Il 31 gennaio del 1992 arrivava nelle sale italiane una delle commedie più importanti del nostro cinema contemporaneo: Maledetto il giorno che t'ho incontrato, un film diretto e interpretato da Carlo Verdone, qui protagonista insieme a Margherita Buy.
Tra le opere più acclamate e premiate della carriera del regista e sceneggiatore romano, Maledetto il giorno che t'ho incontrato è una pellicola romantica atipica: uno splendido incontro tra comicità e sentimenti, che esplora molte delle tematiche care al Verdone della maturità artistica (le difficoltà nei rapporti di coppia, le nevrosi e le insicurezze dei quarantenni, la passione per la musica) e regala alcune scene indimenticabili, con l'amore sempre sullo sfondo. A trent'anni dalla sua uscita, Maledetto il giorno che t'ho incontrato si può senza dubbio definire la commedia perfetta di Carlo Verdone: riscopriamola insieme.
In cerca di Jimi Hendrix
Bernardo Arbusti, detto "Bernie" (Carlo Verdone) è un giornalista musicale romano che lavora a Milano. Un giorno, viene piantato in asso dalla compagna Adriana (Elisabetta Pozzi), che lo ritiene incapace di prendersi le proprie responsabilità all'interno del loro rapporto. Così, già spesso vittima di periodi mentalmente complicati, Bernie cade in uno stato di precario equilibrio psico-fisico, e per questo ricorre all'uso (anzi, all'abuso) di farmaci e all'assistenza (poco convincente) del prof. Altieri. Eppure, avrebbe in mano un importante lavoro da portare a termine: una biografia esclusiva su Jimi Hendrix, idolo musicale incontrastato di Bernardo e la cui scomparsa lo ha consegnato alla leggenda, come tutti gli "artisti maledetti".
Mentre cerca di ripartire, Bernardo incontra per caso, proprio nel palazzo del suo psicologo, l'affascinante Camilla Landolfi (Margherita Buy): un'attrice alle prese a sua volta con ansie e paure, tutte riflesse sul proprio lavoro. Come se non bastasse, si è infatuata del prof. Altieri, cacciandosi in evitabili guai sentimentali. Dopo uno scontro iniziale, Bernardo e "Billa" comprendono di essere affini caratterialmente e di avere problemi relazionali molto simili, e danno così avvio a una tenera amicizia, imparando a sostenersi a vicenda. Tra alti e bassi, si ritroveranno dopo qualche tempo in Cornovaglia, lì dove Bernie spera di concludere il proprio libro...
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Nevrotici e innamorati
Scritto da Carlo Verdone insieme a Francesca Marciano, Maledetto il giorno che t'ho incontrato ha tutte le caratteristiche della commedia ideale. Due protagonisti pieni di sfaccettature e una storia d'amore dalla costruzione molto particolare: mai scontata, ricca di imprevisti e piena di saliscendi, come i tratti distintivi delle personalità di Bernie e Billa.
Da perfetti sconosciuti a compagni di disavventure, entrambi comprenderanno progressivamente che il loro incontro sarà stato per entrambi la miglior fortuna che potesse capitargli. Prima di arrivare in fondo, però, saranno più d'uno i momenti di contrasto tra Bernardo e Camilla, quasi tutti legati al loro stato d'animo. Ogni momento del loro confronto, che per molti versi ricorda quello tra i due protagonisti di Harry, ti presento Sally (diretto da Rob Reiner nel 1989), appassiona e diverte, risultando pungente al punto giusto.
La freschezza della sceneggiatura del film si apprezza anche grazie alla regia di Verdone, che inquadra perfettamente i personaggi di Bernardo e Camilla e li racconta un passo alla volta, aggiungendo degli elementi una scena dietro l'altra. Seguirli è come andare sulle montagne russe: il viaggio al quale l'autore romano invita lo spettatore è semplicemente irresistibile. Le nevrosi che li condizionano nella loro vita quotidiana e nei rapporti interpersonali non impediscono a entrambi di sognare di uscirne. Ma, dato che fidarsi delle persone è sempre più difficile, a Billa e Bernie non resterà che affidarsi l'uno all'altra, e insieme impareranno a conoscersi, ad affrontare i propri limiti e a tentare di superarli. Sebbene il punto di rottura sia sempre dietro l'angolo...
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Carlo e Margherita, un duetto straordinario
Maledetto il giorno che t'ho incontrato è stato un successo di pubblico e critica, risultando anche tra i film più premiati della carriera di Carlo Verdone. Tra i numerosi riconoscimenti, spiccano certamente quelli ottenuti ai David di Donatello del 1992. Candidato a nove statuette, la pellicola ne ottenne cinque: per la miglior sceneggiatura, la miglior fotografia (firmata da Danilo Desideri), il miglior montaggio (realizzato da Antonio Siciliano) e per le interpretazioni di Verdone e di Elisabetta Pozzi. Fu ovviamente nominata anche Margherita Buy, che ad oggi conta sette David vinti su sedici nomination complessive (in assoluto tra le attrici più premiate di sempre dall'Accademia).
Il duetto tra Carlo e Margherita è semplicemente prodigioso, ed essenzialmente per due ragioni: per il talento indiscutibile dei due interpreti, tra i volti più amati del nostro cinema, e il loro affiatamento e l'amicizia risultano evidenti anche in scena; e per la cura di Verdone per il personaggio di Camilla, come da tradizione del regista e sceneggiatore romano.
Come già in Borotalco (1982), Acqua e sapone (1983), Io e mia sorella (1987) e Stasera a casa di Alice (1990), la protagonista femminile è fondamentale nell'incastro narrativo: Carlo le dedica una straordinaria attenzione, affidandosi alla magnifica attrice romana e scrivendo un'altra bellissima pagina nel proprio percorso artistico. Verdone è tra gli autori italiani che ha maggiormente esplorato l'universo femminile, e lo ha fatto attraverso figure entrate nell'immaginario collettivo: basti pensare alla Nadia di Eleonora Giorgi e alla Sandy di Natasha Hovey, per giungere alle protagoniste di Viaggi di nozze e alla Iris di Claudia Gerini. Camilla è esplosiva e adorabile: l'aspetto singolare è come questa sia la reale percezione che ha lo spettatore del suo personaggio, forse ancora prima che Bernardo se ne accorga all'interno della storia. Così come, nonostante i mille difetti, lo stesso Arbusti sia migliore di ciò che appare. Di fatto, Billa e Bernie cambiano ai propri occhi insieme a chi li osserva dall'altra parte dello schermo.
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Il Verdone degli anni Novanta
Dopo gli esordi con i suoi cavalli di battaglia in Un sacco bello (1980) e Bianco, rosso e Verdone (1981), il regista romano decise di cambiare registro e dedicarsi alla commedia d'autore, imperniata su una scrittura che gli consentisse di andare oltre i personaggi comici (comunque intramontabili) quali il coatto Enzo, l'ossessivo Furio o l'ingenuo Mimmo.
Così, grazie al proprio talento naturale e alla collaborazione con sceneggiatori del calibro di Piero De Bernardi e Leonardo Benvenuti, i quali hanno co-firmato con Verdone la maggior parte dei film degli anni Ottanta e Novanta, Carlo ha regalato al pubblico tante opere importanti proprio in quel periodo, imponendosi come uno dei cineasti contemporanei di riferimento ed erede dei grandi maestri del cinema italiano degli anni d'oro.
Dopo i successi di inizio carriera, il Verdone che si affacciava agli anni Novanta aveva ormai raggiunto la piena maturità artistica, conseguita in particolare con Compagni di scuola, una commedia corale semplicemente straordinaria. Maledetto il giorno che t'ho incontrato e i successivi Perdiamoci di vista (1994), Viaggi di nozze (1995) e Sono Pazzo Di Iris Blond (1996), confermeranno la vocazione poliedrica di Carlo, che si muoverà con sempre più padronanza tra risate, tinte sentimentali e a volte drammatiche.
Sulle note di Jimi Hendrix, del quale vengono utilizzati ben sei pezzi all'interno del film, Maledetto il giorno che t'ho incontrato conserva in particolare una perfezione stilistica complessiva, raramente riscontrabile nel nostro cinema più recente: anche per questo è un gioiello tutto da riscoprire.
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