Loving Pablo: Penélope Cruz e Javier Bardem nel fiacco biopic su Escobar

I due divi spagnoli interpretano il signore del narcotraffico colombiano e la sua amante, la conduttrice televisiva Virginia Vallejo, nel convenzionale film biografico su Pablo Escobar diretto da Fernando León de Aranoa e presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2017.

Loving Pablo: un primo piano di Javier Bardem
Loving Pablo: un primo piano di Javier Bardem

Complice il successo televisivo di Narcos, una delle serie più apprezzate della scuderia Netflix (arrivata attualmente a tre stagioni), negli ultimi tempi la figura di Pablo Escobar, famigerato capofila del narcotraffico fra il Sud America e gli Stati Uniti negli anni Settanta e Ottanta, ha attirato un vasto interesse mediatico; un interesse che si era esteso anche al cinema con Escobar, pregevole film del 2014 diretto dall'italiano Andrea Di Stefano e interpretato da Benicio del Toro e Josh Hutcherson.

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A due anni di distanza, Escobar torna protagonista sul grande schermo con un'altra pellicola a lui dedicata, Loving Pablo, presentata fuori concorso al Festival di Venezia 2017. Alla regia, questa volta, c'è lo spagnolo Fernando León de Aranoa, autore molto apprezzato in patria grazie a film come Barrio e I lunedì al sole, e tornato alla ribalta un paio d'anni fa con il notevole Perfect Day, che offriva uno sguardo per nulla scontato sul conflitto in Bosnia.

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La ballata di Pablo e Virginia

Se la spiccata originalità della scrittura costituiva il punto di forza di Perfect Day, purtroppo bisogna constatare l'esatto contrario per quanto riguarda Loving Pablo, tanto ambizioso negli intenti e nella dimensione produttiva, quanto convenzionale e sostanzialmente debole nell'esecuzione e nella messa in scena. Il film, a partire dal titolo, si basa sul memoriale pubblicato nel 2007 dall'ex conduttrice televisiva Virginia Vallejo, per quattro anni amante di Escobar, dall'emblematico titolo Loving Pablo, Hating Escobar; e lo spunto, in teoria stimolante, sarebbe appunto quello di offrire un duplice punto di vista sulla ricostruzione della drammatica epopea del boss colombiano. Uno spunto che, tuttavia, León de Aranoa non riesce a sfruttare appieno, ponendo in secondo piano tanto la figura della Vallejo, quanto il suo appassionato rapporto con Escobar.

Loving Pablo: Javier Bardem e Penelope Cruz in una scena del film
Loving Pablo: Javier Bardem e Penelope Cruz in una scena del film

Loving Pablo si apre nel 1983, all'epoca del primo incontro fra Virginia Vallejo, socialite colombiana e popolare personaggio televisivo, e Pablo Escobar, signore incontrastato del narcotraffico con smaccate ambizioni politiche. A prestare il volto a questi due personaggi è la coppia più celebre del cinema ispanico, Penelope Cruz e Javier Bardem, di nuovo fianco a fianco sullo schermo nove anni dopo Vicky Cristina Barcelona di Woody Allen. E se Bardem, con l'ausilio di una incipiente pancia prostetica, riproduce con qualche istrionismo - e in un improbabile inglese 'spagnoleggiante' - caratteri e movenze di questo spregiudicato signore della droga, la Cruz disegna la Vallejo come una femme fatale civettuola e fondamentalmente opportunista, in pratica azzerando ogni fonte di reale conflitto fra lei e il suo co-protagonista.

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Bardem e una pessima Cruz in un biopic non molto riuscito

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La tormentata liaison fra Escobar e la Vallejo, insomma, costituisce soltanto una sottotrama (e nemmeno così importante) all'interno di un biopic che procede in maniera piuttosto convenzionale, che segue tutti i paradigmi del caso; e la vicenda della Vallejo viene presto messa da parte per soffermarsi invece sulla 'caduta' di Pablo, sulla sua lotta contro la giustizia (sia quella colombiana, sia la DEA statunitense) e sull'impossibilità di conciliare la propria posizione di super-criminale con gli aspetti privati e familiari della sua vita. Quest'ultimo elemento rimane forse quello più stimolante, benché non sfruttato a dovere, di un film nel complesso abbastanza scontato e superficiale; un film il cui arco narrativo, che copre un periodo di ben dieci anni, si sviluppa a fatica e per sommi capi, e a cui non basta qualche scena più incisiva per risollevarsi da un generale livello di mediocrità.

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Tirando le somme, a Loving Pablo manca un'idea di cinema davvero convincente, così come uno stile in grado di sottrarsi ai canoni di una docu-fiction ormai anacronistica; e incredibilmente, neppure un cast di indubbia levatura risulta all'altezza delle aspettative. Se il povero Peter Sarsgaard è confinato in una parte - l'agente Neymar, implacabile nemesi di Escobar - totalmente priva di spessore, e Bardem esce sconfitto dal doppio confronto con Wagner Moura e Benicio del Toro, il vero punto debole qui è Penélope Cruz, di rado così mal diretta: puntualmente sopra le righe, la musa di Pedro Almodóvar inciampa in una delle sue peggiori prove d'attrice, per quanto penalizzata da un copione che non l'aiuta affatto a sottrarre la Vallejo agli stereotipi di una qualunque vamp da soap opera.

Movieplayer.it

2.5/5