Dal 25 dicembre anche il pubblico italiano può godersi appieno le avventure animate del più famoso eroe della Marvel grazie a Spider-Man: Un nuovo universo, lungometraggio prodotto da Phil Lord e Chris Miller e realizzato dalla Sony Pictures Animation. Un progetto intriso della giusta dose di follia, poiché esplora il concetto del Multiverso (un insieme di realtà parallele) con fare decisamente fumettistico, pur essendo un film destinato a tutti, compresi i più piccoli. Un'idea ambiziosa - di cui abbiamo parlato anche nella nostra recensione di Spider-Man: un nuovo universo - che consente alla Sony di sfruttare il marchio di Spider-Man in modo assolutamente inedito e originale. Una delle sorprese più gradevoli di questo ultimo mese dell'anno, e a nostro avviso il più riuscito di tutti i film basati sui fumetti della Casa delle Idee. Ecco i motivi.
1. Un nuovo universo, letteralmente
Dal 1998 in poi i personaggi della Marvel sono apparsi al cinema in progetti realizzati con budget medio-alti, alternando trionfi e tonfi (per ogni Spider-Man 2 o The Avengers c'è stato un Elektra o Fantastic 4 - I Fantastici Quattro). Una cosa che accomuna tutti questi adattamenti, anche quelli riusciti, è l'occasionale mancanza di quel guizzo di follia in più dal sapore squisitamente fumettistico, dettato dalla necessità di rendere tutti i personaggi, e i loro mondi, più "terra terra" in versione live-action: che si tratti dei costumi degli X-Men o della natura divina (e della parlata) di Thor, i vari eroi e i loro avversari non erano mai esattamente come apparivano sulla pagina scritta e disegnata. Supportato dal medium dell'animazione, Spider-Man: Un Nuovo Universo annulla tali limiti e abbraccia pienamente la propria origine cartacea, restituendo l'estetica e le idee strambe dei fumetti senza alcuna reticenza. Forse nemmeno James Gunn avrebbe pensato di far coesistere sullo schermo, in un film con attori in carne ed ossa, uno Spider-Man in bianco e nero e un maiale parlante.
2. Un passato da ricordare
Pur esistendo in un mondo tutto suo, il film riconosce l'esistenza dei lungometraggi precedenti e li omaggia in diverse occasioni, in particolare tramite flashback legati alla vita di Peter Parker, di cui vediamo gesta palesemente basate su quelle delle incarnazioni interpretate da Tobey Maguire, Andrew Garfield e Tom Holland (e per la celebre frase "Da un grande potere derivano grandi responsabilità", pronunciata dallo zio Ben, l'audio proviene dallo Spider-Man del 2002). Un passato che in questa sede viene evocato con affetto ma non per forza con nostalgia, come dimostra la menzione altamente ironica della famigerata sequenza musicale in Spider-Man 3. Ciò che è stato è importante per imparare e migliorare il presente e il futuro, e da quel punto di vista il nuovo film è esattamente come un rilancio della testata cartacea: si preserva ciò che funzionava, si omette o punzecchia ciò che non andava e si costruisce un prodotto capace di attirare nuovi spettatori e di accontentare i fan di vecchia data.
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3. Un eroe qualunque
Sebbene negli ultimi anni la distinzione sia divenuta meno valida, ciò che rendeva la produzione fumettistica della Marvel diversa da quella dell'eterna rivale DC Comics riguardava i personaggi: laddove i vari Superman, Wonder Woman e Lanterna Verde erano sostanzialmente invincibili e privi di grosse difficoltà nella vita di tutti i giorni, la filosofia del compianto Stan Lee e dei suoi collaboratori fu quella dei "supereroi con superproblemi", individui che, pur avendo capacità fuori dal comune, affrontano ogni giorno con gli stessi problemi che può avere chiunque di noi, che si tratti dell'affitto, della famiglia o degli amici. Leggendo i fumetti Marvel ciascuno di noi poteva riconoscersi nell'eroe di turno, e nel caso di Spider-Man, la cui maschera copre tutto il volto, l'idea che chiunque potesse diventare come lui era particolarmente forte. Ed è proprio questa l'idea centrale del film, non solo tramite l'esperienza del protagonista Miles Morales (afroamericano da parte di padre e portoricano da parte di madre) ma anche con la presenza dei vari alter ego provenienti da varie dimensioni. Ci si mette anche lo stesso Lee, con un cameo vocale postumo intriso di simbolismo: "Prima o poi, il costume sta bene a tutti."
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4. Ce n'è per tutti
Come abbiamo già detto, il film abbraccia fieramente la propria origine fumettistica, fino a ricrearne elementi come le vignette per mostrare i pensieri dei personaggi. Nelle poco meno di due ore di durata c'è tutto ciò che caratterizza l'universo Marvel, raggruppato in un unico lungometraggio: avventura, pathos, azione, altri mondi, intimità, humour, epiche battaglie e piccoli momenti da brivido (Prowler, uno degli antagonisti, è quasi un personaggio da slasher). La vita quotidiana collide con eventi cosmici (o, in questo caso, interdimensionali), e tutto questo in una città riconoscibile come New York. Il miscuglio di tutti gli elementi di cui sopra dà vita a un racconto che va bene per tutte le età: ai piccini farà ridere Spider-Ham, l'alter ego suino proveniente da un universo dove gli animali sono antropomorfi, gli adolescenti si riconosceranno nella routine giornaliera di Miles e gli adulti simpatizzeranno con Peter B. Parker, uno Spider-Man più attempato (ha superato la quarantina) e un tantino meno eroico degli altri.
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5. Non uno di troppo
Alcuni adattamenti Marvel, e quelli di Spider-Man in particolare, sono stati criticati in più occasioni qualora fossero presenti più cattivi di rango più o meno simile, il che rendeva il film in questione squilibrato a causa dell'eccessiva carne al fuoco. La versione animata ha tenuto conto di questo aspetto, mettendo in scena quattro antagonisti ma rendendoli tutti funzionali alla trama. Certo, un minimo di gerarchia c'è, con la posizione principale affidata a Kingpin (una presenza davvero terrificante e strepitosa) e Goblin ridotto a un cameo, ma quando appaiono Prowler e Dr. Octopus il meccanismo non si inceppa affatto, poiché i due personaggi arricchiscono ulteriormente la trama sul piano tematico e simbolico. E anche, bisogna dirlo, su quello dell'azione. Come per le varie incarnazioni del Tessiragnatele, tutto è in perfetto equilibrio, senza dover scomodare Thanos.