GhostBusters 3: il sequel/reboot che (quasi) nessuno vuole

Negli ultimi giorni l'annuncio del cast 'al femminile' del reboot di Ghostbusters è stato accolto con fastidio dai fan della saga. Solo una questione di bieco sessismo? Forse. Siamo di fronte ad atteggiamenti che non vanno giustificati, ma analizzati. E che probabilmente hanno origini molto lontane.

Viviamo in un momento storico, dal punto di vista cinematografico ovviamente, in cui l'originalità è ormai un lusso, mentre il riciclo e il costante guardarsi indietro ai successi che furono è quasi una necessità. Probabilmente si tratta semplicemente di una fase, di una "moda" che prima o poi passerà, e sarebbe ingiusto giudicare l'intera situazione cinematografica mondiale soffermandosi esclusivamente su questo aspetto; molto più corretto probabilmente fare spallucce, e guardare oltre, finendo col dare a queste decine e decine di progetti di remake, reboot e spesso improbabili sequel l'attenzione che realmente meritano. Ovvero nulla.

Ci sono però dei casi in cui il senso di fastidio sembra raggiungere livelli critici un po' per tutti, e di solito capita quando si va a toccare un film che è un qualcosa di ben più che un semplice film, ma un vero e proprio simbolo di un'intera generazione. Succede quando si va a toccare un oggetto di culto come Ghostbusters - Acchiappafantasmi.

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Un (secondo) sequel dal destino segnato

Dan Aykroyd in Ghostbusters 2
Dan Aykroyd in Ghostbusters 2

Di un Ghostbusters 3 si parla grosso modo da 20 anni. Nonostante il secondo capitolo fosse stato una mezza delusione al botteghino e oggetto di critiche molto aspre da parte della stampa specializzata e buona parte dei fan stessi, Dan Aykroyd non smise mai di crederci e di insistere sia con lo studio che con gli altri membri del cast. Furono proprio questi ultimi, ed in particolare Bill Murray, a rendere irrealizzabile il progetto di Aykroyd che peraltro si ritrovò anche con una vera e propria (inaspettata) stroncatura dello script da parte di una nota rivista.
Non contento Aykroyd decise di andare a martoriare i fan di un altro cult con l'orrendo sequel Blues Brothers - il mito continua, un'offesa che, secondo il nostro umile parere, è ben più grave, ma questa è un'altra storia.

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Ghostbusters: Harold Ramis è Egon
Ghostbusters: Harold Ramis è Egon

Quello che importa è che, nonostante tutte queste resistenze, quando la mancanza di idee si fa sentire si prova a fare ricorso davvero a tutto, e quindi nel 2005 e negli anni successivi più e più volte si tornò a parlare di questo fantomatico (ahah) sequel che sembrava ormai avere, oltre ad Aykroyd, anche un altro importante sponsor: Harold Ramis.
Proprio Ramis, che nel frattempo si era confermato anche come regista e sceneggiatore, sembrava essere la chiave di volta per la riuscita del progetto e non fu infatti un caso che lo stesso Murray (che per Ramis era stato anche protagonista di quel gioiello che è Ricomincio da capo) nel 2010 in un'intervista con David Letterman si lasciò scappare un possibilista "Forse sarebbe divertente partecipare!".

Ma fu proprio pochi mesi dopo che Ramis si ammalò di vasculite e perse gradualmente l'uso delle gambe, morendo poi per complicazioni della stessa malattia il 24 febbraio del 2014. La malattia di Ramis per molti fu un vero e proprio segnale che un nuovo sequel di Ghostbusters fosse impossibile da realizzare.

Sequel? Ci eravamo sbagliati, volevamo dire remake. Anzi reboot!

Ghostbusters - Acchiappafantasmi: il 'temibile' omino della pubblicità dei marshmallow passeggia per le strade di New York
Ghostbusters - Acchiappafantasmi: il 'temibile' omino della pubblicità dei marshmallow passeggia per le strade di New York

Nel 2012 - dopo due anni di annunci, smentite e dietrofront vari - il regista Ivan Reitman lanciò una vera e propria bomba: "Probabilmente ci sarà un remake di Ghostbusters!". A questo punto i tanti fan, che comunque avevano assistito spesso indispettiti a questo susseguirsi di notizie contrastanti, cominciarono a farsi sentire: una cosa è fare un sequel con gli stessi attori, un'altra è andare a "rovinare" un pezzo di gioventù.

Nei mesi successivi fu, come sempre, Dan Aykroyd a chiarire la situazione e a specificare che in realtà non si tratta di un vero remake, perché la storia sarebbe stata completamente diversa e anche i protagonisti (non solo gli attori) nuovi di zecca. E' il più classico esempio di reboot che vanno tanto di moda in questi anni, con la possibilità di omaggiare il vecchio con camei e comparsate ad hoc, e quindi strizzare l'occhio ai vecchi fan, e tentare di conquistare le nuove generazioni.

Dopo la morte di Ramis venne confermato che per l'attore/regista era stata effettivamente prevista una brevissima parte nel nuovo film, sempre nel ruolo mitico del Dott. Egon Spengler, e che invece Ivan Reitman non fosse più il regista designato per il nuovo progetto. Al suo posto vennero scelti prima Phil Lord e Chris Miller - che però si ritirano dopo il successo di The Lego Movie (e la conferma del suo sequel) - poi Ruben Fleischer (regista di Benvenuti a Zombieland, particolare significativo visto il celebre cameo di Murray) e infine la scelta ricadde ufficialmente su Paul Feig, che è attualmente e finalmente al lavoro.
Tutto pronto quindi? Mica tanto, perché stiamo sempre facendo i conti senza il più amato e incorruttibile degli acchiappafantasmi.

Chi chiamerai? Di certo non Bill Murray, ma quattro donne!

Ghostbusters - la reunion su Entertainment Weekly
Ghostbusters - la reunion su Entertainment Weekly

Perché in fondo quando si parla di un nuovo Ghostbusters, la domanda è sempre quella: Peter Venkman ci sarà o no? Aykroyd continua a sperare ("per lui la porta sarà sempre aperta"), ma Murray continua a dire di no. Però poi come successo nel 2010 agli Spike TV Scream Awards finisce col presentarsi a ritirare un premio con la mitica tuta da acchiappafantasmi oppure accetta di finire sulla copertina di uno speciale numero di Entertainment Weekly dedicato alle reunion cinematografiche e televisive.

Gioca a farci soffrire? Potete scommetterci, ma la verità è che, almeno un po', è anche genuinamente interessato a quello che succederà, tanto che quando qualche mese fa è arrivata la conferma di una voce che circolava già da un pezzo, ovvero quella di un nuovo cast tutto al femminile, non solo ha dato la sua benedizione all'idea ("andrei a vedere un film del genere, magari con vestiti migliori") ma anche qualche suggerimento sulle attrici da scegliere: Melissa McCarthy, Kristen Wiig, Emma Stone e Linda Cardellini. Quattro scelte che sinceramente ci sentivamo di condividere, ma a quanto pare non tutti i fan la pensavano così.

Venimmo, vedemmo e le stroncammo!

Arriviamo finalmente alle notizia di questi giorni: il regista Paul Feig condivide su Twitter un'immagine del potenziale cast, e si scatena un vero e proprio putiferio 2.0. Le quattro attrici sono infatti per metà (Wiig e McCarthy) quelle "consigliate" da Murray, e per l'altra metà delle scelte più sorprendenti: due comiche del Saturday Night Live, la veterana (e di colore) Leslie Jones e la più giovane (e apertamente gay) Kate McKinnon. Tutte e quattro le attrici sono state bersaglio in questi giorni di tantissime e ingiustificate critiche: per l'aspetto fisico, per il loro appartenere al genere femminile, per le preferenze sessuali o il colore della pelle. O semplicemente per il non essere abbastanza famose (e nello specifico non essere né Emma StoneJennifer Lawrence, due attrici spesso accostate al progetto).

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Tralasciando i commenti più biechi che non meritano alcun approfondimento, è quantomeno opportuno notare come l'accanimento verso questo progetto con il passare degli anni sia diventato sempre più forte. E più cieco, ci viene da aggiungere. In questo caso parliamo di professioniste ineccepibili e solitamente anche molto amate - per chi non lo sapesse il Saturday Night Live, da cui, come d'altronde i Ghostbusters originali, sono passate in tempi diversi tutte e quattro, è un programma di culto statunitense da quasi 40 anni e seguitissimo ancora oggi - quindi è evidente che la violenza verbale che hanno dovuto subire sui social network è (indirettamente) indirizzata molto più al film, al regista e alla Sony che a loro stesse.

Era tutto qui il vostro piano? Molto scientifico!

Bill Murray, Dan Aykroyd ed Harold Ramis in Ghostbusters - Acchiappafantasmi
Bill Murray, Dan Aykroyd ed Harold Ramis in Ghostbusters - Acchiappafantasmi

Si tratta di atteggiamenti che non vanno certamente giustificati, ma almeno analizzati. Perché la domanda nasce spontanea: quanto vale la pena di continuare a sfruttare un marchio o un'idea o una saga e quando invece può diventare controproducente? E' semplice capire perché una saga come Ghostbusters (un nome prima ancora che un film) possa essere appetibile per uno studio cinematografico, ma è altrettanto logico immaginare che quanto più è forte l'amore dei fan tanto più è alto il rischio di trovarseli contro.

D'altronde se l'idea è quella di provare a catturare un target molto diverso da quello dell'originale (la Wiig e la McCarthy erano alla base dell'incredibile successo di Le amiche della sposa, per la regia dello stesso Feig) ad un certo punto forse viene anche meno l'idea iniziale: il fan di Ghostbusters è stato ormai probabilmente alienato (perfino Winston, ovvero l'attore Ernie Hudson, ha condiviso la notizia sul suo profilo facebook con un lapidario "No comment!") ed ecco la necessità di dover creare nuovi fan. Ma allora non era meglio un Le amiche della sposa 2?

A gettare acqua sul fuoco arriva comunque l'immancabile e buonista Dan Aykroyd che commenta questa scelta "femminista" nel migliore dei modi richiamando addirittura l'apparente modernità di "un uomo che ha riconosciuto e valorizzato la forza delle donne", il bisnonno Sam Aykroyd a cui si ispirò trent'anni fa per la prima sceneggiatura.

GhostBusters: Bill Murray
GhostBusters: Bill Murray

Ma noi, che forse non siamo altrettanto buoni, non possiamo fare a meno che pensare che l'ennesima nuova voce, uscita proprio nelle ore successive a queste polemiche, che vedrebbe Bill Murray in trattative per tornare con un ruolo completamente nuovo vuol forse dire che qualcuno anche ai piani alti ha capito che ancora oggi questo progetto è molto rischioso. E quindi chi chiamerai?