Recensione Homecoming: i misteri di Julia Roberts nella serie dell’autore di Mr. Robot

La recensione dei primi episodi di Homecoming: Julia Roberts interpreta una consulente di psicologia nell'ambiguo thriller di Amazon, diretto da Sam Esmail.

"Le piacciono i pesci?" "Non particolarmente, li ho trovati qui quando sono arrivata."

Homecoming Julia Roberts 2018 Still Amazon Prime 1540406458

Nell'immancabile scambio di convenevoli che apre il loro primo incontro, il giovane soldato Walter Cruz, per rompere il ghiaccio, si complimenta con la dottoressa Heidi Bergman, interpretata da Julia Roberts, per il sofisticato acquario accanto alla sua scrivania, inquadrato nella sequenza d'apertura della serie tv Homecoming. La lettura metaforica, forse, potrebbe essere fin troppo lampante: nel momento in cui ha messo piede in quello studio, Walter è diventato un altro dei pesci rinchiusi in una gabbia di vetro, alla mercé di un osservatore esterno.

Ma Sam Esmail, artefice nel 2015 del capolavoro televisivo Mr. Robot (di cui sarà realizzata a breve una quarta ed ultima stagione), non si è mai adagiato su soluzioni facili o scontate, e non è neppure questo il caso. Perché fin dai minuti iniziali di Mandatory, l'episodio pilota della serie in dieci puntate prodotta da Amazon Video, Esmail si mette all'opera per sovvertire, un tassello alla volta, certe convenzioni della narrazione sul piccolo schermo, e per produrre un sottile ma ineluttabile senso di straniamento nello spettatore: la percezione che qualcosa, nella catena di immagini che ci troviamo di fronte, è volutamente 'artificiale'.

Leggi anche: Da Good Omens a Homecoming, tutte le prossime novità Amazon Prime Video

In treatment: la dottoressa Bergman e i suoi pazienti

Coverlg Home

E l'artificio, in Homecoming, è denunciato in tanti dettagli più o meno spiazzanti, ma tutti parte integrante del fascino di una serie composta da episodi di neppure trenta minuti e che, sul piano stilistico, adotta una grammatica decisamente simile a quella di Mr. Robot. A partire dalle scelte della colonna sonora, con un'elegante musica orchestrale che, già nell'incipit, arriva a sovrastare le voci dei personaggi, mentre la macchina da presa esce dallo studio della dottoressa Bergman (un omaggio alla psicanalista Ingrid Bergman del classico hitchcockiano Io ti salverò?) e si sofferma su un gabbiano che passeggia davanti alle palme del cortile dell'istituto, sede di un progetto di terapia per veterani chiamato, appunto, Homecoming.

Homecoming: Julia Roberts in una foto della serie
Homecoming: Julia Roberts in una foto della serie

Julia Roberts, impegnata per la prima volta in un progetto tanto ampio per la televisione, offre un ritratto sapientemente sotto le righe di Heidi Bergman, consulente di psicologia desiderosa di offrire aiuto ai suoi pazienti, giovani soldati affetti da stress post-traumatico o da altri problemi derivanti dalla loro esperienza al fronte. Fra questi spicca appunto Walter Cruz, interpretato dal ventiquattrenne canadese Stephan James (al cinema in Race - Il colore della vittoria e nel recentissimo Se la strada potesse parlare), che attira in maniera peculiare l'attenzione e l'interesse di Heidi; la quale, nel frattempo, è alle prese con le frenetiche telefonate con il suo supervisore, Colin Belfast (un perfetto Bobby Cannavale), individuo pragmatico e spregiudicato, che dal progetto Homecoming spera di ricavare anche qualcosa di diverso dal sostegno psicologico ai veterani.

Leggi anche: Julia Roberts, da Pretty Woman a Erin Brockovich: i suoi 10 ruoli più belli

Un thriller sperimentale sulla scia di Mr. Robot

Homecoming Serie Tv Amazon 9

Basato sul podcast omonimo di Eli Horowitz e Micah Bloomberg, che hanno firmato tutti gli episodi della serie, Homecoming può essere associato al concetto di slow burn, espressione narratologica inglese volta a indicare un racconto che "brucia con lentezza". E in virtù della propria fonte di partenza (quello che un tempo avremmo definito radiodramma), basata quasi interamente su fitti dialoghi, Homecoming non mostra alcuna fretta nel far crescere la tensione, nel cercare l'azione o nel puntare sui colpi di scena; motivo per cui chi si aspettasse un prodotto molto simile a Mr. Robot potrebbe rischiare una parziale delusione. La suspense, in queste prime puntate, è giocata piuttosto sullo sdoppiamento cronologico: la storyline principale è intervallata infatti da flashforward ambientati quattro anni dopo, nel 2022, quando Heidi ha abbandonato la sua professione, lavora come cameriera in un ristorante sul mare e deve far fronte alle sgradite domande di un agente del Dipartimento della Difesa, Thomas Carrasco (Shea Whigham), che sta indagando sull'ormai defunto progetto Homecoming.

Homecoming: una foto della protagonista Julia Roberts
Homecoming: una foto della protagonista Julia Roberts

Cos'è andato storto nel corso di questi quattro anni? E perché la memoria di Heidi al riguardo appare ambigua o quantomeno nebbiosa? Il pilot ci propone questi interrogativi, che in qualche misura riecheggiano tematiche già al cuore di Mr. Robot (non c'è da stupirsi che Sam Esmail sia rimasto tanto affascinato dal podcast di Horowitz e Bloomberg), e introduce gli altri personaggi nell'esistenza di Heidi: sua madre Ellen (Sissy Spacek) e soprattutto il fidanzato Anthony (Dermot Mulroney, per una curiosa reunion della coppia de Il matrimonio del mio migliore amico), sempre più a disagio rispetto alle scelte della donna nel bilanciare lavoro e vita privata. E mentre comincia la tessitura di una rete di domande e di dubbi, ad innervare l'atmosfera di inquietudine è in primo luogo la messa in scena di Esmail, alla regia di tutte le puntate: i suoi tipici, lunghissimi piani sequenza, le lente zoomate, le inquadrature visibilmente decentrate e perfino un brusco cambio del formato, con il widescreen in 16:9 che, nelle sequenze di prolessi, viene sostituito da un soffocante 1:1.

Leggi anche: Mr. Robot: 10 scene musicali della serie cult con Rami Malek

Non tanto - o quantomeno non solo - un esercizio di stile, ma un linguaggio sperimentale, e dichiaratamente perturbante, che contribuisce a un'indefinibile, sottesa sensazione di paranoia: la consapevolezza che qualcosa, nell'ordine impeccabile del modernissimo istituto di Homecoming, è comunque fuori posto, che un 'errore' si annida da qualche parte. E che, così come dietro l'esilarante aneddoto su un fantomatico sequel di Titanic (Titanic Rising), si nasconde la sofferenza per un lutto, allo stesso modo dietro i sorrisi rassicuranti della dottoressa Bergman è celato un segreto oscuro, in attesa di venire alla luce.

Movieplayer.it

3.5/5