Escludendo l'acclamata Tokyo Vice, serie televisiva di cui Michael Mann è stato produttore esecutivo e ha diretto il pilot, il regista di Heat - La Sfida e Collateral manca sul grande schermo da ben 8 anni. Usciva infatti nel 2015 il cyber-thriller Blackhat con protagonista Chris Hemsworth, un film intrigante ma leggermente fuori tempo massimo, sicuramente non paragonabile alle vecchie glorie cinematografiche dell'autore americano. Nel corso degli ultimi anni ha pubblicato Heat 2, romanzo sequel del suo lungometraggio più noto e citato (che dovrebbe anche diventare il suo prossimo progetto per il grande schermo), concentrando il resto della sua forza lavoro allo sviluppo di Ferrari, biopic dedicato alla straordinaria vita di Enzo Ferrari, leggendario fondatore di una delle case automobilistiche sportive e di lusso più famose al mondo e tra gli imprenditori italiani e non più importanti del ventesimo secolo. Il film sarà presentato in anteprima mondiale e competizione ufficiale alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia 2023, ma al momento sono ancora pochissime le informazioni effettive sull'opera, che a parte qualche immagine dei protagonisti manca ancora di un poster e di un trailer ufficiale. Proviamo allora a mettere in ordine tutte le informazioni relative a uno dei progetti più attesi della prossima stagione cinematografica.
Un grande protagonista
Ogni grande biopic deve avere un grande protagonista. Anche Ferrari risponde ovviamente a questa regola non scritta, d'esigenza e buon senso, e nei panni dell'Ingegnere troviamo infatti il talentuoso Adam Driver, tra gli interpreti più richiesti, versatili e brillanti della sua generazione. Inizialmente avrebbe dovuto essere Christian Bale a cimentarsi nella sfida lanciata da Mann, ma dopo un primo momento in cui sembrava cosa fatta, l'attore britannico decise nel 2016 di abbandonare il progetto per questioni legate a una trasformazione fisica per lui troppo rischiosa per motivi di salute. Dopo cinque anni, comunque, la scelta è infine ricaduta su Driver, tanto per ragioni legate al physique-du-role dell'interprete quanto con una cifra attoriale pertinente allo spirito aziendale e sportivo di Ferrari, che prima di fondare la sua scuderia si fece le ossa da ragazzo squattrinato in svariate officine automobilistiche sia come meccanico che collaudatore, divenendo poi un pilota professionista e solo infine imprenditore di successo. Driver somiglia nel fisico e nell'espressività al Ferrari over-60, soprattutto con indosso gli iconici occhiali da sole, e proprio questo ruolo potrebbe rappresentare per il performer l'occasione di ricevere la sua terza nomination agli Oscar e la possibilità di vincere l'ambita statuetta d'oro.
Al suo fianco troviamo anche un nutrito cast di co-protagonisti guidato da Penelope Cruz nei panni di Laura Ferrari, moglie dell'Ingegnere. Insieme a lei Shailene Woodley nel ruolo di Lina Lardi, fiamma extraconiugale di Enzo Ferrari (con cui ebbe anche un figlio), e poi Patrick Dampsey in quelli dei pilota Piero Taruffi, Jack O'Connell nella parte di Peter Collins (altro famoso pilota della Scuderia Ferrari) e gli italiani Lino Musello e Tommaso Basili nei rispettivi panni del designer Sergio Scaglietti e dell'imprenditore Gianni Agnelli. Dal cast è possibile desumere un biopic che seguirà tanto la vita privata di Ferrari quanto la crescita della celebre casa automobilistica, tra successi e difficoltà, ma a quanto pare il film di Michael Mann sarà molto più di un "semplice" biopic tout court.
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Un dramma shakesperiano
Non potrebbe però essere un film di Michael Mann senza il suo pertinente lato oscuro, e infatti il regista ha scelto di costruire attorno a un preciso momento della vita e della carriera di Ferrari il suo intero lungometraggio. Per la precisione si tratta del 1957, anno dell'ultima competizione 1000 Miglia e del tragico incidente causato proprio da un'automobile Ferrari, che costò la vita al pilota Alfonso de Portago (interpretato nel film da Gabriel Leone) e causa di un lungo precesso penale e mediatico allo stesso Enzo. Un periodo difficile in cui la Ferrari entrò in crisi e anche il matrimonio con la moglie Laura risentì della morte del figlio Dino, scomparso all'età di 24 anni a causa della Distrofia di Duchenne, e del riconoscimento di Piero Lardi - poi Piero Ferrari - come figlio extra-coniugale. Luci e ombre di un imprenditore affacciato sul baratro più profondo della sua esistenza, tra la fama di donnaiolo, il dolore della perdita e il rischio della fine prematura di un'avventura imprenditoriale che aveva già segnato la storia dell'Italia in appena 10 anni d'esistenza. È lo stesso montatore del lungometraggio, il nostrano Pietro Scalia, a definire Ferrari "più di un biopic", esaltando per atro il lavoro di Mann come regista: "Il film è stato girato a Modena e dintorni nell'estate del 2022. Io avevo la sala di montaggio in loco e ho seguito la lavorazione da vicino. Devo dire che Mann è una persona molto precisa, prende appunto su ogni cosa e per questo mi arrivavano giornalmente paginate di osservazioni e direttive non facili da leggere. Ha una concentrazione pazzesca e l'energia di un ventenne".
Sulla sceneggiatura in sé (scritta a quattro mani dallo stesso Mann insieme a Troy Kennedy Martin, ispirati dal libro di Brock Yates), Scalia ha poi per l'appunto precisato: "L'ultima stesura che ho avuto modo di leggere, quella definitiva, è davvero bellissima e non definirei Ferrari un biopic. È un film molto più complesso e oscuro, quasi un dramma shakesperiano". Intanto, in attesa di poter ammirare finalmente un trailer di Ferrari a poche settimane dalla premiere di Venezia, la produzione dell'opera ha raggiunto un accordo con il SAG-AFTRA - sindacato statunitense degli attori -, ottenendo così il permesso di promuovere il lungometraggio sia al Lido che al New York Film Festival, dove sarà il titolo di chiusura. Il motivo di un tale "lasciapassare" è correlato al fatto che Ferrari è prodotto da Neon, casa indipendente e studio hollywoodiano con cui il sindacato è attualmente in lotta per clausole contrattuali più favorevoli e in appoggio allo sciopero dalla Writers Guild of America, sindacato invece degli sceneggiatori. Tutto questo potrebbe significare la presenza di Adam Driver, Penelope Cruz, Shailene Woodley e Patrick Dempsey al Festival di Venezia insieme a Michael Mann, ma per averne conferma bisognerà aspettare ancora qualche giorno.