Presentati durante il Festival altri rari e interessanti episodi della carriera del genio del Wisconsin.
La retrospettiva su Welles è stata aperta da Quarto potere, il film più famoso del regista americano.
Il 5 agosto la retrospettiva su Welles è proseguita con L'orgoglio degli Amberson, adattamento della novella di Booth Tarkington, forse uno dei lungometraggi più belli del regista.
Abbiamo tirato le somme di questi ultimi dodici mesi elencando e commentando i film più visti in Italia della stagione appena trascorsa, ma anche le opere più nascoste ma reputate imperdibili dalla redazione di Movieplayer.it.
L'opera di Cronenberg non si limita a osservare, seppure attentamente, la superficie del reale ma, altresì, tende a incunearsi nelle sinuosità e nelle increspature del dato ontologico, a scoprire e inventare nuove parentele tra ciò che, alla vista comune, appare discreto.
Tanti attori in lizza per i due ruoli 'maschili'. Memorabili incomprensioni tra Billy Wilder e Marilyn Monroe. A qualcuno piace caldo è il titolo più appropriato per una delle commedie più incandescenti di sempre.
Al di là di quelli che possono essere ritenuti punti fermi all'interno del sottogenere zombesco, occorre sottolineare l'infinita varietà di temi, trame e caratteri che si rintracciano in questo filone.
I diversi momenti evolutivi della sottotraccia di analisi politica del genere horror costituiscono un aspetto sul quale vale la pena soffermarsi.
Il primo film sonoro dedicato al mondo dei gangsters, si segnala anche per la presenza di momenti indimenticabili ma anche imbarazzanti: un galeotto pompelmo ne è la causa...
Dopo il successo di 'Minority Report', Spielberg e Cruise stavano cercando un altro film da poter girare insieme e quando il regista, sul set di 'Prova a prendermi' accennò a Cruise tre progetti, l'ultimo era proprio 'La guerra dei mondi'
A venti anni distanza dal terzo episodio di una trilogia che ha indissolubilmente cambiato il cinema horror e non solo, George A. Romero ritorna all'antico con il quarto film dedicato ai morti viventi.
Girato in tempo record e con un budget limitato, Il mistero del falco entra di diritto nella storia del cinema: è il primo esempio hollywodiano del genere noir.
Valerio Jalongo al NapoliFilmFestival spiega la sua idea di cinema e libertà.
Con La moglie di Frankenstein, James Whale apre definitivamente i cancelli terreni ad un nuovo mondo di dei e di mostri. Unici commensali di un matrimonio talmente raccapricciante che ancora oggi desterebbe scalpore.
Uomo-natura: la potente antinomia su cui si fonda la poetica dreyeriana.
La trilogia del nuovo millennio deve fare i conti (in positivo e in negativo) con ciò che è già stato, al di là del suo andamento armonico.
Osteggiato dalle alte gerarchie naziste, proibito in Italia dal Fascismo e avversato in molte parti d'Europa, All'ovest niente di nuovo ha assunto da subito il ruolo di pellicola scomoda e provocatoria. Anche in madrepatria.
L'Angelo azzurro, ovvero l'inizio del mito. Marlene Dietrich, qui al suo primo grande film, diventa grazie a Sternberg una delle icone cinematografiche più idolatrate di tutti i tempi.
La Hollywood in cui George Lucas ha mosso i suoi primi passi da regista/produttore/autore era un mondo completamente diverso da quello odierno, dal punto di vista cinematografico. Erano gli anni in cui grandi autori di oggi si stavano affacciando al mondo del cinema, portando nelle sale opere che sarebbero state un punto di riferimento per molti negli anni successivi.
Uno sguardo alla rassegna Open Roads: New Italian Cinema, dedicata al Nuovo Cinema Italiano e organizzata dalla Film Society of Lincoln Center con A.I.P. Film Italia in collaborazione con l'Istituto Italiano di Cultura di New York.
Dopo molti giorni in cui la qualità della selezione si è mostrata decisamente altalenante, le eccellenti pellicole viste nelle ultime ventiquattro ore, forniscono a caldo una sensazione molto diversa del festival di quest'anno.
Il mito di Star Wars è rimasto del tutto intatto dopo quasi tre decenni di distanza, nonostante l'incredibile e continuata sovraesposizione, nonostante i prequel certamente non riuscitissimi, nonostante i continui tentativi di parodia ed emulazione
Dieci minuti di applausi a Cannes per un film decisamente affascinante ma anche molto complesso, ricco di simbolismi di ardua decodifica e di scene sessualmente molto esplicite.
Giornata calda in tutti i sensi quella di oggi al festival di Cannes. In mattinata tutti gli occhi puntati sull`evento più altisonante tra i fuori in concorso: l`ultimo episodio della saga Star Wars, il conclusivo La vendetta dei Sith
I primi maestri approdano sulla Croisette: la seconda giornata di festival è in nome di Woody Allen, Kim Ki-Duk e Gus Van Sant.
La famiglia Huston con questo film diventa una famiglia veramente vincente, e il cinema d'avventura diventa il depositario di un'opera che spalancherà orizzonti dorati a tutti gli Indiana Jones a venire...
Fin dal prologo il regista ci avverte che quello a cui stiamo per assistere è un film che non contempla la speranza: ce lo dicono le immagini di una donna che si nasconde terrorizzata dal suo stesso figlio, ce lo dice la musica, e ce lo dice il titolo.
Scott è un accentratore nel suo approccio alla regia: un autore che ha una chiara, limpida visione dell'opera che sta realizzando, che ha la capacità tecnica di intervenire e controllare molti aspetti del prodotto creativo e cerca quindi di dare la sua impronta di autore estensivamente a tutta l'opera.
Un'edizione, questa del 2005 del Far East di Udine, in cui la quantità delle proposte ha superato complessivamente la qualità, complice il chiudersi su sé stesse di alcune realtà come quella coreana: nonostante questo, gli ottimi film non sono mancati, e l'organizzazione è stata come sempre impeccabile.
A ventiquattro ore dalla conclusione della giornata che il Far East ha dedicato al cinema horror, l'evento, seppur apparentemente rappresentativo, e con dei paletti, solo dello stato d'arte dell'horror orientale, ci fornisce lo spunto per un'istantanea riflessione sul genere, per quanto breve e solo accennata.
L'uomo invisibile di James Whale è un film che ha rivoluzionato per sempre l'impiego degli effetti speciali nel cinema del fantastico, con tecniche che ancora oggi dettano legge.
Si è svolta a Firenze la terza edizione del festival dedicato al cinema coreano, in gran parte dedicata alla figura di Kim Ki-Duk.
Lumet sovverte i cliché della fiction legale per raccontare storie trascinanti in cui il buon senso e l'umanità finiscono per trionfare, stimolando allo stesso tempo una riflessione illuminante e durissima sistema giudiziario americano.
I soldati di Ridley Scott popolano i teatri delle operazioni a solo ed esclusivo uso dell'occhio che li osserva e non hanno che i loro occhi per rimanere vivi. Per continuare a popolare l'universo di immagini che sembra essere rimasto il solo dotato di realtà.
Lungi dal credere che scrivere un film sull'amore sia il veicolo per trovare finanziatori che lo producano perché sanno di correre meno rischi al box office, è curioso con quale frequenza la parola stessa venga scelta ed usata nei titoli.
A solo un anno di distanza dal commovente Big Fish, Tim Burton è atteso sugli schermi con due nuovi lavori: La fabbrica di cioccolato e The Corpse Bride.
Tra dati di cronaca, teorie extradimensionali e introspezione psicologica, Mark Pellington ha creato un film in cui i tre elementi distintivi citati combaciano alla perfezione.
"Questo è il mio corpo... Questo è il mio sangue...": è da questi elementi che Cristo offre in sacrificio per noi che Mel Gibson legge la sua Passione. Esaltandone il significato più profondo.
Iniziato con la direzione della fotografia di Paul Cameron, Collateral è proseguito, dalla terza settimana di riprese in poi, con Dion Beebe poiché il primo cinematographer ingaggiato è stato allontanato per divergenze creative con il regista Michael Mann.
Il digitale è un formato, un lessico non ancora standardizzato e l'utilizzo di tale mezzo comporta, ineluttabilmente, la necessità di sperimentare, di "improvvisare, seguire il flusso dell'imprevedibilità del jazz", come, per tutto il film, è costretto a fare ed a ripetere il grigio-killer/Vincent/Cruise.
Le nuove procedure non hanno stravolto l'immagine della cerimonia, ma hanno contribuito ad accelerare il ritmo dello spettacolo, che si è rivelato sobrio e sintetico soprattutto nei discorsi di ringraziamento.
La 55° edizione della Berlinale, partita in sordina a causa della mancanza di film di grande richiamo per il pubblico, si è fatta notare comunque un programma valido e variegato, nonchè per l'impeccabile organizzazione.
E' una delle uscite più attese dell'intero 2005, e minaccia di essere uno dei più grandi comic movie mai realizzati. Per sapere se manterrà le promesse dovremo aspettare il giorno 1 aprile, quando il film debutterà nelle sale americane.
Anche la Berlinale, come tutte le kermesse dedicate alla settima arte, non è solo cinema, ma anche glamour: per questa 55esima edizione della Berlinale, è attesa, salvo forfait dell'ultimo minuto, una pioggia di stelle.
In un perfetto incastro tra forma e contenuto, la Kuras mette in fotografia il concetto chiave del film con immagini a volte completamente sfocate, rese come fossero solo delle ombre, delle macchie di colore.
Come tutti i grandissimi creatori, Martin Scorsese non separa mai la vita dalla professione: queste si ricongiungono in un moto segreto, intimo, che trova la sua espressione nei suoi film così come nei suoi articoli e nei suoi libri.
Grande successo al Future Film Festival 2005 per l'incontro di Angus Mac Lane, animatore della Pixar che ha lavorato per Gli Incredibili.
Una coppia (felicemente?) sposata è messa in crisi dal solito aitante giovinastro che seduce la donna. Il maritino capisce tutto e si vendica. Tra thriller e morbosità leccate, Adrian Lyne ripropone il suo gioco delle coppie.
Un serial killer, alcuni efferati omicidi, sesso e ancora sesso. Anzi. Sesso soprattutto. Jane Campion affronta il thriller per esorcizzare le (sue) fobie femminili. Ottenendo un risultato appena accettabile.
Il potere e l'ingiustizia, la vendetta e la passione, il sangue e l'orgoglio. Due personaggi che si fronteggiano costantemente ma che, probabilmente, non sono poi tanto diversi. In altri termini: la nascita di una nazione secondo Martin Scorsese.