Giorgio Mastrota genio del male in Romolo + Giuly, ma per finta: “La diversità è una forza”

Intervista a Giorgio Mastrota e al pupazzo Tciù (Andrea Trovato), geni del male in Romolo + Giuly - La guerra mondiale italiana, serie che ironizza sulla rivalità tra Roma Nord e Roma Sud.

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L'epico scontro tra Roma Nord e Roma Sud è in tv, su Fox (canale di Sky), dal 17 settembre, grazie a Romolo + Giuly - La guerra mondiale italiana, serie comica nata dal corto, vincitore nel 2016 del Roma Web Fest, di Michele Bertini Malgarini, Alessandro D'Ambrosi e Giulio Carrieri Romolo + Giuly, in cui il dramma di William Shakespeare è riadattato in chiave romana. Nel nuovo nato in casa Fox, co-prodotto con Wildside e Zerosix Productions, in 8 episodi si raccontano i difetti e le contraddizioni dei romani, questa volta allargando il quadro, includendo nel conflitto anche nord e sud Italia.

In Romolo + Giuly Milano e Napoli (e non è finita qui) si alleano per sconfiggere la supremazia di "Roma ladrona", con l'intento di creare "una Roma milanese senza romani", come profetizza Giorgio Mastrota nel ruolo di sé stesso, nella serie eminenza grigia del capoluogo della Lombardia, al vertice di una setta segreta, La centrale del male, di cui fa parte anche il pupazzo Tciù (Andrea Trovato), con cui si allea per realizzare il suo diabolico piano.

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Abbiamo incontrato Mastrota e Tciù a Roma, dove, mentre il pupazzo ci ha tenuto a precisare che Roma è soltanto sua e "comunque Roma Nord è un po' meglio", Mastrota ha ribadito, dopo gli insulti che ha ricevuto sotto i video promozionali della serie diffusi in rete, di non essere realmente malvagio, ma di "essere stato disegnato così" dagli autori: "Giorgio Mastrota nella serie è capace di dire e di fare le cose più mefistofeliche con lo scopo di catturare e schiavizzare i romani, ma questo non sono io: ok, è un televenditore, in parte sono il vero me, ma è tutto molto iperbolico e grottesco. È una serie comica: stiamo scherzando."

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L'appello di Giorgio Mastrota: "Abbassiamo tutti i toni"

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In Romolo + Giuly viene nominato anche Paolo Sorrentino, il cui ultimo film, Loro, è dedicato a Silvio Berlusconi (in qualche modo presente anche in Romolo + Giuly), le cui doti da intrattenitore e venditore vengono mostrate, dal regista napoletano, come una delle fondamenta del suo successo politico: anche Mastrota, da volto storico delle televendite italiane, ha mai pensato di dedicarsi alla politica? "No per carità! Anche se i miei studi sono in Scienze politiche, quindi non si sa mai, ma comunque no, sarebbe un passo troppo lungo. Mi tengo ben stretti i miei materassi, pentole e quant'altro, ma, se dovesse capitare qualche altra esperienza cinematografica, magari una seconda serie di Romolo + Giuly, la prenderei al volo: mi renderebbe un cuor contento."

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Il cuore della serie Fox è il confronto con l'altro, con chi è diverso da noi, uno scontro che purtroppo è sempre più violento non solo nei confronti di chi viene da fuori, ma anche tra italiani e italiani: "Siamo abituati allo scontro più che all'incontro" ci ha detto Mastrota, proseguendo: "Sono un tifoso del Milan e fin da piccolo c'era questo tifo contro, siamo stati abituati a dire parolacce alla squadra avversaria: questa è una metafora anche di tutto quello che succede in politica. Invece di portare le nostre idee e cercare nella diversità una forza, ci lasciamo andare agli istinti più primordiali. Forse in questa serie un po' si capisce, se ne parla: dovremmo tutti abbassare i toni."

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La nostra intervista a Giorgio Mastrota e al pupazzo Tciù