The Boys, Patriota: il volto oscuro dell'America

Nell'universo di The Boys, nessuno personaggio è più disturbante e affascinante di Patriota, il villain per eccellenza: ma chi rappresenta il realtà? Cosa ci dice della storia e della cultura americana?

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The Boys 2: Antony Starr è il Patriota nella stagione 2

Nel panorama odierno, ben poche serie televisive possono rivendicare una maggior audacia e autenticità di The Boys, tratta dai fumetti creati da Garth Ennis e Darick Robertson. In quell'universo di falsi eroi e di falsi idoli creati in laboratorio, strumento di controllo sia fisico che mediatico, nessuno è più pregno di significati di Patriota, in originale Homelander, il villain assoluto, il cattivo definitivo. Sinistro ed imprevedibile vigilante, Patriota rappresenta quanto di più contraddittorio, violento e persistente la società americana sia stata per decenni. A ben pensarci egli è il totem dei peccati originali della terra delle opportunità.

Una creatura di un'altra epoca

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The Boys: Dominique McElligott, Antony Starr nella prima stagione

Patriota è creato per essere l'eroe per eccellenza, lo scudo dell'America, il simbolo stesso del patriottismo, quasi una sorta di materializzazione degli ideali americani, avvolto nel suo mantello a stelle e strisce, nel suo costume kitsch e pittoresco. Egli è per forza di cose il leader, il volto da copertina, il "Gran Capitano" di quei Sette che a prima vista sono quanto di meglio possa avere l'America per essere protetta. Tra velocisti, uomini invisibili, principesse guerriere e umani-anfibi, lui invece è il rassicurante e virile uomo-aquila, la giustizia a stelle e strisce, il bene che trionfa sul male, il sorriso luminoso della fierezza testosteronica da anni Cinquanta, catapultato nel mondo del terzo millennio. Almeno finché funziona, finché non arriva una come Stormfront che, con pochi spiccioli e un bel po' di social, ne mette in mostra lacune mediatiche: a conti fatti, Patriota appare sovente una creatura fuori tempo massimo. Lo è esteticamente, dal punto di vista comunicativo (non dialoga, fa monologhi) e tutto in lui parla di XX secolo, di Superman e Captain America, di Dollar Bill e John Wayne. Fateci caso, Patriota usa, per curare la sua immagine, metodi vecchi, vetusti, da Guerra Fredda o da Presidente del tempo che fu, sembra il protagonista di un kolossal della Hollywood anni 70.

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L'alfiere dell'America profonda

Non si è mai visto in una serie tv un cattivo come Patriota. Antony Starr (già visto in Banshee) ha fatto sì che Patriota fosse l'elemento di spicco di una serie che ha attualizzato temi e personaggi rispetto alla versione cartacea. Patriota è unione fantastica di forza ed insicurezza, di una vanità assolutamente fuori controllo. Egli è l'America profonda, nella sua essenza più sanguinolenta, storica, immutabile nei secoli, la stessa che voterà a novembre Trump, e prima ancora votava i due Bush, Raegan, Nixon e che si riconosce nella trinità di Dio, Patria e Famiglia. Al pubblico vende l'immagine del brillante ragazzo modello, figlio di una famiglia bianca amorevole, con la bandiera sul portico, il baseball e le foto di felici momenti passati.

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The Boys 2 I Sette
The Boys 2: I Sette in una foto promozionale

Con sfumature diverse, con varietà diverse, ma è innegabile che egli sia il totem di quell'America cresciuta sulle spalle degli schiavi, del massacro dei nativi, degli immigrati. Un'America per la quale esistono solo gli Stati Uniti, il resto del mondo è una succursale, non è all'altezza della terra degli uomini liberi e della patria del coraggio. Per loro l'America è il mondo ed il mondo è l'America. Il resto non conta. Ed è sempre all'America che Patriota si rivolge.

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Tra retorica e Guerra Fredda

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The Boys: Dominique McElligott, Antony Starr durante una scena della serie

L'America che Patriota rappresenta, apparentemente è l'America di Captain America, l'America della "Generazione Gloriosa", che sconfisse il nazi-fascismo, che salvò il mondo. Il suo cercare di essere il rassicurante super-uomo della porta accanto, lo pone chiaramente come epigono di Clark Kent, che come lui vola, sfreccia nei cieli, sorride all'umanità inferiore. Paternalistico, armato di una retorica tanto grossolana quanto collaudata, nasconde, come il paese che rappresenta, una ferocia disumana e gratuita, un completo disprezzo per la vita altrui, coperta falsi sorrisi e frasi ad effetto. Dal Vietnam alle Filippine di fine XIX secolo, dal Medio Oriente attuale alle dittature in giro per il mondo, gli Stati Uniti sono stati spesso proprio come lui: massacratori che si appropriavano della purpurea veste dei difensori dei valori.
I loro valori naturalmente, contrapposti a quelli degli "altri", descritti sovente neppure come veri uomini, ma come alieni piuttosto, aberrazioni, da eliminare con il sorriso sulle labbra.

Il simbolo della guerra tecnologica

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The Boys 2: I Sette in una scena della nuova stagione

In lui rivive (in virtù della sua disarmante potenza) anche la nuova dimensione della guerra tecnologica verticale, del potere esecutivo, insomma della violenza istituzionalizzata. Che sia l'esercito, il corpo dei marines o l'aviazione, l'America ha venduto in questi ultimi 30 anni l'immagine di un'armata fatta di machos indomiti, corpi super-speciali per super-cattivi. Stallone, Schwarezenegger, Chuck Norris sono solo alcuni dei quegli eroi di celluloide votati al sacrificio, ma la realtà è che la guerra l'America l'ha fatta dall'alto, con bombe intelligenti, aerei invisibili, droni, senza curarsi più di tanto dei civili anzi, dei "danni collaterali". Patriota è la perfetta rappresentazione di quella superiorità tecnologica fredda, impietosa e unilaterale, nascosta al mondo della narrazione epica di American Sniper o Lone Survivor. "I veri eroi siete voi" ripete ai reparti speciali che attoniti lo vedono fare a fette ogni cosa. I veri eroi...

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La maschera di una società malata

Il suo connettersi al lato oscuro dell'America è però più profondo, interessa una dimensione culturale bifronte, in cui ufficialmente, agli occhi del pubblico e del mondo, vi è accettazione della diversità, tolleranza, apertura... ma in realtà Patriota rappresenta il maschio bianco, maniaco del controllo, razzista, machista, violento, possessivo. The Boys ce ne mostra il desiderare ed insieme avere repulsione della famiglia, quel pilastro della società americana che insegue in una paternità impossibile, per compensare un'infanzia rubata.

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The Boys 2: Antony Starr ed Erin Moriarty in una scena della nuova stagione

Agogna il corpo della figura materna, dominante, rassicurante, che poi uccide di fronte non tanto al tradimento, ma alla debolezza, alla paura, la stessa per la quale continua ad atterrire Queen Maeve, esercitando un potere che lo eccita molto più di ogni eventuale rapporto sessuale, da buon maniaco del controllo e narcisista insoddisfatto. Il sesso, per lui, assume la dimensione del represso, dei desideri inconfessabili, del potere da sfoggiare, così come quell'America che lui rappresenta (religiosa, patriottica, puritana) si scopre sovente amante del torbido, della pornografia e dell'eccesso. Un caso che nell'ultimo episodio egli "si conceda" a Stormfrost (una bravissima Aya Cash)? La nuova arrivata lo conquista in virtù una capacità di dominarlo ed insieme di aiutarlo, con la sua natura sadica e narcisista. Ella non ha alcuna paura di lui, anzi lo sfida. E la sfida per Patriota è tutto.

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Patriota è la coscienza sporca dell'America

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The Boys: un'immagine della prima stagione

Patriota è soprattutto il simbolo dei peccati dell'America, della sua ipocrisia nel considerarsi culla dei valori del mondo libero e contemporaneamente negazione assoluta di essi. Una realtà che nasconde sotto un perenne stato di guerra. Fateci caso, sono tutte cose che in The Boys emergono prepotentemente: serve il super-cattivo, serve il nemico, per giustificare ogni nefandezza da perdonare, per distogliere l'attenzione dai propri peccati. Nella vita reale era il Golfo del Tonchino, le armi di distruzione di massa, qui sono i reietti, i ribelli, sono nemici che "casualmente" vengono affrontati fuori dai confini nazionali. Patriota è il simbolo di questa bellicosità preventiva, è lo scudo dell'America, appare inattaccabile e amato da un popolo che non vede la fantasia totalitaria che egli rappresenta. Alla fine va in difficoltà quando il pubblico vede un frammento di quei crimini che in realtà erano sotto gli occhi di tutti da sempre. Affascina come si ripeta il fatto che non è la conoscenza, ma la visione diretta di tali crimini il problema per il popolo americano. Lo era in Vietnam, con l'esecuzione sommaria di un prigioniero diventata storia, lo erano le torture ad Abu Ghraib. Lì quelle guerre sono state perdute, non sul campo, ma a causa di quei crimini. Ma non per il fatto che ci fossero (lo si sapeva) ma che si vedessero, che invadessero la routine quotidiana del cittadino comune. Ed è in questa ipocrisia che Patriota infine si rivela molto meno mostruoso di quel popolo, che passa in un amen da osannarlo a rinnegarlo, senza mai fare autocritica. A conti fatti, soprattutto dopo l'ultima puntata, Patriota non è un'aberrazione del sistema America, ma il ritratto più vero di una falsa democrazia.