Star Wars: L'ascesa di Skywalker, la recensione: le emozioni sono la vera Forza della saga

La recensione di Star Wars: L'ascesa di Skywalker, il film di J.J. Abrams con Adam Driver che chiude in modo soddisfacente la saga iniziata da George Lucas oltre quarant'anni fa.

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Star Wars: L'Ascesa di Skywalker, Daisy Ridely in uno scatto del film

Premessa necessaria: questa recensione di Star Wars: L'ascesa di Skywalker non contiene spoiler di alcuni tipo, semplicemente ci limiteremo a raccontarvi le nostre impressioni in modo assolutamente generico. Nei prossimi giorni seguiranno invece articoli e approfondimenti più dettagliati e specifici sui vari elementi del film, compresi i colpi di scena e le tanto attese risposte che tanto faranno discutere i fan.

Perché una cosa è assolutamente certa, anche questo Star Wars: L'ascesa di Skywalker dividerà il pubblico degli appassionati della saga. Sicuramente in modo minore rispetto al precedente (volutamente provocatorio e quasi rivoluzionario) Gli ultimi Jedi, ma di certo anche questo Episodio IX non può e non vuole accontentare tutti. Ammesso, poi, che accontentare tutti sia veramente possibile: abbiamo già visto e detto, più volte, di come tutte le saghe moderne siano destinate a scontentare tutti; ma sappiamo tutti che con Star Wars è ancora più difficile, basti pensare a come lo stesso creatore/padrone George Lucas abbia clamorosamente fallito nel replicare il successo della sua prima trilogia.

Avengers, Trono di spade, Star Wars: perché tutte le nuove grandi saghe sono destinate a deludere molti fan

Il cerchio si chiude, la saga degli Skywalker giunge al termine

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Star Wars: L'Ascesa di Skywalker, Oscar Isaac in un'immagine del film

Questa nuova, terza e (forse) ultima trilogia di Star Wars è sempre stata la più ambiziosa e, proprio per questo, più difficile. Perché fin dal settimo episodio del 2015 non si è mai semplicemente accontentata di raccontare nuove avventure ambientate nel medesimo universo narrativo, ma ha scelto di continuare una storia che sembrava ormai abbandonata da oltre 30 anni, per di più utilizzando gli stessi attori/personaggi che l'avevano resa un fenomeno mai visto prima. Checché ne possano dire i detrattori, il piano della Lucas/Disney ha funzionato già dal primo film diretto da J.J. Abrams. Ha funzionato perché ha ripreso elementi e volti familiari e vi ha aggiunto tanto altro: nuovi personaggi, nuovi mondi, nuove dinamiche, perfino nuove "filosofie" legate alla Forza e quella galassia lontana lontana.

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Star Wars: L'Ascesa di Skywalker: Adam Driver in un'immagine del film

Magari non ha mai particolarmente brillato di originalità o innovazione, ma il ciclo iniziato, e ora concluso, da J.J. Abrams ha avuto il merito di riportare in auge una saga difficile, perché fin troppo idolatrata e idealizzata. Nonché vastissima, oltre ogni immaginazione, al di fuori della sala cinematografica. Perché Star Wars è da sempre molto più che i film che la compongono, ma è anche vero che il ciclo degli Skywalker per i fan è tutto, giustamente, e la conclusione non può essere sbagliata. E infatti J.J. Abrams da questo punto di vista non delude, ma anzi si mostra ancora una volta molto rispettoso del materiale originale: invece che continuare sulla strada (criticatissima dai fan) del precedente regista, torna indietro di un paio di passi e raddrizza quanto gli basta per riprendere e proseguire la sua personalissima rielaborazione/omaggio della saga.

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Star Wars: L'Ascesa di Skywalker, BB-8 e il nuovo droide

Sarebbe sbagliato e ingiusto dire che, con questo film, Abrams manchi di rispetto verso Rian Johnson e il lavoro fatto ne Gli ultimi Jedi - anche se una sequenza in particolare fa pensare che quantomeno Mark Hamill, fin da subito critico nei confronti dell'episodio VIII, si sia voluto togliere qualche sassolino dalla scarpa. Ma è evidente che, almeno in parte, le visioni dei due autori non potessero coesistere. La Lucas ha scelto J.J. Abrams per riportare la saga sui binari "giusti", quelli più facilmente accettati dai fan, e L'ascesa di Skywalker rappresenta esattamente questo: un ritorno alle origini, una conclusione coerente e perfettamente in linea non solo con l'ultima trilogia, ma con l'intera saga.

Una trama familiare, ma non priva di sorprese

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Star Wars: The Rise of Skywalker - L'abbraccio tra Daisy Ridley e Carrie Fisher nel primo teaser

Gli appassionati non possono quindi stupirsi nel ritrovare anche in questo film diversi elementi molto familiari, nonché particolarmente rappresentativi, della saga. Come già dimostrato nell'Episodio 7, Abrams preferisce inventare poco, ma rielaborare ciò che già conosciamo. A livello di storia e sviluppo, quindi, non è poi troppo difficile immaginare cosa succederà in ogni singola scena o come andrà a finire la storia; nonostante questo, però, almeno un grosso colpo di scena c'è, e riguarda ovviamente Rey. Considerata l'enorme quantità di teorie presenti nel web, ci risulta difficile dire se sia qualcosa di mai immaginato da nessuno oppure no, ma di certo c'è da essere piuttosto soddisfatti (o incazzati, dipende dai punti di vista) per come questo twist è sviluppato e raccontato. Perché sufficientemente coerente, nonostante l'interferenza di Johnson, con la storia che finora ha voluto raccontare e i temi della saga stessa.

Il dualismo Rey/Kylo: l'equilibrio nella Forza e nei film

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Star Wars: L'Ascesa di Skywalker, una foto del film

Il cuore di questa nuova trilogia sono sempre stati loro: la misteriosa Rey e l'inquieto Kylo Ren. Nel passato di ciascuno di essi si nasconde la chiave per capire le loro scelte e i loro dubbi. Nel loro sguardo si incrocia la tensione di due personaggi che sono molto più che semplici nemici, ma due opposti che si attraggono e che sembrerebbero pronti a scambiarsi i ruoli in qualsiasi momento. Lato scuro e Lato chiaro, spada laser rossa e blu. Mai come in questo film, questo continuo equilibrio/squilibrio della Forza è mostrato in modo evidente attraverso la fotografia di Daniel Mindel (lo stesso de Il risveglio della Forza e altri film di Abrams) e ci regala alcune delle immagini più suggestive dell'intera saga. D'altronde i due nemici si incontrano e scontrano in più di un'occasione, a distanza o a corpo a corpo, regalandoci dei duelli perfettamente coreografati e arricchiti da due interpretazioni di grande intensità.

Che Adam Driver sia ormai un attore immenso lo sappiamo tutti, e d'altronde questo 2019 sembrerebbe proprio essere il suo anno. Ma non è facile, anche e soprattutto per un attore così talentuoso, riuscire a esprimere così bene il tormento di un personaggio anche nelle scene più fisiche, anche solo con uno sguardo o con un silenzioso ma letale faccia a faccia. Se Kylo Ren si conferma il personaggio più affascinante e completo della nuova trilogia è anche per merito del suo interprete. Dal canto suo, però, anche Daisy Ridley continua a confermarsi una splendida rivelazione e un'attrice degna di caricarsi sulle spalle delle importanti eredità e, al tempo stesso, modificare per sempre la percezione della donna non solo nella saga, ma nell'intero genere blockbuster.

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Star Wars: L'Ascesa di Skywalker, Adam Driver in una foto del film
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Star Wars: L'Ascesa di Skywalker: un primo piano di Daisy Ridley

La sua Rey è un personaggio bellissimo e niente affatto semplice: è memorabile non tanto per la sua storia o per la sua importanza nella saga, ma per come riesca a mantenere intatta la propria femminilità/identità dall'inizio alla fine dei tre film. Non è, a differenza di quanto succede in molti altri film simili, un personaggio scritto per un uomo e poi adattato, per necessità o per moda, ad una donna, ma un ruolo pensato con determinate caratteristiche, proprio per fare da perfetto contraltare a Kylo Ren. Senza l'uno non potrebbe esistere l'altro. E senza entrambi l'intera nuova trilogia non avrebbe senso, perché sono sempre loro - e non i "vecchi" Luke, Leia, Chewbecca o il redivivo Lando - a fare il film.

Che le emozioni siano con noi

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Star Wars: Episode IX, la prima foto di Lando Calrissian

Ma nessun film può vivere di soli personaggi, figuriamoci questo Star Wars: L'ascesa di Skywalker. Come già per il resto della nuova trilogia, anche questo Episodio IX è fatto di alti e bassi, ovvero si alternano sequenze di rara bellezza ad altre decisamente meno riuscite, se non addirittura stranianti: è ormai una caratteristica del nuovo corso, probabilmente a causa di un mancato equilibrio tra toni drammatici, avventurosi e più propriamente comici. Non si tratta di un difetto da poco, certo, ma per fortuna Abrams ha abbastanza esperienza e mestiere dalla sua per rimediare anche alle peggiori cadute di stile: d'altronde quando hai a disposizione non solo grandi attori, ma un vero e proprio patrimonio quale è tutto Star Wars, tutto diventa più semplice.

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Star Wars: L'Ascesa di Skywalker, una foto di C3-PO

Bastano infatti le musiche di John Williams - tra nuovi arrangiamenti e pezzi inediti in questo film davvero onnipresente, tanto che ci sembra di averlo visto anche in un cameo a metà film - a risollevare qualsiasi scena, a riportarci alla memoria le sensazioni di una volta e a caricare di emozioni quegli sguardi intensi, silenziosi ma pieni di significato, che caratterizzano tutta la seconda parte del film. La più bella, la più starwarsiana, la più vicina alla vera essenza della saga. Perché Star Wars è sempre stato molto più che tante, a volte bellissime, sequenze di azione o spettacolari duelli con spade laser; la saga è sempre stata fatta di personaggi a cui voler bene per la loro tenacia, per la loro bontà e soprattutto per la speranza che erano in grado di trasmettere anche solo attraverso lo schermo. Per questo non si può che apprezzare il lavoro di J.J. Abrams, perché quegli stessi sentimenti, quelle stesse emozioni le fa emergere con una sequenza finale da brividi che intreccia il nuovo e il vecchio. Una sequenza che ci ricorda che ci sono appena passati davanti quarantadue anni di cinema - a volte anche grande cinema - ma nulla è cambiato, bastano poche note musicali e in quella galassia lontana lontana ci siamo di nuovo anche noi.

Conclusioni

Abbiamo scritto questa recensione di Star Wars: L'ascesa di Skywalker senza raccontare nulla che potesse costituire spoiler, ma sarebbero davvero tanti gli aspetti da approfondire ed evidenziare, perché il film di J.J. Abrams ha certamente più di un difetto, ma anche tante cose che funzionano davvero bene e rendono questo Episodio IX tanto spettacolare quanto emozionante. Adam Driver e Daisy Ridley formano una coppia di nemici memorabile e insieme ci regalano una conclusione della saga più che soddisfacente.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
3.3/5

Perché ci piace

  • Rey e Kylo Ren si confermano due personaggi complessi e bellissimi, merito anche di due attori davvero perfetti.
  • Ottima fotografia e duelli perfettamente coreografati, alcune sequenze sono tra le più belle dell'intera saga.
  • La musica di John Williams è onnipresente e sfruttata al meglio da quella vecchia volpe di J.J. Abrams: la regia in alcuni momenti, finale incluso, regala tantissime emozioni.
  • Il colpo di scena tanto atteso funziona piuttosto bene ed è coerente con la storia e i temi di Star Wars...

Cosa non va

  • ... ma, come sempre, in tanti avranno comunque da ridire.
  • Tutta la prima metà, troppo ricca di avvenimenti e scene d'azione, è tutt'altro che perfetta e contiene alcuni momenti assolutamente evitabili.
  • Alcune sequenze potrebbe sembrare fin troppo "familiari" ai fan di vecchia data.