Figli, Valerio Mastandrea: “Essere genitori? Non è la fine della vita, ma neanche una benedizione"

Figli: Video intervista a Giuseppe Bonito, Valerio Mastandrea e Paola Cortellesi, regista e interpreti dell'ultimo film di Mattia Torre in sala dal 23 gennaio.

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È l'ultima geniale eredità di Mattia Torre, l'autore di Boris scomparso prematuramente lo scorso luglio, si chiama Figli ed è ispirata al monologo I figli ti invecchiano, uno dei suoi tanti scritti teatrali, diventato virale dopo l'interpretazione di Valerio Mastandrea a "E poi c'è Cattelan a teatro". La commedia, in sala dal 23 gennaio, racconta le difficoltà di essere genitori nei tempi caotici e confusi della contemporaneità; nello specifico narra le notti insonni, le discussioni e i ripetuti tentativi di tenere insieme tutto di Sara e Nicola, quarantenni alle prese con l'arrivo del secondo figlio, interpretati da Paola Cortellesi e Valerio Mastandrea. Al timone per volere dello stesso Torre, Giuseppe Bonito, regista di Pulce non c'è, che qui si trova per la prima volta ad affrontare il registro del tragicomico. Un'esperienza che ci racconta in questa intervista insieme ai due attori principali.

L'eredità di Mattia Torre

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Figli: Paola Cortellesi e Valerio Mastandrea in un'immagine del film

Mattia Torre aveva tutto ben chiaro, al punto da aver scelto l'intero cast prima di passare il testimone. Figli è una commedia spregiudicata, a tratti fumettistica, ma era già tutto scritto in sceneggiatura come ci fa notare Bonito: "Ho cercato di rimanere molto in contatto con quel testo. È talmente forte tutto ciò che è scritto, che dopandolo con qualsiasi movimento di macchina o calcando alcune intenzioni, paradossalmente avrebbe prodotto l'effetto contrario".

Essere genitori: una benedizione?

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Figli: Paola Cortellesi e Valerio Mastandrea in una scena del film

Il film, di cui abbiamo parlato nella nostra recensione di Figli, segna la prima volta insieme sul set di Paola Cortellesi e Valerio Mastandrea, se si esclude l'indimenticabile video de La descrizione di un attimo dei Tiromancino nel 2000, in cui interpretano una serie di gag: "Avevamo fatto tante piccole cose di cui ancora ci vergogniamo.- scherza Mastandrea - Ci siamo regalati il fatto di ascoltarci e divertirci. Sapevo che con lei sarei potuto andare dappertutto e farmi portare ovunque".
"Mattia ci ha regalato il primo film insieme dopo tanti anni di conoscenza e amicizia", gli fa eco la Cortellesi.
Come si supera invece la solitudine di essere genitori di cui parla il film? Per l'attore romano "cambiando la cultura di essere genitori", smettendo di vivere questa condizione "come una benedizione o maledizione. C'è una letteratura enorme dietro capace di creare aspettative che puntualmente non ci si sente in grado di soddisfare. Sarebbe tutto più semplice se si riuscisse a vivere con più leggerezza e ad accettare il fatto che essere padre e madre è un colpo grosso, difficile, ma non la fine della vita o l'inizio di un'esistenza volta alla beatificazione".

La video intervista a Giuseppe Bonito, Valerio Mastandrea e Paola Cortellesi