"Parli di road movie e passi per Sutri... fa ridere". Sì, detto così, come lo dice Lillo alla nostra domanda, fa ridere. Eppure si può parlare anche di road movie a proposito di Con chi viaggi, il film degli YouNuts! con Lillo e Fabio Rovazzi al cinema solo il 23, 24 e 25 maggio distribuito e prodotto da Lucky Red, in collaborazione con Alamo Audiovisual Quinta Parte, Sky e Amazon. Così come si può parlare, a buon diritto di black comedy. Troviamo sempre molto interessante quando anche in Italia si cominciano, o ricominciano, a fare generi cinematografici, o a sposare modelli produttivi che da noi sono poco utilizzati. O, magari a usare nuove tecnologie che da noi sono ancora poco usate. Proprio per un altro film degli YouNuts!, Altrimenti ci arrabbiamo, avevamo notato come, anche in Italia, si cominciava a fare il requel, o legacy sequel. Qui ci piace notare come, in un film solo, si provino a fare due generi come il road movie e la black comedy, generi poco frequentati, o sedotti e abbandonati. La storia è da film on the road: Lillo, Fabio Rovazzi, Alessandra Mastronardi e Michela De Rossi sono quattro sconosciuti che si trovano a condividere un viaggio, prenotato tramite un'app, da Roma a Gubbio. Ognuno di loro ha un segreto, ognuno ha in sé qualcosa che non dice. È una black comedy perché dentro ci sono anche tensione e senso di attesa, che danno al film un tono molto particolare È un road movie sui generis, perché, in fondo, conta quello che accade dentro la macchina, e non quello che accade fuori, mentre nel road movie classico convivono entrambi gli elementi. Ma anche perché, a differenza dei film di questo tipo, grazie alle nuove tecnologie, in realtà, gli attori non hanno viaggiato. Per questo parliamo di road movie che non lo era... Leggete e vi sveleremo anche questo segreto.
Un road movie girato tutto nello stesso posto...
"Con chi viaggi è un road movie ma girato tutto nello stesso posto" ci ha spiegato Niccolò Usbergo degli YouNuts. "Solo alcune scene sono state girate nei posti dove andavamo, la parte ferma è girata negli studi". "Con chi viaggi è un finto road movie, anche se siamo stati in Umbria" continua. "Le immagini delle strade sono state girate prima, qualcuno il viaggio l'ha fatto". "Siccome sono nuove tecnologie, eravamo quattro bambini" commenta entusiasta Lillo. "La tecnologia del futuro è questa, sostituirà il green screen". La tecnologia di cui parlano è la Virtual Production, o il Ledwall, dal muro su cui vengono proiettate le immagini. Si tratta di questo. Invece di far recitare gli attori davanti al green screen, cioè al nulla, e poi aggiungere le immagini girate o realizzate al computer in un secondo momento, si girano o si creano le immagini prima, e si proiettano sul Ledwall, un grande muro che contorna, anche a 360 gradi o quasi, il set e gli attori. In questo modo, chi recita è immerso nell'ambiente, e interagisce con lo sfondo in tempo reale, invece di vederlo solo in un secondo momento. È così che è stata girata la serie The Mandalorian, e il nuovo Avatar: La via dell'acqua. Da noi, la casa della serie Vita da Carlo, con la vista su Roma, è stata realizzata così. "Hanno mandato l'auto a fare tutto il viaggio, a girare tutte le prospettive". Questa tecnica è utilissima per gli attori, che così si immedesimano subito nel set. Ma crea anche qualche imprevisto divertente. "A volte stoppavano si fermava la strada" sorride Fabio Rovazzi. "Così rimandavano la strada in reverse per tornare al punto di partenza... con grossi problemi di stomaco". "Vedere il reverse è come andare sulle montagne russe, un rollercoaster virtuale" aggiunge divertito Lillo.
Con chi viaggi, la recensione: Il Lillo che non ti aspetti è al cinema con gli YouNuts!
Recitare come all'interno di un simulatore
Scherzi a parte, la nuova tecnica è importantissima per la recitazione degli attori. "La cosa bella di questa nuove tecnologia è che, quando c'è la curva, c'è la curva realmente e ti muovi di conseguenza" ci spiega Lillo Petrolo. "Quando faccio la stessa cosa con il green screen, le immagini non combaciano con la mia guida: le immagini si muovono ma io sono fermo. Qui invece è come un videogioco". Per questo, anche se virtuale, in fondo il road movie c'è, perché gli attori si sono facilmente immedesimati nella storia, si sono sentiti davvero nei luoghi del viaggio. "Con questa nuova tecnologia ce l'avevamo questa impressione" ci ha risposto Lillo. "Non si tratta di recitare davanti a uno schermo verde, vedi veramente le strade. La sensazione del viaggio c'era". "La tecnologia ha aiutato tanto" ci ha spiegato Fabio Rovazzi. "Non trattandosi di green screen, non devi immaginarti di viaggiare, ma sei effettivamente all'interno di un simulatore. Ti posso garantire che alla fine ti senti assolutamente in auto, senza alcun tipo di gap mentale. Sei immediatamente nell'ottica di viaggio. Comunque sei sul set per delle ore, e senti la stanchezza del viaggio. È tutto realistico". Ma il Ledwall non basta a dare la sensazione del viaggio. È la simpaticissima Michela De Rossi (una vera rivelazione del film) a svelarci un altro retroscena della lavorazione. "C'era una persona con un asse che ha spinto con il piede per fare il movimento della macchina per tutto il film" ci ha raccontato l'attrice. "Per un mese e mezzo una persona saltava sull'asse di legno per far muovere la macchina".
Road movie e black comedy in Italia si fanno poco
Il road movie in Italia è un genere che si frequenta poco. Ha avuto una fortunata stagione anni fa con il cinema del primo Gabriele Salvatores, storie come Marrakech express e Turnè, e negli ultimi anni ha visto episodi fortunati come Basilicata Coast to Coast e In viaggio con Adele. Ma come mai film di questo tipo si fanno così poco? "Non ne ho idea" ci risponde Fabio Rovazzi. "Sicuramente non sono film semplici. Ma abbiamo un sacco di posti meravigliosi e sarebbe interessante vedere più film di questo tipo". "In Italia si fa poco la black comedy, più che altro" ci risponde invece Lillo. "È più facile vedere un road movie, pensiamo a Basilicata Coast To Coast. Tornando alla black comedy, si tende a non toccare tematiche più ciniche. Invece la black comedy è un genere che abbiamo frequentato in passato, negli anni Sessanta e Settanta. Ed è un genere bello, divertente. Secondo me le due cose si sposano benissimo, è come il miele con il formaggio. L'umorismo secondo me sta bene con la tensione: un po' hai paura, un po' ridi".
Altrimenti ci arrabbiamo: Anche in Italia cominciamo a fare i requel
La parte attoriale è fondamentale. Si deve creare un mood
Quando frequenti generi cinematografici di questo tipo, poi, cambi anche il modo di recitare, tocchi toni e registri diversi. Lillo, in Con chi viaggi, alterna espressioni più comiche ad altre più ambigue e minacciose. "Dipende tutto da con chi reciti" ci spiega Lillo. "Il cast era perfetto. La sensazione di paura del resto del cast nei miei confronti ogni tanto mi aiutava a rendere la mia espressione un po' più ambigua, strana. Comunque è molto importante, in questo tipo di film, quello che vedi. Vedere la sua preoccupazione (si riferisce a quella di Michela De Rossi, che abbiamo intervistato insieme a lui, ndr) mi aiutava a rendermi preoccupante. È un film dove la parte attoriale è fondamentale. Si deve creare un mood". "Avevo una paranoia" ci confida invece Rovazzi. "Era la prima volta che facevo un film corale, con loro che non erano proprio scarsi. Cercavo di non fare dei disastri. E c'era il problema con Lillo che mi faceva sempre ridere. Quando ho letto la sceneggiatura la prima volta, mi sono detto: è un personaggio che non parla. E invece, in tutte le scene in cui non parlo, in realtà il piano d'ascolto è fondamentale ed è sempre in camera. Sei sempre ripreso, sempre osservato e sempre funzionale a quello che accade". È un film in cui reagisce spesso a un messaggio che arriva sul telefono, e quindi solo con un'espressione. "A livello espressivo io mi trovo molto bene, le espressioni facciali sono un po' il mio".
Da Little Miss Sunshine a Locke
Se parliamo di road movie, è naturale chiedere ai nostri attori quale sia il loro film di viaggio preferito. E tra le risposte ce n'è una che ci dice molto su che tipo di film sia Con chi viaggi. "Mi viene in mente Little Miss Sunshine, che è bellissimo" ci risponde Michela De Rossi. "Little Miss Sunshine è uno dei road movie più belli che ho visto" concorda Lillo. "Un film che ho consigliato di vedere a tutti è Locke. Quando mi hanno proposto questo film mi è venuto in mente subito questo film che ho amato tantissimo, proprio per la scrittura. Se si riesce a tenere così interessato uno spettatore in un film dove c'è solo un attore, anche se stiamo parlando di Tom Hardy, che non esce mai dalla macchina, vuol dire che è un grande film". "Locke è un film che mi piace molto" concorda Rovazzi. "Qui siamo in una situazione diversa ma lo spirito, a livello tecnico, è lo stesso. La difficoltà di Locke è diversa, perché è da solo, ma è quella di non annoiare il pubblico nonostante la location non cambi mai. Viaggia tanto sull'immaginazione, perché quando un personaggio parla di certe cose tu le immagini. È un film che si fa tanti film, è una bella prova. Girando Con chi viaggi non avevamo davvero in mente cosa potesse venire fuori. Una volta inserita, poi, la musica aiuta molto". Ma qual è il road movie che i nostri protagonisti, da attori, vorrebbero fare? "Sicuramente farei il coast to coast, in America" ci risponde Michela De Rossi. "Viaggiare lungo in Canyon, arrivare in California". "Farei il coast to coast in America" ci risponde più tardi Rovazzi, e vi garantiamo che non si erano messi d'accordo. "E magari posti che non ho visto, come il Giappone" continua. "Ma dobbiamo andare davvero là".