuse in una manciata di sequenze, sia perché sono la conferma di tutto il nostro ragionamento sull'animazione e sulla sua libertà. All'interno della serie ci sono diversi passaggi importanti che sono segnalati allo spettatore in diversi modi (spesso con l'utilizzo di un determinato brano della colonna sonora). Ne escono fuori dei piccoli quadretti filosofici molto intensi ed eleganti che, come spesso accade con il fumettista, toccano la nostra intimità nel profondo. Tali immagini, che ovviamente non vi sveliamo per non rovinarvi la sorpresa, al tempo stesso dimostrano quanto il pensiero dell'autore, in questa cornice animata, sia oramai divenuto universale a tutti gli effetti, chiarendo una volta per tutte che questo affascinante universo visivo ed estetico è l'unico che consente uno sviluppo così maturo e adulto di determinati temi e argomenti.