Il record al box-office del Ringraziamento attesta la dipendenza di Hollywood dai sequel?

Il box-office americano del Thanksgiving è da record ma, finita la festa, c'è chi si domanda se non sia l'ulteriore segnale di un mercato dopato dai sequel.

Pedro Pascal in una scena de Il gladiatore 2

Vi abbiamo già raccontato di come il box-office nordamericano del fine settimana lungo del Giorno del Ringraziamento abbia battuto ogni record di questa redditizia festività. In un lasso di tempo che va da mercoledì ventisette novembre a domenica primo dicembre, il giro d'affari generato è stato pari a 420 milioni di dollari, 95 milioni in più del precedente primato risalente al 2018 e al trio di hit composto da Ralph spacca Internet, Animali fantastici - I crimini di Grindelwald e Creed II. Un'iniezione di fiducia non da poco per il sistema della distribuzione theatrical considerato che negli anni di pandemia non era mai stata toccata quota 200 milioni e, anzi, nel 2023 era stato toccato il fondo del barile con il Thanksgiving più magro di sempre: 125 milioni di dollari ottenuti principalmente dal disneyano Wish, da Napoleon di Ridley Scott e del prequel di Hunger Games, La Ballata dell'Usignolo e del Serpente.

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Una scena da Wicked - parte 1

In questo 2024, il traino c'è stato principalmente grazie a tre titoli: Oceania 2 della Disney, Il gladiatore 2 della Paramount e Wicked - parte 1 della Universal. Un momento in cui, alla luce delle difficoltà del settore nel post-pandemia, ci sarebbe tutto sommato da sorridere, ma che secondo alcuni evidenzia la dipendenza di Hollywood dai sequel perché tolto Wicked (che è comunque una IP a suo modo, essendo basato su uno dei musical di Broadway più redditizi della storia) si tratta solo di seguiti in un'annata in cui i dieci migliori incassi cinematografici nordamericani sono tutti appartenenti della suddetta categoria.

I sequel stanno condizionando Hollywood

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Oceania 2, altro sequel

È vero. Basta dare un rapido sguardo a Box Office Mojo per verificare che sì, i dieci migliori incassi nordamericani del 2024 (e, più in generale, di quasi tutto il mondo) sono tutti film che raccontano storie già cominciate tempo addietro. Inside out 2, Deadpool & Wolverine, Cattivissimo me 4, Dune parte 2, Wicked, Twisters, Oceania 2, Godzilla x Kong - il nuovo impero e Kung fu panda 4. Un segnale del fatto che Hollywood sia diventata esclusivamente dipendente dai sequel e che non esiste più una "cultura del film" tale da far sì che altre pellicole non possano prosperare? Un quesito quasi ozioso. È un po' l'allargamento del ben noto discorso "i cinecomic stanno cannibalizzando il cinema" che, da anni, viene ripetuto dai detrattori di questa tipologia di film.

Paul Mescal Gladiator 2 Trailer
Il gladiatore 2: Paul Mescal nell'arena

Ora, anche in questo disastrato 2024 in cui, dopo il recupero avvenuto nel 2023, c'è stata una nuova frenata nel giro d'affari theatrical dovuta agli effetti degli scioperi di settore nel 2023, abbiamo potuto constatare, e ve ne abbiamo parlato anche i recente, come pur con metriche chiaramente differenti da quelle di una pellicola della Marvel, film come Terrifier 3 e Longlegs abbiano generato un flusso di dollari che, tenendo conto dei rispettivi budget, fa impallidire quello di qualsiasi blockbuster. Abbiamo dedicato due approfondimenti agli exploit storici di questi due film. C'è chi obbietterà, anche parzialmente a ragione, che l'horror tende sempre a performare bene fronte d'investimenti non necessariamente giganteschi ed è vero.

Ecco perché Nicolas Cage in Longlegs è come lo squalo nel film di Spielberg

I dati box office in Italia

Abbandonando il contesto statunitense e canadese, possiamo anche citare come in Italia una casa di distribuzione come Lucky Red sia riuscita a eventizzare film che sequel Marvel di certo non sono come Pefect Days e Berlinguer. La grande ambizione o quello che Eagle Pictures ha ottenuto grazie all'ottima gestione, anche grazie al coinvolgimento delle scuole, di un film come Il ragazzo dai pantaloni rosa.

Senza dimenticare Disney che con Povere Creature! ha ottenuto, proprio nello stivale, uno dei miglior incassi per il film di Lanthimos Perché il segreto sta, fondamentalmente, tutto qua: nel riuscire a trasformare un film in un evento tale da invogliare la gente a uscire di casa in tempi in cui le possibilità offerte dal mondo dell'intrattenimento sono molto più variegate - e domestiche - di quanto avveniva in precedenza. Convincendo tutti quei frammenti che, messi insieme, vanno a formare quell'entità chiamata "pubblico".

I sequel funzionano quando sono eventi. Come qualsiasi film.

Quando nessuno poteva prevedere quello che sarebbe accaduto nel 2020, Quentin Tarantino spiegava a Deadline che, nel 2019, i film originali avevano combattuto la "battaglia finale" contro i franchise. Vincendola. Effettivamente, in quei 12 mesi, erano usciti in sala film come Parasite, Cena con Delitto - Knives Out, Le Mans' 66, 1917, Piccole Donne, Jojo Rabbit e C'era una volta a Hollywood che avevano tutti raggiunto cifre straordinarie al box-office. Ma in ognuno di quei casi, non si trattava di soldi caduti come per magia dal cielo. Ognuna di quelle pellicole era stata "venduta" in maniera egregia alle persone con campagne marketing che hanno trasformato i ricettori dei vari "messaggi promozionali" in pubblico pagante. In giorni in cui, chi più, chi meno, al cinema ci andavamo tutti. Poi, è inutile nasconderlo, è arrivato il Covid, ci siamo tutti un po' impigriti e quel processo di slittamento verso lo streaming ha subito una drastica accelerazione.

Ma a mancare, per un po' di tempo, sono state anche alcune fasce di pubblico, quelle più in su con gli anni, che per un po' di tempo sono state lontane dai cinema visti come possibili luoghi di contagio e le famiglie che, nei momenti più difficili della pandemia, hanno premiato quei film d'animazione che venivano proposti come esclusive per la sala. In buona sostanza quella che ci ha rimesso di più è stata proprio la Disney, che ha portato nei cinema cartoni animati che nell'arco di un mese sarebbero arrivati su Disney+, mentre realtà come DreamWorks e Illumination hanno continuato a fare bene. In soldoni: chi doveva spendere dei soldi per vedere un cartoon in sala preferiva farlo destinando i propri denari per lungometraggi animati percepiti come esclusive cinematografiche e non come qualcosa che poteva poi essere visto in streaming al quinto del costo.

Uno sguardo al passato

Se c'è una cosa che il recente exploit del Ringraziamento ha dimostrato è che se un film viene proposto come un evento e, in contemporanea, si crea anche una efficace controprogrammazione, il pubblico risponde. Sequel o meno che siano, lungometraggi come Il Gladiatore 2, Wicked e Oceania 2 sono drasticamente differenti fra di loro: anzi, i primi due hanno anche tratto vantaggio dalla creazione del tormentone "Glicked" che non avrà avuto il medesimo impatto del Barbenheimer ma male non ha di certo fatto. E tutte le demografiche sono finite per rispondere all'appello.

Poi che a Hollywood amino i sequel è storia nota, ma è anche una questione di serpente che si morde la coda. Se il pubblico avesse smesso di premiarli, la macchina si sarebbe fermata. E bisogna anche avere l'onestà di ammettere che oggi a Los Angeles i sequel vengono gestiti con maggior cura rispetto a qualche decennio fa in cui film come L'Impero Colpisce Ancora o Il Padrino - parte 2 erano delle mosche bianche. Il livello qualitativo medio degli appuntamenti cinematografici "serializzati" viene confezionato con più premure di quando fra Mamma ho perso l'aereo e Mamma ho riperso l'aereo le uniche cose a cambiare erano la location e il modo in cui i McCallister smarrivano Kevin. Hollywood è più attenta perché il pubblico è più attento.

Nel 2019, come spiegava Tarantino, i film originali hanno tenuto testa a seguiti e franchise perché ogni fascia di pubblico ha trovato pane per i suoi denti. Nel 2022 e 2023 Tom Cruise e il Barbenheimer hanno salvato il cinema portando al cinema tutti. Ora, il Thanksgiving 2024, più che diventare un pretesto per accusare Hollywood di "pigrizia", deve essere indicatore del fatto che se nelle sale i film ci sono, le proposte sono differenziate e si crea la percezione di qualcosa che va visto prima sul grande schermo e poi a casa o sullo smartphone in treno, il pubblico c'è.