Autore di soli quattro (splendidi) film in oltre trent'anni, Malick ci propone nel suo ultimo lavoro fortissimi elementi di continuità con la sua opera precedente, così come stilemi e riflessioni che, in parte, se ne discostano
Sotto l'egida di un estasiato Quentin Tarantino, il giovane Eli Roth ha presentato alla stampa americana il suo Hostel: ultraviolenta pellicola gore prossimamente in arrivo anche sui nostri schermi.
Inizia un nuovo anno di cinema ed ecco il consueto appuntamento con quello che vedremo nel 2006, riproponendo la solita suddivisione tra cinema americano, italiano e resto del mondo.
Moretti è alla costante ricerca della ricomposizione del processo artistico-produttivo cinematografico: egli è attore, regista, produttore, esercente, organizzatore di festival in cui si premiano attori e film.
Se 'E.R.' ricostruiva la vita di un pronto soccorso, 'Grey's anatomy' fa entrare lo spettatore nel paradiso dei medici passando dalla porta di servizio.
Lanciata da Rai Tre nel periodo natalizio, Medium si dimostra serie interessante, soprattutto per l'ottima interpretazione della protagonista, Patricia Arquette.
Un po' detective story, un po' Dawson's Creek, Veronica Mars è una efficace miscela di atmosfere, che ne garantisce interesse e varietà.
La filosofia, l'estetica e il cinema. Tre elementi differenti, tre aspetti di una sola mente, tre anime di un solo uomo. Park Chan-wook.
"The shield" è un poliziesco oltre. Oltre il crimine, oltre la corruzione, oltre la droga, oltre la prostituzione, oltre l'amicizia. Tutto è al confine con l'onestà e le regole si inventano ogni giorno.
La tragedia classicamente articolata in tre atti ci presenta, alternando momenti di una bellezza assoluta ad altri pressochè inutili, un film che parla di cinema e sul cinema in modo appassionato e preciso.
Il suo volersi posizionare al di fuori di certi circoli intellettuali unito alla sua naturale inclinazione verso il cinema di genere ne fa un regista perennemente in bilico tra l' "autore" all'europea e l' "uomo di cinema" all'americana.
Lo Spettacolo, il cinema, di cui King Kong tutto è riflesso e metafora, altro elemento nodale di quegli anni, altro tema centrale di un film immortale.
La metamorfosi esteriore, nelle pellicole di Cronenberg, si muove sempre parallelamente a quella interiore dei suoi protagonisti.
Un film ha il dovere parlare a tutti, non solo agli entusiasti di una saga letteraria. O almeno deve tentare di farlo. E Newell con Il calice di fuoco fallisce soprattutto in questo.
Dopo il successo di 'Saw - l'enigmista' è in arrivo il sequel diretto da Darren Lynn Bousman: ma 'Saw 2 - la soluzione dell'enigma' inizialmente doveva essere un altro film...
Il neorealismo si manifestò, nelle sue opere maggiori, nella qualità di un nuovo modo di intendere la comunicazione cinematografica, che facesse piazza pulita delle convenzioni che avevano dominato, per un ventennio, la produzione filmica dell'epoca fascista.
I maestri del cinema horror al Torino Film Festival a testimoniare la vitalità del genere e della TV stelle e strisce.
L'esperienza delle riprese di Fratelli, primo lungometraggio di Paola Columba, girato in un piccolo angolo del Molise.
Il Torino Film Festival festeggia i suoi ventitre anni di vita perseverando nel solco di una tradizione che tiene in vita quella magia evocativa e quel potere immaginifico che il cinema continua a mantenere intatto.
Dall'autore di 'Come due coccodrilli', una storia di rivelazioni e di dolori adolescenziali con un cast di giovanissimi.
Nella sua struttura di racconto, e nelle dinamiche messe in gioco, il film di D'Alatri si definisce, più o meno precisamente, nell'orizzonte della 'morfologia della fiaba', quella attorno a cui ha esercitato per lungo tempo la sua analisi Vladimir Propp.
L'indipendenza creativa e la sua visione artistica non compromissoria hanno fatto di Gilliam una figura difficile e controversa per gli standard di Hollywood, nonché un regista poco prolifico suo malgrado.
Breve carrellata su un autore emergente e anticonformista del cinema statunitense.
Napoleon Dynamite e il suo sfigato, ma strano universo raccontato da Jared Hess e Jon Heder.
A poco meno di un mese dall'arrivo nelle sale, le ultime notizie e curiosità sul quarto film dedicato ad Harry Potter.
Il 14 dicembre si avvicina e cresce la febbre per King Kong, il remake più prestigioso dell'anno, e un sogno che diviene realtà per Peter Jackson, hobbit neozelandese incoronato da Hollywood.
All'interno di un'operazione a tal punto imponente, anche il linguaggio e lo stile del Cinema hanno subito un processo di messa in discussione, al fine di scoprire e inventare nuove modalità di comunicazione, più pronte ad esprimere l'entità incommensurabile di riflessioni, tracce e relazioni contenute nel progetto coppoliano.
Puntuale come sempre nei momenti di tensione sociopolitica, il cinema, nelle sue varianti horror/thriller/fantascientifiche, si fa nuovamente catalizzatore delle inquietudini e delle paure della società contemporanea.
L'inaspettato successo internazionale del film I guardiani della notte, porta alla ribalta nuovamente una cinematografia, quella russa, di nobili natali e di grande tradizione teorica, ma assai poco presente, negli ultimi anni, nelle classifiche dei botteghini dei cinema europei ed internazionali.
Spaccato efficace di una situazione e di un genere, attenzione alle novità che potrebbero rappresentare il futuro del genere e riscoperta dei classici più o meno segreti. Il Ravenna Nightmare Film Festival è stato questo e molto altro.
L'atteso compact disc con i temi principali dei due film, alterna buoni momenti a spunti non propriamente originali, anche se pur sempre accattivanti.
La storia del rapporto tra Wes Craven e il cinema è singolare, come del resto tutta la sua produzione, sempre a metà fra il capolavoro e il quasi ridicolo, sempre a cavallo dei generi, e sempre vissuta nel tentativo di superare il genere horror, a cui sente di appartenere, ma a cui teme di finire incatenato.
Dai ritmi latino-americani alla techno, dal jazz al rock, dal sinfonismo all'hip hop: la Los Angeles di Michael Mann non poteva essere più trendy e cool di così.
I due periodi (e mezzo) della carriera cinematografica del geniaccio toscano, nel momento dell'uscita del suo nuovo lavoro, "La tigre e la neve"
Lo spettatore non sa più dove si sia e, nella con-fusione delle coordinate, non sa più nemmeno comprendere se ciò che è dato vedere appartiene all'ordine dell'impressione di realtà oppure è soltanto virtualità e fantasmagorìa, che possono sorgere, oramai, e in modo indistinto, dall'immaginazione dell'artista, da quella dei personaggi e, persino, dalla fruizione spettatoriale. Passato, presente e futuro si fondono e negano ogni distinzione.
Anche la struttura drammaturgica e la dinamica narrativa dell'opera acquistano un valore decisamente pregnante. 'L'anno scorso a Marienbad' assume valore di testimonianza quasi antropologica: il tempo immobilizzato del racconto serve a meglio esprimere l'impossibilità dell'uomo contemporaneo di percepire distintamente, di provare emozioni e, infine, di produrre azioni consapevoli.
Per creare il fantastico immaginario di La fabbrica di cioccolato, Tim Burton ha necessitato del fondamentale contributo dei tecnici dell'animazione e dell'effettistica più di avanguardia.
Il film non ha un target di pubblico ben definito, ma è diretto a tutti coloro che amano i mondi immaginati un po' strampalati di Burton, adulti, bambini e...cani, come sostiene candidamente lo stesso regista.
Si cerca di restituire, con mezzi stilistici evocativi, una violenza vera, talvolta terrorizzata e, talaltra, raggelante, perché è un flusso che passa, in una ininterrotta relazione di scambio, tra il soggetto personaggio e il soggetto spettatore.
Partendo dai generi, i film di Kubrick hanno sempre teso a manifestare, alla massima potenza, le virtù straordinarie del mezzo-Cinema: l'immagine più il movimento più la scrittura più la musica più il montaggio e più ancora, dentro un grumo inestricabile al cui interno nulla è più scindibile da nulla, nel miraggio d'una comunicazione ormai onnicomprensiva e massimamente performante.
Si aprirà nell'ottobre prossimo una kermesse di cinema tutta romana. Tra polemiche, timori, aspettative, e qualche (azzardato?) paragone zoologico.
Il Leone d'oro alla carriera assegnato il 9 settembre da Marco Mueller, direttore della 62esima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica, al sessantaquattrenne autore di film come Il castello di Cagliostro e Nausicaaa della valle del vento rappresenta il giusto riconoscimento al contributo che Miyazaki ha dato non solo all'animazione, ma a tutto il cinema.
Sarà solo con gli anni Sessanta che, in Italia, come un po' in tutto il mondo, tornerà a dir la sua un cinema incapace di contentarsi dell'analisi; un cinema talmente presuntuoso da voler aggredire la realtà tutta d'un fiato, fino ad azzardarsi, in molti casi, a indicare le vie della sovversione.
Breve sguardo sul percorso di un regista per molti versi paradigmatico del cinema italiano contemporaneo.
Doppie impressioni tra Fotografia e Cinematografia nella mostra locarnese del maestro romano.
Proiettato il 12 agosto nell'ambito della retrospettiva su Orson Welles 'Filming Othello', dedicata ad una delle più belle trasposizioni shakespeariane di sempre.
Note dal Workshop locarnese con Oja Kodar e Gary Graver.
Il 10 e l'11 di agosto si sono tenuti altri incontri e proiezioni dedicati all'opera dell'autore di Quarto potere; presenti anche la sua compagna e collaboratrice Oja Kodar e il suo direttore della fotografia Gary Graver.
Presentato a Locarno anche questo complesso e affascinante documentario dedicato da Welles alla Spagna.
La giornata dell'8 agosto 2005 è stata dedicata al lavoro fatto dal regista sulla tragedia del Bardo di Stratford-upon-Avon dedicata alla vecchiaia.