The Boys 2x04, recensione: questioni di libertà

Recensione del quarto episodio della seconda stagione di The Boys, dove si comincia a entrare nel vivo per quanto riguarda uno dei nuovi personaggi.

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The Boys: Antony Starr in una scena della serie

Eccoci all'inedito appuntamento settimanale con una delle serie di punta di Amazon Prime Video, dato che con questa recensione di The Boys 2x04 inizia la distribuzione "lineare" dei nuovi episodi, uno a settimana, seguendo il modello dei network (o meglio, parlando delle piattaforme di streaming, quello di Apple TV+, che propone tre episodi consecutivi e poi opta per la cadenza settimanale per il resto della stagione). Una strategia che non è andata giù a parte dei fan, che hanno invaso la scheda dello show per assegnare il voto più basso possibile, semplicemente per esprimere il loro disappunto perché non potevano vedere tutti e otto gli episodi uno dietro l'altro, come da prassi per le offerte di Prime Video (salvo casi eccezionali legati a serie di cui gestiscono solo la distribuzione internazionale). Una reazione sintomatica di quanto il bingewatching sia diventato parte integrante delle modalità di consumo, ed eccessiva nei confronti di un piano a suo modo filologico, che rispetta la scaletta "a puntate" del fumetto originale e dà ai singoli episodi la possibilità di respirare.

Dove eravamo rimasti

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The Boys: una scena della serie con Chace Crawford

La seconda stagione di The Boys, come abbiamo sottolineato nella nostra recensione collettiva dei primi tre episodi, ha un ritmo meno frenetico, con più spazio per l'introspezione. Elemento che si è visto, finora, con vari rapporti personali interessanti: c'è Butcher (Karl Urban) che ha ritrovato la moglie e ora vuole portarla in salvo; c'è Hughie (Jack Quaid) che sta cercando di aggiustare le cose con Starlight (Erin Moriarty); c'è il Patriota (Antony Starr) che vuole legare con il proprio figlio; c'è Queen Maeve (Dominique McElligott) che teme per l'incolumità della compagna, causa gelosia del Patriota; e c'è Kimiko (Karen Fukuhara) alle prese con la morte del fratello, ucciso a sangue freddo da Stormfront (Aya Cash), new entry nei Sette che ufficialmente si fa portavoce di una mentalità all'insegna del politicamente corretto, criticando il sessismo sistemico della Vought, ma in realtà è una razzista che non esita a uccidere persone a caso. Tutto questo senza dimenticare Abisso (Chace Crawford), che sta cercando di migliorare il proprio rapporto con le donne dopo una conversazione allucinata con le proprie branchie.

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The Boys: Dominique McElligott, Antony Starr durante una scena della serie

Da tutto questo parte quindi il nuovo sistema settimanale, che inizia con Over the Hill Nothing Like It In the World the Swords of a Thousand Men e ruota attorno a un mistero: è possibile che, anni addietro, un Super potesse aver commesso un omicidio senza finire nei guai con la legge? È ciò che Hughie, Latte Materno e Starlight, ora pienamente coinvolta nelle attività dei Boys, cercano di scoprire, in seguito a una soffiata sulle presunte malefatte, anch'esse a sfondo razzista, di una tale Liberty, e così comincia a solidificarsi l'arco narrativo di Stormfront, che altri non è che Liberty con un nuovo nome, rispettando così in parte la natura fumettistica del personaggio (che nella versione cartacea è un uomo, ma mantiene l'indole bigotta e invecchia lentamente grazie agli effetti del Composto V). Una svolta interessante, che affronta così diverse problematiche americane contemporanee, dal razzismo che attraversa le generazioni all'ipocrisia di chi sposa certe cause sociali solo per il proprio tornaconto. E così, dopo la minaccia più generica dei Super e di Vought nella prima stagione, in questa sede abbiamo una vera e propria figura antagonistica principale, che porta in una nuova direzione la rilettura, già effettuata in parte con il sadismo del Patriota, del supereroe come personaggio "di destra".

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Odi et amo

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The Boys: una scena della serie con Karl Urban e Jack Quaid

E così, mentre Stormfront porta avanti la propria missione a base di odio, altrove c'è spazio per non poca tenerezza, con una storyline che ci ricorda che, al netto dello spazio concesso alle figure dei Super, il vero nucleo dello show è legato ai Boys, a questi reietti molto umani (ed è lecito sperare che, a differenza del fumetto, la serie non decida di dare al gruppo i superpoteri, tolto il caso speciale di Kimiko). E lo fa attraverso Hughie, quello più umano di tutti, entrato a far parte della squadra in seguito a un lutto, come Butcher, ma senza perdere di vista l'empatia e un minimo di ottimismo. Ed è ciò che emerge, appunto, nelle sue impacciate ma sincere interazioni con Starlight, visibilmente ferita dopo gli eventi della prima stagione ma disposta a perdonare. E di conseguenza, tra una freddura e un colpo di scena, abbiamo nuovamente a che fare con uno di quei momenti più piccoli che danno allo show la sua marcia in più, perché sotto la scorza brutalmente satirica proveniente dalla folle fantasia di Garth Ennis c'è un cuore, e la scelta di accentuarlo in questi episodi consente alla seconda stagione di ritagliarsi un'identità a suo modo distinta dalla prima, dove il pathos c'era ma era un po' un work in progress.

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Conclusioni

Ed eccoci quindi alle prese con la nuova distribuzione settimanale della popolare serie di Amazon Prime Video, come abbiamo avuto modo di commentare in questa recensione di The Boys 2x04. La formula funziona, perché tra elementi emotivi, punte satiriche, esplosioni di violenza e squisiti colpi di scena, lo show basato sull'omonimo fumetto è l'ideale per una visione più centellinata, da assaporare di volta in volta.

Movieplayer.it
4.5/5
Voto medio
5.0/5

Perché ci piace

  • L'evoluzione della storyline di Stormfront annuncia sviluppi intriganti.
  • Jack Quaid ed Erin Moriarty sono irresistibili insieme.
  • I momenti più intimi sono molto belli.

Cosa non va

  • Dopo l'accumulo di eventi nei primi tre episodi, questo potrebbe risultare un po' sottotono per i fan duri e puri.