Èlite 4, la recensione: Capodanno con delitto, su Netflix

La recensione di Èlite 4: la serie tv spagnola disponibile in streaming su Netflix dal 18 giugno introduce nuovi personaggi e continua nel suo posizionamento di teen drama con delitto, ma più che alla trama gialla sembra interessata all'aspetto sexy.

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Elite 4: Itzan Escamilla e Miguel Bernardeau in una foto della quarta stagione

"Guzman, bisogna che mi racconti cosa hai visto stanotte. Tranquillo, andrà tutto bene". La recensione di Èlite 4, la serie tv spagnola disponibile in streaming su Netflix dal 18 giugno, inizia da qui, dalle prime sequenze del primo degli 8 episodi. Guzman è provato, sconvolto. Alle sue spalle, dalla vetrata dell'elegante locale sul lago dove si trova, vediamo i fuochi d'artificio. E capiamo che possiamo essere alla festa di Capodanno. Quello che fa le domande è di schiena, e scorgiamo il distintivo della polizia. Sì, a Las Encinas, l'esclusiva scuola spagnola, o, in questo caso, nei paraggi, è andato di nuovo in scena un delitto. Una ragazza fluttua nell'acqua, con il suo vestito ampio ed elegante. Èlite, la serie spagnola che, nella stagione 3, aveva esaurito il suo arco narrativo legato al delitto di Marina, inizia una nuova fase, con alcuni volti noti, nuovi protagonisti, e lo schema classico che connota ogni stagione: in scena c'è un morto (in questo caso è una ragazza in fin di vita) e la narrazione torna indietro per capire come tutto è iniziato. Solo alla fine della prima puntata scopriremo chi è la vittima. E ci vorranno tutte le puntate per capire cosa è successo. La quarta stagione di Èlite abbandona i toni più cupi della stagione 3, e riparte puntando forte sul sesso e sullo scandalo, ma risulta meno appassionante per quel che riguarda la trama gialla. Ma è una serie che, come al solito, si lascia vedere, un classico guilty pleasure.

C'è una nuova ragazza a Las Encinas

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Elite 4: Carla Díaz in una foto della quarta stagione

C'è una nuova ragazza a Las Encinas, la vediamo dalle prime scene. È Ari (Carla Diaz), e fa la sua apparizione in piscina, in costume intero, durante una gara di nuoto. È minuta, elegante, ha il fisico tonico e i capelli neri corti. Lo sguardo è furbo, e molto intrigante. Durante la gara, Gumzan (Miguel Bernardeau) ne resta subito colpito. Ari, lo scopriremo, è la figlia di Benjamin, nuovo CEO chiamato a risollevare la reputazione di Las Encinas e a dare un nuovo corso all'istituto. Con lui sono arrivati gli altri due figli: Patrick (Manu Rìos), il gemello di Ari, e Mencia (Martina Cariddi), la sorella minore. Se ad Ari sembra legarsi Samuel (Itzan Escamilla), a Mencia sembra avvicinarsi Rebeka (Claudia Salas), mentre Patrick getta scompiglio nella relazione, che sembrava ormai stabile, tra Omar (Omar Ayuso) e Ander (Arón Piper).

Élite - Storie brevi: Nadia Guzmán, su Netflix in streaming da oggi

Un nuovo inizio

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Elite 4: Martina Cariddi in una foto della quarta stagione

Èlite 3 aveva chiuso un cerchio. È passata un'estate intera (raccontata in tre corti. Èlite - Storie brevi, già disponibili) ed è ricominciato un nuovo anno scolastico. L'escamotage per mantenere parte del cast, dopo aver detto addio ad altri personaggi, è stato far ripetere l'anno ad alcuni dei ragazzi. Così sono rimasti Samuel, Guzman, Ander, Omar e Rebeka. A salutare, per andare all'università, sono state Carla (Ester Expósito), Lu (Danna Paola) e Nadia (Mina El Hammani), che appare ancora, per qualche minuto, in videochiamata da New York. Ci vuole un po' ad abituarsi ai nuovi volti dei protagonisti entrati in scena. Ma i nuovi attori si confermano, tutto sommato, delle scelte azzeccate. Della bellezza insinuante di Carla Diaz abbiamo detto, ma anche Martina Cariddi, una bellezza più sfrontata e un personaggio ancora più esuberante, si prendono presto la scena. Più convenzionali le presenze maschili, Manu Ríos e Pol Granch, ma perfettamente funzionali al mondo di Èlite.

Un generatore automatico di scene sexy

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Elite 4: Omar Ayuso e Arón Piper in una foto della quarta stagione

Come se dovesse sopperire alla partenza di volti belli e carismatici, o come se dovesse ravvivare una relazione ormai un po' assopita, come ci era sembrata quella tra la serie e il pubblico nella stagione 3, Élite 4 punta forte sul sex appeal. I nuovi arrivati a Las Encinas, Ari, Mencìa e Patrick, scompaginano le carte. E così le storyline principali sono basate su due triangoli: Ari sembra divisa tra Samuel e Guzman, e la cosa rischia di mettere di nuovo l'uno contro l'altro i due, che ormai sono diventati amici. Patrick si intromette tra Omar e Ander, ma non si capisce da chi dei due sia più attratto. È evidente come Èlite 4 punti sempre più spesso a scandalizzare, a cercare di colpire con scene scabrose e spinte, con scelte ardite da parte dei personaggi. La sensualità è sempre stata una prerogativa della serie spagnola, ma qui sembra avvenire tutto in modo un po' meccanico, studiato, come se fosse (a proposito della battuta che girava su Sorrentino) un "generatore automatico di scene sexy". In questo modo il gioco diventa un po' ripetitivo. E a perdere è la trama gialla che ci sembra meno avvincente di quella delle prime stagioni.

Élite - Storie brevi: Omar, Ander, Alexis, su Netflix in streaming da oggi

Cenerentola ai tempi del #metoo

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Elite 4: Georgina Amorós in una scena della quarta stagione

Un'altra delle storyline riprende in tutto e per tutto la storia di Cenerentola, aggiornata ai tempi del #metoo. È quella che riguarda Cayetana (Georgina Amorós), volto sveglio e furbo di quelli che non sai mai se ci fa o se ci è, ed è uno dei personaggi con più sfumature di Elite. La ragazza figlia della donna delle pulizie che si fingeva ricca è rimasta anche lei a Las Encinas, ma ora fa la bidella. È bravissima a disegnare abiti, e sogna di fare la stilista. E incontra un principe, Phillippe (Pol Granch). Dimostrerà, per una volta, di non essere quella che credevamo. E la sua storia sarà l'occasione di parlare di autodeterminazione, e di violenza sulle donne, che sia psicologica e fisica. È un tema che, però, in Èlite 4 resta accennato e non assurge mai a tema principale in grado da far fare un salto di qualità alla serie.

La società del controllo

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Elite: Itzan Escamilla in una scena della seconda stagione

Così come non fa fare il salto di qualità l'altro tema, quello del controllo. Sotto l'egida nel nuovo CEO, Benjamin, Las Encinas, da liceo d'élite, diventa una sorta di scuola bunker: metal detector agli ingressi, telecamere di sorveglianza ovunque. Ci potrebbe essere lo spazio su un sottotesto interessante, quello della società del controllo in cui viviamo, ripresi e tracciati in qualunque nostro movimento, fisico o digitale. O su tutte le misure di controllo che le élite hanno sempre messo in atto per controllare tutti gli altri. Ma tutto questo (così come quando si parla di carcere e recidiva) rimane solo accennato, su un livello che non riesce nemmeno a fare un sottotesto, uno dei temi della serie. Tutto serve più che altro a creare contrasti, tensioni, a far progredire una trama che, come abbiamo detto, punta su altro. Ma chissà che non sia un'idea per il futuro. Che, con i nuovi arrivati già inseriti nella storia, e con qualche altro addio, insieme a un mistero che non è ancora irrisolto, potrebbe riservarci una quarta e una quinta stagione.

Scene della lotta di classe a Las Encinas

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Elite: Arón Piper, Omar Ayuso in una scena della seconda stagione

Le scene della lotta di classe a Las Encinas, una costante di scene della lotta di classe a Las Encinas, continuano. Anche quelle, come il sesso, sono diventate un po' di maniera (c'è anche un "generatore automatico delle scene della lotta di classe"?). Quello che abbiamo notato è, però, una cura ancora più attenta per i costumi. Gli abiti sono originali - parte della trama ruota intorno ad essi - e ogni vestito ci racconta qualcosa dei personaggi. Guardate come ognuno di loro reinterpreta, secondo la sua personalità e il suo stile, la divisa d'ordinanza della scuola. "Guardare" è la parola chiave di una serie come Èlite. Non solo perché ognuno, in un modo o nell'altro, è impegnato a guardare l'altro, che sia il suo oggetto del desiderio o il suo rivale. E, dall'altro canto, a preoccuparsi di come viene visto dagli altri. Ma anche perché, a noi come pubblico, piace guardare - sì, un po' come dei voyeur - questa serie che è un guilty pleasure. Per i suoi personaggi belli ed eleganti, per i luoghi di classe, per una confezione patinata e accattivante.

Conclusioni

Nella recensione di Èlite 4 vi abbiamo spiegato come la stagione 4 abbandoni i toni più cupi della stagione 3, e punti forte sul sesso e sullo scandalo, ma anche come risulti meno appassionante per quel che riguarda la trama gialla. Ma è una serie che, come al solito, si lascia vedere, un classico guilty pleasure.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
3.3/5

Perché ci piace

  • I nuovi personaggi, soprattutto quelli di Carla Diaz e Martina Cariddi, sono azzeccati.
  • L'approccio alla narrazione è dinamico e in grado di invogliare al binge watching.
  • C'è grande attenzione per gli abiti, ognuno racconta la storia di un personaggio.

Cosa non va

  • La trama gialla, alla quarta stagione, sembra essere meno avvincente.
  • Si punta di più sull'aspetto sexy, ma in maniera un po' meccanica.
  • Alcuni sottotesti, come quello sul controllo, sono accennati ma poco approfonditi.