Inizia con un palcoscenico, e una red curtain, un sipario ancora chiuso, Moulin Rouge!, il film di Baz Luhrmann compie 20 anni. Veniva presentato infatti al Festival di Cannes il 9 maggio del 2001. Vederlo oggi è ancora un'esperienza incredibile, totalizzante, avvolgente. Moulin Rouge! è un grande musical, ma è anche operetta, opera rock, melodramma e mélo, un grande rock'n'roll show, uno "Spectacular Spectacular", come lo spettacolo che i protagonisti della storia vogliono mettere in piedi. L'inizio con quel palco e quel sipario ci dice già che siamo in un mondo di finzione. Che tutto quello che stiamo vedendo vive in un mondo a parte, fuori dallo spazio e dal tempo, che è il teatro. È come se i personaggi avessero viaggiato nel tempo e nelle epoche, fossero arrivati negli anni Settanta del secolo scorso, avessero vissuto fino ai Novanta, e fossero tornati indietro, a Parigi nel 1900, dove si svolge la storia, portandosi con sé dal futuro 30 anni di cultura pop. È la Parigi del 1900, ma in realtà è un luogo ideale, dove vivono dei personaggi in cerca d'autore. Ma non sono dei personaggi vuoti. Satine, Christian, Henri de Toulouse-Lautrec e gli altri sono reali, vivi, vibranti, carichi di passione. Che vive a sua volta di quella di altri artisti che nel tempo hanno saputo racchiuderla in parole e musica, e hanno saputo raccontare l'amore. Sono personaggi vividi perché li hanno disegnati così. Così bene che hanno preso vita. E se il disegnatore si chiama Baz Luhrmann, capirete perché accade. Moulin Rouge! è un fantastico gioiello pop.
La Traviata e La bohème diventano pop
L'idea geniale di Baz Luhrmann è stata questa. Prendere un mondo, la Parigi del 1900, un locale iconico come il Moulin Rouge, e metterlo al centro di un melodramma, ispirato a La Traviata di Giuseppe Verdi e a La bohème di Giacomo Puccini. Ma se l'Opera era la musica popolare di quei tempi, Luhrmann ha voluto prendere come linguaggio per il suo racconto la musica "pop" contemporanea. E in questo modo riscrivere il libretto della sua opera. La parola chiave è "Love", "Amore", e il regista australiano e il suo gruppo di lavoro sono andati a cercare chi è riuscito, negli ultimi venti-trent'anni, a raccontarla nel modo migliore. Le parole di queste canzoni sono il cuore della storia, si mescolano alla perfezione ai dialoghi della sceneggiatura, a volte escono dalla canzone per entrare nei dialoghi parlati, arrivando di soppiatto e introducendo le canzoni stesse. A volte sono modificate per essere coerenti con i dialoghi. È come una sorta di cut up, la tecnica dei poeti della Beat Generation. Solo che loro tagliavano le parole e le componevano a caso. Qui i pezzi dei testi sono tagliati e ricomposti ad arte, con un'arte sopraffina. Può capitare che vedano il loro senso rafforzato, o che acquistino nuovo senso. A volte le canzoni si mescolano tra loro in modo naturale, altre in modo straniante, con delle combinazioni a cui si stenta a credere. Eppure funzionano.
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Patti Labelle e i Nirvana? Si può fare!
Chi avrebbe pensato che Patti Labelle potesse stare accanto ai Nirvana? Eppure è così. Nel rutilante tourbillon iniziale, in cui veniamo catapultati nel Moulin Rouge, vediamo dialogare le ballerine di Can Can e il pubblico maschile del locale. "Voulez-vous coucher avec moi, ce soir?", "volete venire a letto con me, stasera?" cantano loro, nel famoso invito di Lady Marmalade. "I feel stupid and contagious, here we are now, entertain us", "mi sento stupido e contagioso, eccoci qui, intratteneteci", cantano gli uomini. È Smells Like Teen Spirit dei Nirvana. E nel racconto del mondo di Moulin Rouge, ci sta alla perfezione.
Se Marilyn Monroe incontra Madonna
È perfetto anche il medley dell'ingresso in scena di Satine (Nicole Kidman), Sparkling Diamonds. Satine è una cortigiana, una prostituta, e quando entra in scena deve fare il suo personaggio, il suo show, deve presentarsi con sfrontatezza. E allora ecco Diamonds Are A Girl's Best Friend, la canzone che Marilyn Monroe cantava ne Gli uomini preferiscono le bionde. "Un bacio sulla mano può essere piuttosto continentale, ma i diamanti sono i migliori amici di una ragazza, un bacio può essere fantastico, ma non pagherà l'affitto del vostro umile appartamento, o vi aiuterà alla tavola calda". Satine trova le parole perfette per presentarci la sua vita. E aggiunge "viviamo in un mondo materialista e io sono una ragazza materialista". È Madonna, che nel video di Material Girl citava proprio il numero di Marilyn Monroe ne Gli uomini preferiscono le bionde. E l'associazione tra le due canzoni è immediata. Madonna tornerà più tardi, con Like A Virgin, cantata, in terza persona, dall'Harold Ziedler di Jim Broadbent, quando parlerà al Duca di Satine. Facendogli credere che lui la fa sentire "come una vergine, toccata per la prima volta".
Your Song di Elton John: la dichiarazione d'amore perfetta
Nella suite a forma di Elefante, un posto da Mille e una notte, Christian (Ewan McGregor) e Satine si dichiarano il loro amore, sulle parole e la musica di Your Song di Elton John. "Il mio dono è una canzone e l'ho scritta per te. E tu puoi dire a tutti che questa è la tua canzone. Spero che non ti dispiaccia se dico che è bella la vita ora che il mondo mi ha dato te". Your Song è ancora una volta nella Storia del cinema, dopo che aveva introdotto l'epilogo de Le onde del destino di Lars Von Trier (nella seconda versione, dove aveva preso il posto di Life On Mars? di David Bowie) e prima di Rocketman, il biopic su Elton John.
Se Dolly Parton arriva dopo David Bowie
Ma ascoltare David Bowie, e un attimo dopo sentire Dolly Parton e ritrovarsi commossi è qualcosa che non avremmo mai immaginato. Accade tutto nell'incredibile medley centrale del film, l'Elephant Love Medley. Dopo essersi dichiarati il loro amore, Christian e Satine ne parlano, anzi, ne cantano ancora. Il medley è incredibile. In un flusso di parole si susseguono: All You Need Is Love (The Beatles), I Was Made For Loving You (Kiss), Just One Night (Phil Collins), Pride (In The Name Of Love) (U2), Don't Leave Me This Way (Harold Melvin & the Blue Notes) Up Where We Belong (Joe Cocker), "Heroes" (David Bowie) e I Will Always Love You (Dolly Parton) per tornare a Your Song. È un ottovolante di riferimenti ed emozioni, è un mix di canzoni che costruiscono un unico discorso. "Tutto quello che hai bisogno è amore", "Sono nato per amarti, e tu sei nata per amare me". Le parole cambiano per adattarsi alla storia. Così quel "in the name of love, one more in the name of love" degli U2 diventa "in the name of love, one night in the name of love", "una notte in nome dell'amore". E "Heroes", canzone perfetta perché racconta la storia di due amanti divisi da un muro, cambia quel suo "'cause we're lovers", in "we should be lovers", "noi dovremmo essere amanti"; perché Christian sta convincendo Satine a stare con lui. E quel "we can steal time, just for one day", "possiamo rubare il tempo, solo per un giorno" rende tutto più struggente.
Roxanne dei Police diventa un tango
Un'altra canzone che in Moulin Rouge! acquista una vita completamente nuova è Roxanne dei Police. È la storia di una prostituta, e di un uomo che prova a farle cambiare vita. Il reggae bianco dei Police qui diventa un tango fumoso e disperato, in cui la voce roca di José Feliciano graffia su un ossessivo suono di violini. Sospetto, rabbia, tradimento, gelosia. Roxanne evoca tutto questo. "Roxanne, non devi accendere quella luce rossa. Quei giorni sono finiti. Non devi vendere il tuo corpo alla notte. Roxanne, non devi indossare quel vestito stasera, passeggiare lungo la strada per soldi. A te non interessa se è giusto o se è sbagliato". Nel momento in cui Satine vorrebbe disperatamente cambiare vita, vorrebbe innamorarsi, la canzone, interpretata dall'attore che porta in scena i sentimenti di Christian, è una sorta di "Coro", di commento a quello che stanno vivendo i protagonisti. El Tango De Roxanne, così è stata rinominata la canzone, è diventato un brano che è andato oltre Moulin Rouge!: lo abbiamo visto riproposto in decine di balletti e coreografie, in spettacoli teatrali e televisivi.
The Show Must Go On
Ma, al di là delle gelosie, dei turbamenti, di persone in pericolo di vita, lo spettacolo deve andare avanti. Continua a ripeterselo per tutto il film l'Harold Ziedler di Jim Broadbent, impresario sensibile dentro ma cinico fuori, quello che, al di là di tutto, deve mandare avanti la baracca. "Noi siamo gente di malaffare, che non può pensare all'amore". E continua a dircelo, sussurrando, che "un altro eroe, un altro crimine irragionevole, dietro il sipario, nella pantomima, mantiene la linea. Qualcun altro lo vuole sopportare ancora?". The Show Must Go On irrompe in tutta la sua drammaticità, in tutta la sua potenza, in uno dei climax del film. In un momento in cui siamo disillusi per quella che è la vita, la finzione, lo spettacolo. Eppure il nostro cuore batte forte per la sorte dei nostri protagonisti. Cantata da Jim Broadbent con enfasi e timbro da tenore, con l'orchestrazione carica e barocca, è una versione che fa risaltare, qualora ce ne fosse bisogno, la natura operistica e melodrammatica di certe composizioni dei Queen. E, ancora una volta, è inserita alla perfezione nel racconto.
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Nicole Kidman in stato di grazia
Ma questi sono solo alcuni momenti di uno show che non lascia respiro. Nel cinema spasmodico, tachicardico, eccessivo di Baz Luhrmann, veniamo trascinati a teatro da carrelli vorticosi, da un montaggio frenetico, per poi sognare con momenti più distesi e commuoverci, quando il ritmo scende sempre di più e il ralenti fissa i momenti più intensi. Il cinema, rispetto a un musical a teatro, ha la possibilità di lavorare sui primi e primissimi piani, e Luhrmann la sfrutta, scrutando i volti di uno Ewan McGregor sorprendente per vocalità e sensibilità, e di una Nicole Kidman in stato di grazia, dopo Eyes Wide Shut nel momento più alto della sua carriera. I loro Christian e Satine vivono in un mondo dove la musica è ovunque. Le canzoni che vi abbiamo raccontato sono solo alcuni movimenti di una sinfonia, che si apre e si chiude con Nature Boy, una canzone di David Bowie (anche con i Massive Attack), e dove ascoltiamo Children Of The Revolution dei T-Rex di Marc Bolan cantata da Bono e Gavin Friday e Because We Can di Fatboy Slim, mentre Beck rilegge ancora David Bowie e la sua Diamond Dogs. E poi c'è Come What May, tema del film cantato dai due attori protagonisti. Behind the curtain, dietro il sipario, c'è un mondo incredibile. E a crearlo è stato Baz Luhrmann.