
Cantami, o diva, di Kylo Ren l'ira funesta. Inizia così, con il villain dichiarato della nuova trilogia, Star Wars: L'ascesa di Skywalker, l'episodio conclusivo della saga cinematografica creata da George Lucas nel 1977. Vediamo Kylo Ren uccidere senza pietà decine di nemici per arrivare a sapere dov'è Palpatine, la cui voce si sta diffondendo nella galassia, deve eliminarlo per prendere il suo posto. In una delle scene successive, Rey, candidata a diventare Jedi, e a raccogliere l'eredità di Luke e Leia, si sta esercitando con la Forza, fino a lievitare, in una foresta.
È così che entrano in scena i due personaggi principali della nuova trilogia di Star Wars. Sono il cattivo e il buono, il nero e il bianco, il Lato Oscuro e la Forza. Eppure, a differenza degli altri buoni e cattivi della saga, non sono così lontani. Sono ai lati opposti di uno spettro, di un arco che tende a chiudersi a cerchio, e quindi inevitabilmente ad avvicinarli. La tensione che anima questi due personaggi è il motore della storia, ed è qualcosa di completamente nuovo nel mondo di Star Wars.

Il mondo manicheo di George Lucas

Nella tradizione di Star Wars, che si parli della trilogia originale, cominciata nel 1977 con Guerre stellari di George Lucas, o di quella prequel iniziata nel 1999 con Star Wars ep. I - La minaccia fantasma, siamo in un mondo manicheo. Certo, c'è il passaggio di un Jedi al Lato Oscuro, che è il motore delle prime due trilogie. E che, in ogni caso, è un mutamento deciso, senza tentennamenti, o quasi. Ma, al netto di questa svolta, assistiamo sempre ai due mondi come ben distinti: lo abbiamo imparato già da Guerre stellari, dove lo scontro è tra Obi-Wan Kenobi e Darth Vader, e da L'impero colpisce ancora, dove sono Luke e Darth Vader a scontarsi. Ne Il ritorno dello Jedi ci sono Luke e Palpatine a trovarsi l'uno di fronte all'altro. Passando poi alla trilogia prequel, abbiamo visto gli scontri tra Qui-Gon Jinn contro Darth Maul, e così via. E, attenzione, solitamente il duello è uno, definitivo, all'ultimo sangue.
Kylo Ren e Rey: i duellanti

Lo scontro tra Kylo Ren e Rey è qualcosa di diverso. Ci vengono in mente I duellanti di Ridley Scott per quell'eterno ritorno dello scontro, per quel destino che li porta più volte a scontrarsi. O a incontrarsi? Rey (Daisy Ridley) e Kylo Ren (Adam Driver), intanto non hanno bisogno di essere nello stesso posto per confrontarsi: si "sentono" anche a lunga distanza, possono trasportarsi l'uno nei luoghi dell'altro per affrontarsi. È qualcosa che va oltre la telepatia, non è solo leggere nel pensiero, è anche vista, tatto, è entrare profondamente in connessione l'uno con l'altro. Ma i loro duelli non sono delle sfide all'ultimo sangue. Nessuno dei due, in realtà, vuole uccidere l'altro. Piuttosto vuole convincerlo, sedurlo, conquistarlo e portarlo dalla propria parte. Perché, in qualche modo, la Forza che scorre in loro è la stessa. Perché sentono che in due sarebbero imbattibili. I loro duelli sono delle sedute di autoanalisi, una terapia di coppia, una dialettica in cui lo scontro fisico è solo il pretesto.

Forza e Lato Oscuro: divise da un filo

Entrambi non sono gli eroi e i villlain tutti d'un pezzo che abbiamo visto nella tradizione di Star Wars. Entrambi sono assaliti da dubbi, camminano costantemente su un filo da cui potrebbero cadere e che potrebbe farli passare dall'altra parte. Come dicevamo sopra, Male e Bene, in questa nuova trilogia, sono gli estremi su una linea che si chiude a cerchio, e quindi sono destinati a toccarsi. Kylo Ren e Rey sono profondamente legati da qualcosa: potrebbe essere un'origine comune, potrebbe essere il loro essere unici nella Forza. Potrebbero continuare a combattersi, o finire insieme, da un lato o dall'altro. Star Wars: L'Ascesa di Skywalker risponde a tutte queste domande. Ma ovviamente vi lasciamo con il piacere di scoprirlo guardando il film.
Il contrasto tra bianco e nero
Star Wars: L'Ascesa di Skywalker è tutto nella tensione continua tra i suoi due protagonisti, nel rapporto estremamente complesso tra le sue due anime. È tutto nel contrasto tra il bianco (Rey) e il nero (Kylo Ren). A differenza degli altri "duellanti" delle trilogie precedenti, non sono affatto distanti, non sono mai nettamente divisi. I due guerrieri che si "sentono" nel profondo, che superano lo spazio e il tempo per avvicinarsi, parlare o scontrarsi (o parlare scontrandosi), sono la vera novità nella saga. Star Wars: L'Ascesa di Skywalker vive nella dialettica continua tra questi due elementi opposti, e quindi attratti l'uno dall'altro.

Rey e Kylo Ren sono lo specchio l'uno dell'altro, sono complementari. Li separa un filo, un confine sottilissimo, e ognuno dei due vuole tirare l'altro dalla sua parte. E passare dall'altro lato è un attimo. Questa dinamica mette il gran finale della saga di Star Wars di fronte a un ampio spettro di possibilità. Gli sceneggiatori lo sfruttano bene, regalandoci una serie di sviluppi e un finale affatto banali. I duellanti Rey e Ren, insieme a tutta una serie di elementi che vi abbiamo raccontato qui, ci confermano che una nuova linfa è arrivata a rivitalizzare la storica saga di Star Wars. Sì, la Forza scorre potente anche nella nuova trilogia.
