In occasione dell'uscita al cinema di Black Adam prevista per il prossimo giovedì 20 ottobre e distribuito da Warner Bros. Pictures, abbiamo realizzato un'analisi approfondita partendo proprio dalle sue origini.
Nell'antico Egitto, Black Adam era conosciuto come Teth-Adam, in latino "Uomo Potente". Già nel nome c'era l'indole di un super umano, il destino di un personaggio dalle umili origini però votato alla grandezza. Nasce sotto l'egida della Fawcett Comics nel 1945, proprio sul finire della Seconda Guerra Mondiale, per poi trovare continuazione nel corso della Bronze Age del fumetto americano negli anni '70, dopo l'acquisizione dei diritti da parte della DC Comics. Poco cambiò nel passaggio, comunque. L'etichetta scelse infatti di continuare la storia del personaggio, reintroducendolo senza colpo ferire. Questo significa che le sue origini restarono pressoché intatte, almeno fino al 1994 con l'uscita della run The Power of Shazam! di Jerry Ordway, soprattutto nella transizione passato-presente. Di base Teth-Adam resta un antico egizio, nella Golden Age alla stregua di uno schiavo, nella Bronze Age figlio del faraone Ramses II. È sostanzialmente la classe sociale a cambiare, ma con essa mutano di fatto le cause della scelta di Teth-Adam come Campione degli Dei: prima per la sua caratura morale, poi per essere un individuo dalla forza e dall'intelligenza impressionanti. In un modo o nell'altro, la potenza dell'uomo è sempre tangibile, vuoi nell'animo o vuoi nel corpo. E a lungo, infatti, continuò a essere d'argento o di bronzo il campione del popolo egizio, il difensore del mondo. Fino ad essere corrotto dal male.
I poteri delle divinità
"O muori da eroe o vivi tanto a lungo da diventare il cattivo". La citazione di Harvey Dent nel Cavaliere Oscuro di Nolan è davvero versatile e adatta per descrivere il percorso di Black Adam. In origine, erano le divinità greco-romane a dare nome e poteri al primo Shazam, ma presto furono cambiate con quelle egizie, certo più coerenti con l'etnia e le caratteristiche di Black Adam. In lui troviamo la vitalità di Shu, la forza di Hershef, il potere di Amon, la saggezza di Zehuti (che sarebbe Thot), la velocità di Anubi e il coraggio di Montu. Lentamente, Teth-Adam viene però corrotto dall'enorme potere da lui esercitato, auto-convincendosi della sua superiorità e di una sorta di diritto divino a governare il mondo, prendendo il nome di Kehm-Adam (appunto "Umano Corrotto" o Black Adam). Diviene allora un despota con l'intenzione di regnare prima sull'Egitto e poi su tutti i popoli della terra, ma il Mago Shazam, deluso e spaventato dalla sua trasformazione ma ormai impossibilitato a riprendersi i poteri, lo ricaccia nella stella più lontana dalla Terra, esiliandolo.
Questa è almeno la versione iniziale del personaggio, che sotto la Fawcett torna sulla Terra dopo 5 mila anni e viene sconfitto dalla Marvel Family e dal nuovo Shazam, in sostanza morendo nella stessa storia dove debutta. Ripreso poi dalla DC nel '73, il corpo di Black Adam viene riportato in vita grazie a un particolare macchinario del Dottor Sivana, tornando in auge lungo tutto il corso delle serie cosiddette Pre-Crisi, il punto di svolta dalla Bronze Age all'Età Moderna del fumetto. Da quel momento, arriva la versione contemporanea del '94, con l'idea di ritrasformare gradualmente il personaggio in eroe, lasciandogli affrontare però un percorso irto di cadute e difficoltà.
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Super trivalenza
Il pregio unico di Black Adam è racchiudere in sé le caratteristiche del supereroe, quelle del supercattivo e anche quelle dell'anti-eroe. Forse è per questo che nel poster ufficiale dell'imminente trasposizione cinematografica troneggia la tagline: "Il tempo degli eroi è finito". Non perché sia in arrivo la calamità ultima e imbattile, ma perché lo spettro dell'eroismo cinematografico finora sperimentato sul grande schermo sta per essere scombussolato da un solo protagonista. Vivendo infatti questa super trivalenza, per definizione Black Adam non è supereroe, né cattivo né anti-eroe ma prende comunque il meglio dai tre. Anche se nei fumetti c'è un vero e proprio percorso di smitizzazione della corruzione incarnata dal personaggio, nel film sembra già possedere le caratteristiche dei generi rappresentati, umano al cuore, spietato e dissacrante nelle azioni, super nell'animo.
In realtà sembra che l'economia stessa del racconto del film diretto da Jaume Collet-Serra voglia porre il quesito prima allo stesso Dwayne Johnson nei panni del protagonista e poi al pubblico: chi è Black Adam? Lo fa in una miscellanea d'ispirazioni ufficiali che partono dal '45, abbracciano la macchina della vita di Sivana e l'adolescenza di bronzo di Adam per arrivare fino all'incontro con la Justice Society of America e il dopo-Crisi, unendo in un solo prodotto una storia lunga quasi 80 anni. D'altronde "l'amicone" Dwayne Johnson non avrebbe mai ricoperto il ruolo di nemico tout court, avendo a cuore messaggio, impronta, immagine e caratura della sua interpretazione agli occhi dei fan, in rispetto dei suoi solidi ideali cinematografici, specie nelle vesti di produttore.
In ossequio a queste irreprensibili indicazioni, lo stesso film sembra volere essere cattivo il giusto per non apparire esagerato (che significa rated-R), ma anche buono e commediato quanto basta per non scadere in un'allegra violenza fine a se stessa. Per questo al momento Black Adam è un cinecomic unico e inaccostabile ad altri prodotti targati DC. Non è L'uomo d'Acciaio e nemmeno The Batman. Non vuole avvicinarsi a The Suicide Squad e non è nemmeno scanzonato e leggero come Shazam! di David F. Sandberg. È un prodotto interamente ragionato sull'identità così variopinta di Black Adam, e proprio per questo, in qualche modo, è il supereroe di cui abbiamo bisogno in questi tempi così incerti e spaventosi, dove l'eroismo assume caratteristiche differenti dal passato, inclassificabile in termini ideali e molto più scomposto e articolato rispetto all'epoca d'oro del fumetto.