La settimana della Moda a Milano ha prepotentemente portato alla ribalta il Barbie Style con tanto di capelli e abiti in tutte le nuance del rosa. Da parte sua il cinema non è rimasto a guardare e, più o meno in contemporanea, ha dichiarato apertamente il suo amore per Cenerentola. I nuovi rivisitatori del suo stile fiabesco sono ovviamente Kenneth Branagh, che intorno all'eroina di Perrault costruisce un film intero in uscita proprio il 12 marzo, e Rob Marshall, nuovo signore del musical cinematografico che offre a Cinderella un posto di rilievo nella foresta di Into the Woods.
Però, prima di lasciarsi prendere da abiti celesti, diademi, simpatici topini parlanti e scarpette importabili, proviamo a vedere come questo archetipo della donna fortunata per eccellenza, come ben ricorda una battuta di Pretty Woman ("quella gran culo di Cenerentola"), è riuscita a cambiare negli anni dalla versione angelicata di Walt Disney fino a quella più moderna di Marshall passando per il più tradizionale, almeno nella forma, Branagh. Il tutto suddiviso in quattro elementi fondamentali: il look, la scarpetta di cristallo, il Principe e, ovviamente, la personalità dell'eroina.
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Bibbidi-Bobbidi-Bu: ecco un look da favola
Per avere un look perfetto c'è bisogno del tocco magico di uno stilista dal gusto raffinato. Su questo Disney è stato chiaro fin dall'inizio, affidando alla sua squadra di animatori e all'immancabile Fata Madrina il compito di realizzare uno delle mise più sognanti e desiderabili dell'intero universo fiabesco. Così, vestita per effetto della magia di un sofisticato abito da ballo celeste, con corpetto stretto, gonna ampia, guanti bianchi e l'immancabile paio di scarpette di cristallo, la sguattera Cenerentola fa la sua prima comparsa sul grande schermo rappresentando tutta l'eleganza che si imponeva ad una ragazza alla fine degli anni quaranta. Da quel momento, nonostante l'animazione disneyana non ottenga particolari consensi da parte della critica, l'abito diventa iconico e rappresentazione di un animo e una bellezza votati ad un grande destino.
Come tutte le figure mitologiche, però, anche lo stile di Cenerentola ha dovuto fare i conti con il passare del tempo e alcune riletture in chiave moderna della storia. Il film che più si discosta dalla tradizione per il look è sicuramente Cinderella Story, ambientato in America ai giorni nostri tra i liceali. Interpretata da Hilary Duff, Sam è, come da tradizione, vessata dalla matrigna che la costringe a duri e interminabili turni al ristorante di famiglia. La sua unica consolazione sono i messaggi poetici di un misterioso corteggiatore che la ragazza, ovviamente, incontrerà al ballo della scuola. In questo caso a fornire la mise adatta è Rhonda, una dipendente del locale, che regala a Sam un abito bianco. Quindi, messo da parte il celeste forse poco alla moda per i tempi, si opta per un vestito in stile nuziale con gonna ampia di tulle e immancabile diadema. A modernizzare il tutto, naturalmente un paio di sneackers fucsia piuttosto difficili da perdere. Altrettanto al passo con i tempi è Selena Gomez che in Another Cinderella Story si presenta al ballo con tanto di abito rosso e guanti neri per conquistare il "principe" Drew Seeley.
Chi torna prepotentemente alla tradizione, invece, è Branagh. Non fosse altro per il fatto che a produrre la favola in live action è proprio la Disney. Qui il famoso vestito riprende forme e colori famigliari, ma il tocco di Sandy Powell riesce a fare molto di più realizzando un abito unico nel suo genere per ampiezza e pesantezza, reso ancora più magico da qualche effetto speciale in post produzione. E a parlare di lui è la stessa Cenerentola Lily James. "Quel vestito era così enorme che sembrava vivere di vita propria e nella scena del ballo rischiava di avvolgere anche il principe. Più che camminare abbiamo dovuto pattinare per evitare di calpestarlo." Si sa che per essere belle qualche pena bisogna pur soffrire, favola o non favola.
La scarpetta di cristallo, l'ossessione di ogni donna
Senza timore di sbagliare, possiamo dire che il rapporto simbiotico tra le donne e le loro scarpe inizia proprio con Cenerentola. Non solo la favola mette chiaramente in scena l'incubo femminile per eccellenza, ossia perdere una preziosa e insostituibile calzatura, ma attribuisce a questa il potere della seduzione, visto la sua capacità di portare sulla strada giusta il tanto atteso Principe. Da qui la necessità di avere una forma e, soprattutto una realizzazione particolarmente avvenente. E non c'è nulla di più sognante e desiderabile di una scarpetta di cristallo. Che poi sia facilmente indossabile quella è tutta un'altra storia su cui nessuno ha mai indagato. Ma cosa accadrebbe se, per una volta, non fosse di cristallo e assumesse un ruolo ben più determinante di quello attribuito fino ad ora? Nonostante la giovane Hilary Duff sia la prima a disfarsi di questo oggetto simbolico, sostituendolo con il più moderno e meno romantico cellulare, è Marshall che prova a dire qualche cosa di nuovo in questo senso.
Così, nonostante la sua scarpetta non sia brillante e accecante come quella realizzata da Swarovski per Branagh, il regista gli regala un'intera scena e il brivido di essere uno strumento decisionale per una Cenerentola meno "vittima" degli eventi. Anna Kendrick, infatti, rinunciando anche lei all'abito azzurro in favore di uno stile dorato con riflessi bronzo un po' come Drew Barrymore in La leggenda di un amore: Cinderella, si ferma praticamente impantanata dai suoi stessi dubbi sulla scala mentre è in fuga dal principe. Quest'uomo così irraggiungibile saprà amarla? E, soprattutto, lei cosa desidera veramente? Ovviamente non ci sono risposte a queste interrogativi, così volontariamente lascia una delle sue scarpe sulla scale, mettendo l'uomo dei sogni nella condizione di decidere se diventare reale oppure no. In questo modo la figura angelicata si trasforma in una donna capace di porsi domande e di provare a costruire il proprio destino. L'unico elemento costante è che questo avviene sempre attraverso una scarpa.
Il principe azzurro, realtà o illusione?
Da quando vengono narrate le favole si crede drammaticamente ad un falso mito; ossia l'arrivo del Principe Azzurro. Ma ad essere onesti, siamo sicuri che questo giovane esemplare della nobiltà di un tempo sia veramente così desiderabile? Iniziamo con il dire che vestire i panni di un principe non è poi un'avventura tanto emozionante. Fatta eccezione per le rivisitazioni moderne in cui l'ideale romantico è rappresentato da un ragazzo tanto bello quanto ambito come il Pierre Cosso di Cenerentola '80, questo personaggio è relegato in un una sorta di limbo narrativo. Così, dai tempi di Walt Disney il compito del Principe, almeno per quanto riguarda l'universo di Cenerentola, è quello d'indossare una divisa candida, rimanere chiuso nel suo castello, danzare e uscire con uno stuolo di accompagnatori solo per far calzare la famosa scarpetta. Ben poco, a dire il vero, per fare di lui l'uomo perfetto.
Con la nuova Cenerentola e Into The Woods,il personaggio ha una seconda possibilità grazie ad palcoscenico sul quale esibire la sua personalità. Ad interpretarlo per Branagh è lo scozzese Richard Madden, diventato famoso con il ruolo di Robb Stark nella serie della HBO Il trono di spade. "Nella versione animata il principe appare in poche scene - spiega l'attore - mentre nel film abbiamo modo di vederlo sotto diverse angolature: nel suo rapporto con il padre, nel suo essere un soldato di ritorno dalla guerra e, naturalmente, come uomo innamorato. Ognuno di noi ha un'idea di come dovrebbe essere un principe azzurro. Io ho solo cercato di farne un personaggio degno dell'amore di una donna eccezionale come Cenerentola."
Stile completamente diverso è quello del biondo Chris Pine, ossia il giovane Capitan Kirk di Star Trek. Da quel personaggio galattico, l'attore prende la sfrontatezza un po' guascona di chi è molto sicuro dell'effetto che ha sulle donne. Allo stesso tempo si presta a mettere in mostra le sue doti vocali in una interpretazione "comica" di una mascolinità in preda al dolore d'amore ma che, comunque non deve chiedere mai. Una cosa, però è certa, il Principe di Pine si discosta nettamente dalla tradizione visto che, finalmente, veste tutti i limiti e i difetti di un uomo normale. Perché, come lui stesso ricorda ad una Cenerentola un po' sbigottita, è stato educato per essere affascinante, certo non per essere sincero e rassicurante.
A questo punto, però, urge una domanda. Qual'è il nome del Principe di Cenerentola? A dire il vero nessuno ne conserva memoria, almeno fino a quando la serie tv C'era una volta non lo porta tra gli abitanti di Storybrooke. Qui, totalmente all'oscuro della sua vera natura, è Sean Herman, un ragazzo costretto a lasciare la sua fidanzato sola e incinta. Nel mondo delle favole, invece, è il Principe Thomas sposato ad una Cenerentola che, per ottenere il suo nuovo status, ha utilizzato qualche trucchetto.
Ritratti di un'eroina romantica
E per finire siamo arrivati a lei, la protagonista assoluta, la Cenerella che vive al servizio delle sorellastre e della matrigna, sognando un futuro migliore mentre parla con i suoi topini laboriosi. Almeno questo è quello che accade nel mondo disneyano degli anni cinquanta, dove la donna deve essere l'incarnazione della gentilezza e della purezza per cui "i sogni son desideri chiusi infondo al cuor", Una tematica, questa, che, pur subendo alcune minime variazioni, rimane praticamente immutata in ogni singola incarnazione cinematografica. Tutte, infatti, hanno come comune elemento la gentilezza d'animo che, a quanto sembra, è fondamentale per ottenere il successo finale. E proprio sul potere della gentilezza Branagh dice: "Si pensa che la gentilezza non sia cool, che abbia a che fare con la debolezza e la stupidità. C'è questa idea che bisogna essere sempre duri e competitivi. Ma non è così. La gentilezza crea un'energia positiva che si diffonde." Questo, però, non vuol dire che la sua eroina rimanga ancora in balia degli eventi. Al contrario, pur vestendo una forma classica nell'abito come nella meraviglia delle scenografie di Dante Ferretti, Cenerentola riesce comunque a passare un messaggio di consapevolezza molto forte e inusuale, visto che la bellezza finale si deve meritare con un duro lavoro su se stessi.
Come abbiamo accennato prima, invece, Ashley Boyd di C'era Una Volta, anche detta Ella nel mondo delle favole, è riuscita a conquistare il suo principe non attraverso l'incanto di una fata madrina, ma grazie all'intervento poco chiaro di un personaggio inquietante come Tremotino. Questo, apparso nella sua casa la sera del ballo, le offre un aiuto in cambio di qualche cosa che avrebbe avuto in futuro. Cenerentola firma senza pensare per poi trovarsi costretta a cedere il suo primogenito. L'insegnamento che possiamo dedurre da questa vicenda, oltre a non credere nella facili soluzioni, è che non bisogna mai accettare un accordo senza leggere prima le condizioni.
Diversamente moderna è la Cenerentola di Into The Woods che continua il suo percorso anche dopo aver conquistato il principe. E non si tratta certo della vita dorata post happy end. Dubbiosa fin dall'inizio, questa particolare Cinderella, dopo aver preso atto della vera natura del suo amato, pensa di meritare qualche cosa di meglio, qualche cosa di autentico. In breve, ad un futuro sicuro preferisce l'ignoto, molto più interessante e stimolante. In questo modo la Kendrick e Pine mettono in scena una verità universale, ma mai narrata nelle favole prima d'oggi; ossia bisogna fare molta attenzione a ciò che si sogna perché anche i desideri più incredibili potrebbero realizzarsi e perdere il loro fascino.