Cannes 2019 si apre con le battute di Bill Murray. L'attore feticcio di Jim Jarmusch accompagna il regista indie per antonomasia sulla Croisette per presentare un film d'apertura che ha diviso la critica nei giudizi, come sottolinea la nostra recensione de I morti non muoiono. Caustica horror comedy, zombie movie citazionista, I morti non muoiono (in originale Deads don't Die) è soprattutto un pamphlet ecologico. Jim Jarmusch ci tiene a ribadire quanto il suo pensiero principale vada proprio al degrado del nostro pianeta.
"La crisi ecologica non è una questione politica" afferma il regista dietro gli occhi da sole che lo proteggono dai flash dei fotografi. "Mi infastidisce chi lo crede. La politica non mi interessa, ciò che mi sta davvero a cuore è mettere in luce la relazione tra persone ed ecosistema. La politica è una distrazione, governano le corporation, questo è il vero problema. Se oggi tutti decidessero di boicottare una corporation perché non ne condividono le attività in poco tempo sparirebbe. Ma il nostro pianeta sta attraversando un momento davvero brutto, non c'è più tempo, sono troppe le specie a rischio, anzi, tutti noi siamo a rischio".
La metafora dello zombie ecologico
I morti non muoiono è un eccentrico zombie movie che vede all'improvviso i morti riemergere dalle tombe e turbare la pacifica esistenza di una cittadina americana di provincia. Dopo la toccata e fuga a Cannes di Adam Driver, apparso ieri sulla Montée de Marches e subito ripartito, ad affiancare Jim Jarmusch oltre a Bill Murray sono l'elegantissima Tilda Swinton e Selena Gomez. Parlando del suo coinvolgimento nel film, la Swinton ammette di aver sentito parlare Jarmusch di questo zombie movie già sul set di Solo gli amanti sopravvivono: "Dopo l'escursione nel mondo dei vampiri, ho pensato che Jim non avrebbe resistito a fare un film di zombie. Ho letto la sceneggiatura e l'ho trovata sorprendente, ieri abbiamo visto il film per la prima volta ieri ed è stata un'ulteriore sorpresa".
Nonostante le ripetute incursioni nel genere, Jim Jarmusch ammette di non essere un'appassionato di horror: "Non sono un conoscitore del genere, ma in questo caso sono stato influenzato dal cinema di George A. Romero, in particolare da La notte dei morti viventi. Non mi interessava l'aspetto gore. Gli zombie sono una metafora, alcune critiche che ho letto stamani sono più accurate della mia idea iniziale, evidentemente la metafora è più forte di quanto mi fossi reso conto". Riflettendo sulle influenze che lo hanno spinto a esplorare lo zombie movie, Jarmusch sottolinea come l'opera di Romero abbia creato un solco rispetto al passato: "Sono cresciuto con gli horror Universal. Non ero un fan degli zombie, amavo di più i vampiri, soprattutto Dracula. Prima i mostri come Godzilla, Frankenstein provenivano dall'esterno a minacciare l'ordine costituito. Con Romero i mostri provengono dall'interno della società che collassa, sono vittime a loro volta." Horror o non horror, Cannes ha permesso a Jim Jarmusch di togliersi una soddisfazione: "Ieri sera ero a cena con John Carpenter e Dario Argento, era la prima volta che li incontravo. E' stato fantastico".
George Romero dalla A alla Z... di zombie
Affrontiamo le nostre paure
Ne I morti non muoiono Jim Jarmusch ha sublimato le sue paure principali, che riguardano ciò che accade al pianeta. "La cosa che più mi spaventa è vedere il declino della natura e del mondo, le specie viventi rischiano un rapido declino, questo mi terrorizza". Diverse le paure che tormentano i suoi attori. Tilda Swinton, che svela di aver scopre il genere horror solo di recente grazie alla collaborazione con Luca Guadagnino, ammette di essere turbata dalla spavalderia e dall'incapacità di cambiare idea delle persone. Selena Gomez, che invece si professa "ossessionata" dall'horror da quando il padre glielo mostrava da piccola per spaventarla, nutre i timori della sua generazione: "Credo che i social media abbiano dei risvolti orribili per i giovani. I ragazzini non sono in grado di stabilire il confine tra ciò che può essere reso pubblico e ciò che sarebbe meglio omettere, non sono consapevoli di ciò che accade. Così diventano vittime del bullismo, sono prede facili. Ormai è impossibile rendere il web un posto sicuro, siamo troppi, l'unica cosa che posso fare è condividere messaggi positivi". Tocca a Bill Murray indicare la sua principale paura, l'attore non ha dubbi: "Io trovo Cannes spaventoso". Di fronte all'obiezione del moderatore, che sottolinea l'assenza di zombie dalla Croisette, il divo ribatte "Lo dici tu".
Bill Murray tra zombie, Jim Jarmusch e l'aldilà
Di fronte all'apocalisse ecologico-zombie che ha inaugurato il festival di Cannes c'è speranza? Nonostante tutto, Jim Jarmusch ammette di nutrire un certo ottimismo insito "nel personaggio di Tom Waits, che vive nei boschi, oppure nei giovani all'interno del riformatorio. I miei eroi sono gli outsider, soprattutto gli adolescenti, che hanno il coraggio di definire mode, la loro cultura, il loro stile, portano cambiamenti nella musica. Vengono trattati male da tutti, il loro corpo è sconvolto dai cambiamenti fisici, ma io sono dalla loro parte". Sarà il distacco cool di Jim Jarmusch o sarà la sua passione per le persone fuori dal comune ad aver convinto il pigro Bill Murray a recitare nei suoi film? "In realtà sono i soldi, ogni volta mi promette un sacco di soldi e mi fa un sacco di regali" esclama Bill Murray "Jim è un manipolatore, vive in bianco e nero, condivide con te la sua cupezza, ma lo fa in modo divertente". L'attore prosegue su un tono più serio: "Recitare è quello che faccio per vivere, scelgo film che rappresentano al meglio la mia coscienza. Quando lavoro sono una persona migliore, perché quando non lavoro sono pigro e non faccio niente". Di fronte alla domanda se crede nella vita dopo la morte, Bill Murray torna a giocare: "Credo nella vita dopo la morte, ma non per tutti. Dico sul serio, con alcuni di voi ci rivedremo, con altri no".
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