A oltre un mese e mezzo di distanza dai Golden Globe, annunciati quest'anno attraverso i social media e senza un'autentica cerimonia di premiazione, domenica è stata la volta di un'altra tappa fondamentale della "stagione dei premi": gli Screen Actors Guild Award, i trofei per il cinema e la televisione votati dai componenti del sindacato degli attori americani (un bacino elettorale di circa centosessantamila membri). Si tratta di uno dei riconoscimenti in assoluto più prestigiosi del mondo dello spettacolo; a maggior ragione, poi, in un'annata in cui i Golden Globe sono passati piuttosto sottotraccia. Andiamo dunque ad analizzare i vincitori dei SAG Award 2022 nelle categorie cinematografiche, ma soprattutto il loro possibile impatto sull'attuale corsa agli Oscar 2022.
Ariana DeBose a passo di danza verso l'Oscar
Vale la pena ricordare, infatti, che una discreta percentuale di membri dell'Academy coincide con gli elettori dei SAG Award; pertanto, premi e nomination della Screen Actors Guild possono dare indicazioni sulle tendenze, nelle analoghe categorie, per quanto riguarda gli Oscar. E se c'è un'interprete che, dopo la cerimonia di domenica, può vantare uno status da incontrastata favorita, questa è senz'altro Ariana DeBose, che ha collezionato un altro trofeo come miglior attrice supporter grazie al ruolo di Anita in West Side Story. Per il musical di Steven Spielberg, uscito a ridosso della fine del 2021, si trattava dell'unica candidatura ai SAG Award, ma ciò non ha frenato la marcia trionfale di Ariana DeBose, che proseguirà quasi certamente fino alla notte degli Oscar del 27 marzo. La parte della grintosa Anita era già stata resa indimenticabile, sessant'anni fa, dall'attrice Rita Moreno, premiata con l'Oscar per il West Side Story originale del 1961.
West Side Story, la recensione: come aggiornare un classico
L'incoronazione del King Richard di Will Smith
Vittoria quasi scontata, ai SAG Award, pure per Will Smith, candidato per la seconda volta (quindici anni dopo La ricerca della felicità) e premiato come miglior attore per il suo ritratto di Richard Williams, padre/manager di Venus e Serena Williams, nel dramma sportivo Una famiglia vincente - King Richard. Il film di Reinaldo Marcus Green, candidato anche per il miglior cast e in lizza per sei Oscar, è stato molto apprezzato in America (ben al di là dei suoi meriti effettivi), e Will Smith è uno dei nomi più popolari del cinema dell'ultimo quarto di secolo. Riuscirà a ripetere l'impresa agli Oscar? L'ex Principe di Bel-Air per ora rimane il favorito, ma l'eccellente accoglienza dell'Academy per Il potere del cane rende la partita decisamente aperta, con Benedict Cumberbatch che resta un formidabile rivale per la statuetta... in particolare se Cumberbatch dovesse prevalere ai BAFTA Award del 13 marzo, dove gioca "in casa".
Una famiglia vincente - King Richard, la recensione: i sogni di un padre
Jessica Chastain miglior attrice, gara apertissima per l'Oscar
Alla serata dei SAG Award, la vera sorpresa è arrivata nella categoria per la miglior attrice, una delle più 'combattute' di quest'anno. Dopo la clamorosa omissione della Kristen Stewart di Spencer, che in compenso è stata 'ripescata' agli Oscar, sembrava infatti che Nicole Kidman, già ricompensata con il Golden Globe per A proposito dei Ricardo, fosse avviata a collezionare anche il suo primo Screen Actors Guild Award cinematografico. A prevalere, invece, è stata la protagonista di un altro film biografico: Jessica Chastain, che presta il volto a una nota tele-predicatrice caduta in disgrazia ne Gli occhi di Tammy Faye. Il film di Michael Showalter ha ricevuto un responso abbastanza tiepido da parte di critica e pubblico, ma la magnetica performance di una scatenata Jessica Chastain ha permesso all'attrice californiana di aggiudicarsi il primo SAG Award 'individuale' della sua carriera. Apertissima, a questo punto, la gara per l'Oscar: la Kidman e la Chastain si preannunciano come le principali contendenti, ma non è da escludere l'ipotesi di una "terza incomoda".
Gli occhi di Tammy Faye, la recensione: fede, soldi e carità
I segni del cuore eletto miglior cast dell'anno
Concludiamo infine con il massimo trionfatore dei SAG Award: I segni del cuore di Sian Heder. Remake americano de La famiglia Bélier, distribuito negli USA dal servizio di streaming Apple TV+ ad agosto (in Italia, invece, è uscito in sordina direttamente in home-video), I segni del cuore ha rappresentato in patria un cosiddetto sleeper hit: molte visualizzazioni, un ampio gradimento da parte del pubblico e tre nomination agli Oscar, tra cui miglior film. Ai SAG Award, la commedia familiare di Heder si è portata a casa entrambi i trofei per cui era candidata: miglior attore supporter a Troy Kotsur (primo interprete sordomuto in lizza per un SAG) e miglior cast cinematografico. In quest'ultima categoria I segni del cuore ha superato la concorrenza del favorito della vigilia, Belfast (che vede scemare le sue quotazioni per l'Oscar), ma pure i plotoni di star schierati da Don't Look Up e da House of Gucci.
Classico esempio di feel-good movie, I segni del cuore si inserisce alla perfezione nel novero di quei titoli 'popolari' che di solito riscuotono consensi trasversali presso il gigantesco elettorato dei SAG Award; si pensi, fra i vincitori degli anni scorsi, a campioni d'incassi quali The Help, Il diritto di contare e Black Panther. Agli Oscar, tuttavia, I segni del cuore non ha reali chance di ottenere il premio come miglior film; in compenso, Troy Kotsur ora è ufficialmente l'interprete da battere come miglior attore supporter, grazie a una performance buffonesca ma anche 'tenera' che potrebbe avere la meglio su candidati più "sotto le righe" come Ciarán Hinds o Kodi Smit-McPhee. Smit-McPhee, ricompensato ai Golden Globe per Il potere del cane, resta ad oggi lo sfidante più accreditato di Kotsur, in un'edizione degli Oscar in cui non mancheranno diverse categorie dall'esito incerto.