Han shot first. Han ha sparato per primo. Probabilmente avrete letto questo meme un miliardo di volte, ma magari non avete mai capito a che cosa si riferisse. Ve lo spieghiamo noi. In una scena di Guerre stellari, il cacciatore di taglie Greedo minaccia Han Solo (un giovane Harrison Ford) nella cantina di Mos Eisley. A un certo punto un'esplosione in primo piano rivela che Han ha sparato a Greedo prima che quest'ultimo potesse ucciderlo o catturarlo. Era il 1977. In seguito, però, George Lucas si pentì di aver girato quella scena, e nell'edizione speciale del 1997 la fece modificare digitalmente in modo che fosse Greedo a sparare per primo e Han a rispondere al fuoco dopo aver schivato il colpo. A fronte delle polemiche che aveva sollevato questo cambiamento, Lucas decise di modificare ulteriormente la scena per l'edizione in DVD del 2004, e così oggi sembra che Han e Greedo si sparino a vicenda nello stesso momento, anche se va a segno soltanto il colpo dell'affascinante contrabbandiere.
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Il fatto che questa scena sia stata alterata più volte - in effetti, è stata leggermente modificata di nuovo quando Star Wars è uscito in Blu-Ray nel 2011 - suggerisce l'importanza che ha assunto il personaggio di Han Solo nel corso degli anni. Il contrabbandiere avrebbe dovuto avere soltanto un ruolo marginale nei piani di George Lucas, ma il successo riscosso convinse il regista californiano a prolungare la sua storyline nella trilogia classica, trasformandolo da semplice spalla di Luke Skywalker (Mark Hamill) in interesse sentimentale della principessa Leia Organa (Carrie Fisher). George Lucas si era pentito di quella scena con Greedo perché, secondo lui, metteva in cattiva luce quello che era diventato a tutti gli effetti un protagonista, facendolo apparire troppo "cattivo". Il problema era che Han Solo proiettava proprio l'immagine dell'antieroe: il personaggio aveva un fascino tutto suo, grazie anche al carisma di Harrison Ford, che risaltava nella sua morale ai confini tra il bene e il male, la legalità e l'illegalità.
Proprio a causa di questa ambiguità, Harrison Ford aveva supplicato Lucas perché facesse morire Han alla fine de L'impero colpisce ancora - quando invece viene imprigionato nella lastra di grafite - e poi alla fine de Il ritorno dello Jedi. Secondo Ford, Han doveva riscattarsi: doveva sacrificarsi per salvare i suoi amici, diventando un martire, un'icona immortale delle forze del bene e del cambiamento. Lucas non lo accontentò e così, quarant'anni dopo, far morire Han Solo è stata una delle condizioni che Harrison Ford ha dettato per il suo ritorno in scena nei panni del contrabbandiere. In un certo senso, la morte di Han alla fine de Il Risveglio della Forza (2015) ha avuto un enorme impatto sulla nuova trilogia, anche se in un altro senso: è infatti servita a cementificare il ruolo dell'antagonista in suo figlio Ben "Kylo Ren" Solo (Adam Driver).
Insomma, Han Solo è uno dei personaggi più importanti nell'universo di Star Wars, e non stupisce che il secondo spin-off cinematografico di Star Wars sia dedicato interamente a lui. Dopo aver scoperto che cosa è successo subito prima di Una Nuova Speranza grazie a Rogue One: A Star Wars Story di Gareth Edwards, Ron Howard ci porta ancora più indietro nel tempo e ci racconta le origini di Han Solo, la sua gioventù, il suo incontro col Wookiee Chewbacca e la famosissima rotta di Kessel in quattordici... cioè, dodici parsec.
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Una produzione tormentata
La scelta dell'attore che avrebbe dovuto interpretare Han Solo da giovane è stato soltanto il primo ostacolo che i registi Phil Lord e Christopher Miller hanno dovuto affrontare. Miller ha dichiarato di aver incontrato oltre tremila pretendenti, compresi giovani attori del calibro di Miles Teller, Logan Lerman e Taron Egerton. Alla fine, la scelta è ricaduta su Alden Ehrenreich, noto soprattutto per aver lavorato in Ave, Cesare! e L'eccezione alla regola. A quanto pare è stato molto più facile scegliere gli attori che avrebbero interpretato il giovane Lando Calrissian e la protagonista femminile del film, un personaggio inedito che risponde al nome di Qi'ra: rispettivamente, Donald Glover e Emilia Clarke. A loro si sono poi uniti, tra gli altri, Woody Harrelson (è il mentore di Han, Tobias Beckett) e Paul Bettany (l'antagonista Dryden Vos).
Un cast d'eccezione che, però, in un certo senso, ha segnato anche la fine del contratto dei due registi. George Lucas aveva deciso di realizzare un film su Han Solo già molti anni fa, prima ancora di vendere i diritti di Star Wars a Disney, e aveva incaricato Lawrence Kasdan di scriverne la sceneggiatura. Quando in seguito il progetto ha cominciato a concretizzarsi, Kasdan ha lasciato tutto nelle mani del figlio Jonathan per dedicarsi alla stesura de Il Risveglio della Forza. Kasdan figlio e la produttrice Kathleen Kennedy avevano dunque scelto Phil Lord e Christopher Miller come registi per dare alla storia un tocco originale e divertente: i due registi, inseparabili, si erano fatti notare soprattutto con Piovono polpette e The LEGO Movie. Il problema è che avevano equivocato le intenzioni dei produttori di Solo. Convinti di dover girare una commedia spaziale, Lord e Miller si erano presi troppe libertà sul set, lasciando che gli attori improvvisassero troppo.
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Kasdan e Kennedy non avevano apprezzato lo stile impiegato dai registi - che sostanzialmente giravano le scene come indicato nella sceneggiatura per poi girarle di nuovo a loro piacimento - e quelli, dal canto loro, erano irremovibili. Sulla base di queste "divergenze creative", Kennedy ha finito col licenziare Lord e Miller (che sono comunque rimasti accreditati come produttori esecutivi) e assumere un vecchio amico di George Lucas che, anzi, avrebbe dovuto girare per lui Star Wars ep. I - La minaccia fantasma, salvo poi rifiutare: Ron Howard. L'ex Richie di Happy Days si è ritrovato così costretto a girare in fretta e furia tre settimane e mezzo di film e cinque settimane di riprese extra: sfortunatamente, questo intoppo ha causato la totale rimozione di un altro attore dal cast, Michael K. Williams, impossibilitato a tornare sul set prima di novembre: intenzionata a entrare in post produzione per l'uscita prevista nelle sale, Disney ha semplicemente cancellato il ruolo che Williams avrebbe dovuto ricoprire, comportando una correzione all'ultimo momento della sceneggiatura e la sostituzione col personaggio interpretato da Paul Bettany.
La lavorazione di Solo: A Star Wars Story ha sollevato parecchie polemiche su diversi fronti, specialmente in un periodo in cui il franchise sembrerebbe voler essere troppo presente anche al cinema: vi ricordiamo, infatti, che Star Wars: Gli ultimi Jedi è stato proiettato soltanto lo scorso dicembre. Il ciclo antologico di spin-off ha assunto lineamenti fin troppo commerciali agli occhi di un pubblico sempre più smaliziato e difficile da accontentare, specialmente quando si parla di Guerre Stellari. I problemi in cui è inciampato il nuovo film, comunque, non ne hanno inficiato necessariamente la qualità; semmai è una questione di percezione e pregiudizi che speriamo il risultato finale possa sfatare. A tal proposito, val la pena fare qualche congettura su quello che vedremo effettivamente al cinema nelle prossime settimane.
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Le origini di Han Solo
Disney e LucasFilm hanno tenuto le bocche ben cucite come al solito, perciò possiamo fare soltanto qualche ipotesi sulla trama del film, basandoci soprattutto sui trailer pubblicati nelle ultime settimane. Sappiamo che il film sarà incentrato su Han, ovviamente, e su una serie di figure iconiche che rappresentano da decenni il suo personaggio: la sua famosa pistola blaster DL-44 che in una scena del trailer gli vediamo consegnare da Beckett, il Millennium Falcon che Han piloterà per la prima volta in questo film, il suo primo incontro con Lando e con Chewbacca, la mitica rotta di Kessel che Han menzionava spesso negli altri film. Sembra che Beckett assumerà Han per una pericolosa missione di contrabbando, insieme a una squadra di lestofanti che comprende, tra gli altri, la spavalda Val (Thandie Newton) e l'irriverente androide L3-37 (Phoebe Waller-Bridge).
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La trama di Solo: A Star Wars Story, insomma, sembrerebbe soppiantare del tutto le origini del personaggio raccontate in una trilogia di romanzi firmata da A. C. Crispin negli anni '90 e edita in Italia da Multiplayer Edizioni. Le storie in questione - La trappola, Il complotto degli Hutt, L'alba della Ribellione - appartengono al ciclo narrativo che oggi è considerato Legends: sono insomma racconti slegati dalla continuità ufficiale stabilita una volta per tutte dopo l'acquisizione di Disney e che sostanzialmente comprende i film cinematografici, le serie televisive (Star Wars: le guerre dei Cloni, Star Wars Rebels) e i nuovi fumetti pubblicati da Marvel Comics. La trilogia di Crispin, tuttavia, potrebbe aver ispirato alcuni eventi che traspariranno nel film, un po' com'è successo col personaggio dell'ammiraglio Thrawn, apparso anni fa in una serie di romanzi categorizzati Legends e poi rintrodotto ufficialmente nelle ultime due stagioni di Star Wars Rebels.
In una vecchia intervista, Woody Harrelson aveva infatti affermato che avrebbe interpretato il personaggio di Garris Shrike, mentore e figura paterna di Han nei romanzi di Crispin. Lo stesso escamotage della banda di lestofanti che si unisce per compiere un'impresa praticamente impossibile ricorda un altro romanzo incentrato su Han Solo, Contrabbandieri di Timothy Zahn, anch'esso edito da Multiplayer Edizioni e considerato Legends. In quel romanzo Han aveva tuttavia già conosciuto Luke e Leia, ma si ritrovava a dover coinvolgere Lando, Chewbacca e una serie di pittoresche vecchie conoscenze in un furto che avrebbe fatto invidia a Danny Ocean. Se Solo: A Star Wars Story pescherà a piene mani o meno nell'Universo Espanso, lo sapremo soltanto fra poche settimane. Nel frattempo, ci sentiamo cautamente ottimisti: i trailer promettono azione e divertimento e, tutto sommato, che cosa si potrebbe chiedere di più a quella galassia lontana lontana?