Il sesso secondo Reygadas

Dieci minuti di applausi a Cannes per un film decisamente affascinante ma anche molto complesso, ricco di simbolismi di ardua decodifica e di scene sessualmente molto esplicite.

Il binomio eros e thanatos, infarcito dal tema delle redenzione sembra non volere mai tramontare. L'ennesima dimostrazione è stata fornita dall'ovazione con cui è stato accolto Batalla en el cielo, film messicano in concorso diretto da Carlos Reygadas, produttore anche di Sangre, presente anch'esso a Cannes fuori concorso.
Dieci minuti di applausi per un film decisamente affascinante ma anche molto complesso, ricco di simbolismi di ardua decodifica e di scene sessualmente molto esplicite.

A tale proposito il regista ha dichiarato: "Non è un film pornografico. In un film pornografico, la fellatio ha lo scopo di eccitare lo spettatore. Nella scena di apertura del mio film, vedriamo il volto di un uomo, il suo corpo e poi la ragazza che guarda verso la macchina da presa, piangendo. Volevo proiettare un'immagine che andasse il semplice atto sessuale. Non è qualcosa di naturale, ma piuttosto come un osservatore, una specie di mistero... I personaggi fanno l'amore e qualcosa accade in quel momento. Non è una questione di 'facciamo l'amore e poi qualcos'altro', è tutto nel come fanno l'amore e come communicano in quel momento."

Dice ancora il regista: "Sono nato in Messico. Volevo fare un film sul conflitto interiore di un uomo, nel contesto di una città e un certo ceto sociale. Si potrebbe considerare l'ambientazione come un clichè turistico, con tanto di Basilica, Cattedrale, metro, stadio... Alfred Hitchcock ha dichiarato che per riprodurre correttamente l'Olanda è necessario inserire i suoi stereotipi, come mulini a vento, ombrelli, ecc. Io ho ripreso il Messimo in questa prospettiva. C'è quindi qualcosa di molto messicano nel mio film, ma dall'altra parte, le situazioni sono molto universali ed aperte all'interpretazione."

Sulla rappresentazione cinematografica dei corpi: "Io riprendo i corpi molto da vicino; il corpo è un oggetto molto soggettivo. Impariamo molto su qualcuno dal suo corpo, che è molto diverso dalla sua voce, per esempio. Ci sono sempre maschere; ognuno è un attore prima o poi. I corpi sono oggettivi ed è per questo che io riprendo i corpi per un lungo periodo di tempo, anche quando inattivi. Penso che in questo film i corpi siano molto belli."