Psycho, la saga di Norman Bates

Dal capolavoro di Alfred Hitchcock, tratto dal romanzo di Robert Bloch, ai tre sequel interpretati da Anthony Perkins (e i remake): un incubo lungo oltre trent'anni.

Quando Psycho fece il suo debutto nelle sale americane, nell'estate del 1960, probabilmente Alfred Hitchcock non aveva neppure idea dell'impatto che il film avrebbe avuto sulla storia del cinema, oltre che nell'immaginario collettivo, e di sicuro non lo immaginava neppure la Paramount, che considerava il romanzo di Robert Bloch impossibile da adattare per il grande schermo, perchè eccessivamente disturbante. Il regista quindi si vide costretto a realizzare il film con un budget ridotto all'osso e gli stessi collaboratori della serie Alfred Hitchcock Presenta, con i quali si sentiva a suo agio. Gli aneddoti legati a Psycho e le sequenze del film - tra cui quella della doccia - hanno contribuito a rendere questo film uno dei più leggendari e imitati: non si contano infatti le citazioni e gli omaggi più o meno riusciti che ancora oggi vengono attribuiti a quello che viene considerato il precursore del genere slasher, oltre che il thriller psicologico per eccellenza.

Bisognerà aspettare diversi anni, tuttavia, prima che a Psycho venga dato un sequel. Una scelta "coraggiosa" che viene concretizzata solo nel 1983, quando Anthony Perkins torna ad interpretare Norman Bates in Psycho II, per la regia di Richard Franklyn. Accanto all'attore - che per tutta la sua carriera sarà associato al ruolo di Bates - viene riconfermata Vera Miles nel ruolo di Lila Crane, sorella di Marion, la giovane segretaria interpretata da Janet Leigh che viene uccisa all'inizio del film nella scena della doccia. Stavolta Lila si batte invano per evitare che Bates venga rilasciato dopo 22 anni di detenzione, ma la sua petizione non viene accolta e Norman è di nuovo un uomo libero e torna ad abitare nella stessa casa vicina al suo motel, che nell'arco di tutto questo tempo viene gestito da un nuovo direttore che l'ha trasformato in uno squallido ritrovo per coppie. Franklyn viene reclutato perchè l'anno precedente aveva diretto Jamie Lee Curtis in un film fortemente ispirato a La finestra sul cortile e perchè era stato allievo di Hitchcock. Si pensa di affidare un ruolo anche alla figlia di Janet Leigh, quello di Mary Samuels, la giovane alla quale Norman offre rifugio, ma alla fine la parte viene assegnata a Meg Tilly. Perkins dopo qualche perplessità iniziale accetta il ruolo di Bates che era stato proposto anche ad attori come Christopher Walken, e lo riprenderà anche nel successivo Psycho III, di cui firmerà anche la regia.

Meno convincente del secondo capitolo, Psycho III non riuscirà ad ottenere lo stesso successo di pubblico e critica del precedente. Ad affiancare il protagonista stavolta, c'è un'altra biondina, Diana Scarwid, che interpreta una ex-suora devastata da una crisi spirituale ed esistenziale, la cui figura richiama alla memoria di Norman la sua vittima più famosa, Marion Crane. Con Maureen tuttavia, Bates inizia una relazione, anche se l'ombra di sua madre continuerà a tormentarlo, spingendolo ad uccidere.
Considerato il flop commerciale del terzo Psycho, la Universal decise di proseguire il franchise sul piccolo schermo e con la speranza di seguire le orme delle saghe horror più popolari di quegli anni, come Nightmare e Venerdì 13. Perkins tuttavia, rinunciò a interpretare Norman in questo nuovo installment e anzi, si oppose con veemenza al progetto, che quindi fu realizzato senza di lui. Il film - il cui titolo italiano è Il motel della paura - venne mandato in onda nell'estate dell'87 e vede protagonista l'attore Bud Court nei panni di Alex West, ex-compagno di detenzione di Norman - e quindi anche lui afflitto da turbe psichiche - che scopre di aver ereditato il Bates Motel e decide quindi di riaprirlo al pubblico assumendone anche la gestione insieme ad una ragazza. Nelle intenzioni della produzione, c'è la volontà di dare il via ad una serie televisiva, ma l'insuccesso di questo tv movie, concepito come episodio pilota, impedisce ulteriori sviluppi del progetto.
Per rivedere l'ultima volta Perkins nei panni di Norman Bates si dovrà aspettare il 1990, quando l'attore accetterà di interpretare Psycho IV, altra produzione televisiva diretta da Mick Garris e sceneggiata addirittura da Joseph Stefano, già collaboratore di Hitchcock per Psycho. La lavorazione tuttavia si rivelò non facile, considerato che nello stesso periodo a Perkins fu diagnosticato l'AIDS e dovette iniziare i trattamenti necessari a frenare il decorso della malattia. Come se non bastasse l'attore - che avrebbe voluto dirigere il film, ma la Universal gli preferì Garris, considerato l'insuccesso di Psycho III - ebbe una serie di contrasti di natura creativa con il regista, anche se alla fine rimase soddisfatto del risultato finale.
Il film getta uno sguardo sulla giovinezza di Norman, che si svela al pubblico di un talkshow radiofonico di cui è ospite anche il suo ex-psichiatra, e nei flashback rivive gli episodi più spaventosi del suo passato accanto a sua madre Norma, interpretata da Olivia Hussey, mentre il giovane Bates è interpretato da Henry Thomas. Joey Stefano decide di allacciarsi direttamente al primo capitolo della saga, escludendo gli sviluppi narrativi aggiunti nei due precedenti capitoli e questa sua decisione viene contestata da coloro che lo accusano di aver ignorato buona parte della mitologia legata alla storia di Norman.

Con la morte di Perkins, avvenuta due anni dopo la release del tv movie targato Showtime, si chiude anche la saga ufficiale che egli aveva portato avanti come protagonista. Nel 1998 tuttavia, il regista Gus Van Sant decide di realizzare un remake del film di Alfred Hitchcock che sarà accolto negativamente, nonostante un cast formato da Anne Heche, Julianne Moore, Viggo Mortensen e Vince Vaughn nei panni di Norman. La versione di Van Sant - che otterrà più consensi con altre pellicole - riprende inquadratura per inquadratura il film di Hitchcock, fatta eccezione per l'uso del colore e l'inserimento di altre immagini nella sequenza della doccia.
Dopo l'uscita del film di Van Sant, nessuno si è più cimentato con l'ingombrante saga legata ad Hitchcock fino al 2012, quando il network A&E ha annunciato l'intenzione di realizzare una serie dal titolo Bates Motel, incentrata sulla giovinezza del serial killer più celebre (e celebrato) della storia del cinema.