Finalmente è tornato anche il cinema horror! Con la riapertura delle sale cinematografiche, ecco che film già annunciati, e per ovvie ragioni posticipati, vengono distribuiti per la gioia di tutti gli appassionati. È il caso di Freaky, una nuova comedy-horror che prende un soggetto ben conosciuto (quello del magico scambio di persona) e lo tramuta in uno slasher. È l'ennesimo colpo ben centrato per la casa di produzione di Jason Blum, ormai specializzata nel genere e che è capace, a fronte di film a basso budget, di creare successi memorabili. Ripercorrendo la storia di questo studio che ha riportato in auge l'horror più mainstream attraverso idee molto spesso geniali, ecco quindi dieci film Blumhouse da vedere assolutamente. Con una piccola avvertenza introduttiva: abbiamo deciso di limitarci al genere horror e non inserire alcuni dei titoli più famosi e importanti della casa di produzione (è il caso di Whiplash, BlacKkKlansman o la serie HBO Sharp Objects).
Paranormal Activity (2009)
Non poteva esserci primo titolo migliore per descrivere il successo della Blumhouse. Uscito nel 2009, con il beneplacito addirittura di Steven Spielberg, Paranormal Activity diventò un caso mediatico e uno straordinario successo. Girato con lo stile di un mockumentary, il film di Oren Peli riuscì a spaventare il mondo e a dare avvio a una vera e propria rinascita del genere. Tanto che, in breve tempo, tra sequel ufficiali e apocrifi, ci fu una vera e propria invasione di film simili. La storia è quella di una coppia che è convinta di avere strane presenze invisibili in casa, tanto da essere costretti a comprare una videocamera per documentare quanto gli sta accadendo. A distanza di più di un decennio, Paranormal Activity forse mostra un po' il fianco a causa della tensione meno urlata rispetto a quanto siamo abituati, ma ha dalla sua un finale veramente potente e indimenticabile che giustifica e valorizza i minuti precedenti. Costato solo 15mila dollari, il film riuscì a incassare quasi 200 milioni. Uno straordinario successo senza precedenti.
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Insidious (2011)
Se, invece, la nostra passione è quella di assistere a un film davvero "di paura", Insidious diretto da James Wan è ciò che fa per noi. Si parla di demoni e di possessioni, ma stavolta la tensione è veramente alle stelle e il film si dimostra non solo uno dei migliori del regista, ma anche uno dei più spaventosi di epoca recente. Anche in questo caso, il film è riuscito a dimostrarsi un successo al botteghino e a proseguire la sua storia in un sequel, diretto sempre da James Wan che inizia proprio a partire dall'ultima inquadratura di questo film, e da due prequel. È un horror che richiama le atmosfere terrificanti del cinema degli anni Settanta, in particolare seguendo l'uso del colore di Dario Argento, e che garantisce una buona dose di spaventi che non si dimenticheranno facilmente.
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Sinister (2012)
Mistero e violenza per questo film diretto da Scott Derrickson che, prima di entrare a far parte del cinema blockbuster con Doctor Strange, aveva basato gran parte della sua carriera dirigendo film horror. Sinister vede come protagonista Ellison Oswalt, interpretato da Ethan Hawke, uno scrittore sul viale del tramonto che per trovare ispirazione decide di lavorare al suo nuovo libro in una location particolare. Oswalt si trasferisce, infatti, nella casa in cui sono stati compiuti alcuni omicidi che sono anche l'argomento del suo libro. La scoperta di alcuni filmini in Super8 in cui sono ripresi gli assassinii daranno il via a una serie di eventi orrorifici. Anche Sinister fu un gran successo al botteghino e venne premiato dalla critica, dimostrandosi uno dei migliori horror del 2012. Ne derivò anche un sequel che, però, non raggiunse il livello dell'originale, particolarmente riuscito per il clima di ansia perenne e di mistero che riusciva a far percepire attraverso il montaggio e le situazioni che il protagonista era costretto a vivere.
Le streghe di Salem (2013)
Vero e proprio film spartiacque per la carriera di Rob Zombie, Le streghe di Salem è un viaggio allucinogeno nei meandri del male. La storia è quella di Heidi, interpretata dalla moglie del regista Sheri Moon Zombie, una deejay che lavora in una stazione radiofonica che, un giorno, riceve un disco di un gruppo sconosciuto. La musica riprodotta fa cadere Heidi in una sorta di trance mistica. Sarà solo l'inizio della caduta in un abisso esoterico che avrà a che fare con processi per stregoneria, nascite demoniache e riti satanici da parte di adepti misteriosi. Bistrattato e poco considerato, Le streghe di Salem è, a nostro parere, un'opera cinematografica da riscoprire: coraggiosa, visionaria, sicuramente imperfetta, ma riuscita nel creare un cinema d'atmosfera atipico e davvero magico. Le sequenze finali creano un climax che resterà impresso a lungo nella mente dello spettatore.
La notte del giudizio (2013)
Altra saga di successo per la Blumhouse che con La notte del giudizio dà avvio a una nuova serie cinematografica. Stavolta il discorso si fa molto più politico: siamo nel 2022 e gli Stati Uniti, per mantenere il tasso di criminalità basso durante il corso dell'anno, ha fissato dodici ore di "Sfogo" in cui anche l'omicidio diventa legale. Inizia come un home invasion movie (marchio di fabbrica della Blumhouse per tenere i costi ridotti) per poi, man mano che si procede nella saga, abbracciare sempre di più il ritratto di una nazione distopica. Diretto e scritto da James DeMonaco, il film potrà sembrare a prima vista un "normale" film horror, ma si fa forza attraverso il messaggio che troverà naturale conclusione (almeno così pare) nel corso dell'annunciato quinto capitolo: La notte del giudizio per sempre. È l'occasione per rivedere questa perla del genere.
The Visit (2015)
Non era stato fortunato M. Night Shyamalan alla guida dei film più spettacolari e hollywoodiani. Il suo ritorno a un cinema a basso budget e più incline al suo stile. The Visit racconta la storia di due fratelli che devono passare una settimana a casa dei nonni che non conoscono. Armati di videocamera, i due inizieranno a notare alcuni eventi strani che accadono. Girato con lo stile del finto documentario, The Visit è un vero e proprio gioiellino di paura (una scena in particolare garantisce forti spaventi) con un colpo di scena finale, in puro stile del regista, che non può che sorprendere lo spettatore. La durata del film, giusta e particolarmente esigua, garantisce un ritmo alto. Impossibile annoiarsi.
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Scappa - Get Out (2017)
Con Scappa - Get Out, esordio folgorante di regia per Jordan Peele, la Blumhouse trionfa agli Oscar vincendo l'ambita statuetta per la Miglior sceneggiatura originale. E a ben ragione, visto che la storia raccontata nel film riesce a unire horror e un pizzico di umorismo per mettere in scena il razzismo intrinseco della società americana. Diverso da tutti gli altri presenti in questa lista, Scappa - Get Out è il film meno puramente horror (Peele alzerà l'asticella del genere con il successivo Noi), ma senza dubbio è il più coraggioso, il più innovativo, il più originale. Prendendo la lezione di alcuni dei film più famosi di Wes Craven, Jordan Peele pone il genere come veicolo di denuncia e non solo come mero divertimento. La paura è davvero presente nel mondo contemporaneo e i mostri, forse, siamo noi.
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Auguri per la tua morte (2017)
Come per Freaky, anche Auguri per la tua morte reinterpreta un grande classico della commedia come Ricomincio da capo e lo contamina con gli elementi del genere horror. La protagonista del film, Theresa, vive il giorno del suo compleanno con assoluta normalità finché, nel corso della notte, viene uccisa da un killer mascherato. Invece di morire, Theresa si risveglia di nuovo nel giorno del suo compleanno. Inizierà così per lei un ciclo ininterrotto di morte e resurrezione sempre uguale, in attesa che riesca a sbloccare quest'anello temporale. Il film risulta parecchio divertente e ottiene un buon successo al botteghino, tanto da dare vita a un seguito uscito nel 2019.
Halloween (2018)
Riportare sul grande schermo l'icona di Michael Myers cercando di mettere ordine all'intera saga di Halloween. Un'impresa non da poco visto che l'Uomo Nero inventato da John Carpenter era finito in un limbo parecchio confuso tra sequel contraddittori e un reboot coraggioso ma non del tutto apprezzato da parte di Rob Zombie. Con il beneplacito del regista originale, qui anche in sede di compositore musicale, la Blumhouse e David Gordon Green hanno deciso di dare un vero e originale sequel al film del 1978, ambientandolo quarant'anni dopo. È un film che vuole replicare un puro e semplice slasher basato in gran parte sulla tensione e sull'attesa e si fa forza grazie al ritorno di Jamie Lee Curtis nei panni di Laurie Strode. Quest'anno potremmo vedere finalmente il capitolo centrale della già annunciata trilogia.
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L'uomo invisibile (2020)
Ultimo titolo dei film Blumhouse da vedere assolutamente non poteva che essere un film rivelazione uscito l'anno scorso e che è riuscito con intelligenza a modernizzare un classico dell'horror. Parliamo de L'uomo invisibile, con protagonista Elisabeth Moss nei panni di una donna che, dopo essere fuggita dal ragazzo, è convinta di essere osservata. Il film unisce una prima metà più ansiogena con una seconda più attenta all'azione, fino ad arrivare a un finale potente che lancia un messaggio forte. La metafora dello stalker e della violenza sulle donne è lampante e rende questo remake davvero originale e imperdibile.