2001: Odissea nello spazio. I segreti del “più grande film di fantascienza”

2001: Odissea nello spazio, il film di Stanley Kubrick, compie 50 anni e sarà il protagonista di una serata evento al Festival di Cannes. "Se si capisce completamente 2001, abbiamo fallito" disse Arthur C. Clarke, co-sceneggiatore del film. E, ancora oggi, sono tante le interpretazioni di un film che non si può raccontare, ma solo vivere. Noi proviamo a svelarvi i segreti del capolavoro assoluto della fantascienza.

images/2018/04/20/2001-odissea-nello-spazio.jpg

"The Greatest SF-Film ever made". Così scrisse il New York Times a suo tempo. E così è ancora oggi, anche se la fantascienza nel frattempo qualche capolavoro lo ha sfornato. Parliamo di 2001: Odissea nello spazio, il film di Stanley Kubrick che compie 50 anni, e sarà il protagonista di una serata evento al Festival di Cannes, alla presenza di Christopher Nolan. 2001: Odissea nello spazio nasce dalla collaborazione tra Stanley Kubrick e lo scrittore britannico Arthur C. Clarke. Il regista gli chiese di collaborare con lui a quello che sarebbe diventato "il film definitivo di fantascienza", e lui gli propose di usare un suo racconto, La sentinella, del 1948. Ma La sentinella assomiglia a 2001: Odissea nello spazio "come una ghianda assomiglia a una quercia adulta", come ammise lo scrittore stesso. I due lavorarono alla sceneggiatura a quattro mani, così come al libro (firmato dal solo Clarke).

Al centro della storia c'è il ritrovamento, sulla Luna, di un oggetto alieno, il famosissimo monolite nero: il simbolo della conoscenza, del progresso tecnologico. In 2001: Odissea nello spazio, grazie a una serie di magistrali stacchi, seguiamo il progredire dell'umanità, che passa dallo stadio bestiale a quello umano, e poi, nel famoso finale psichedelico, dallo stadio di uomo tecnologico a quello di Superuomo cosmico, il "Bimbo delle Stelle" che orbita intorno alla Terra. Ma, come tutti i film di Stanley Kubrick, 2001: Odissea nello spazio è un film che non può essere raccontato. Va visto. Va vissuto. Ogni scena è passata alla storia. Da quell'osso scagliato dall'ominide primitivo che si trasforma nell'astronave Pan-Am in volo verso la luna, all'attracco alla stazione spaziale sulle note di Sul bel Danubio blu di Johan Strauss jr., all'ammutinamento del computer di bordo, HAL 9000, un'intelligenza artificiale che si ribella a quella umana, e il suo famoso e inquietante occhio rosso. E poi il trip allucinogeno e psichedelico verso la Porta delle Stelle. David Bowie si ispirò al film di Kubrick per scrivere la sua famosa Space Oddity. E John Lennon amava così tanto il film da farselo proiettare una volta alla settimana. George Lucas disse che nel film la scienza prevaleva sulla fantasia. Con 2001: Odissea nello spazio Stanley Kubrick ha portato la fantascienza nel mondo adulto.

Leggi anche: 2001: Odissea nello spazio, a Cannes un evento per i 50 anni del film di Kubrick

images/2018/04/20/2001-odissea-nello-spazio-una-colonna-sonora-in-perfetta-sintonia-con-limmagine.jpg

Loving The Alien

Keir Dullea in una scena di 2001: Odissea nello spazio (1968)
Keir Dullea in una scena di 2001: Odissea nello spazio (1968)

Kubrick cominciò a pensare a 2001: Odissea nello spazio mentre era a New York nel 1964 per la prima de Il dottor Stranamore, ovvero come imparai a non preoccuparmi e ad amare la bomba. Doveva essere un film con degli alieni (la fantascienza, allora, era soprattutto questo). E doveva essere in widescreen, perché Kubrick aveva appena visto La conquista del West. Roger Caras, che allora lavorava alla promozione de Il Dottor Stranamore, gli suggerì lo scrittore Arthur C. Clarke. Oltre a The Sentinel, la sceneggiatura si baserebbe anche su altri suoi racconti, Encounter In The Dawn e Guardian Angel. Nel frattempo, gli alieni furono abbandonati, e prese forma il racconto che conosciamo oggi...

Leggi anche: I redivivi: 10 film incredibilmente fuori budget e ad un passo dal fallimento

Giro di valzer

Stanley Kubrick dà indicazioni sul set di 2001: Odissea nello spazio
Stanley Kubrick dà indicazioni sul set di 2001: Odissea nello spazio

In realtà le famose musiche nel film non avrebbero dovuto esserci. 2001: Odissea nello spazio avrebbe dovuto avere una colonna sonora originale, che Kubrick aveva in effetti commissionato ad Alex North. E che era stata effettivamente composta. Kubrick, però, ascoltando la musica classica che veniva trasmessa sul set per creare l'atmosfera, si convinse che alcuni brani classici fossero perfetti per corredare le sue immagini. Ancora una volta, Stanley Kubrick aveva ragione. Il commento sonoro di North è uscito in seguito (molto in seguito) su cd con il titolo Alex Norht's 2001. Oltre a Sul bel Danubio blu, di Richard Strauss jr., un valzer, e Così parlò Zarathustra, di Richard Strauss (che si ascolta nel prologo, L'alba dell'uomo, e nel finale), si sentono anche brani di Ligeti e Kachaturian.

Leggi anche: 2001: Odissea nello spazio, il film su Infinity per celebrarne i 50 anni

HAL. O IBM?

images/2018/04/20/hal9000.jpg

Secondo molte persone, la sigla del computer di bordo dell'astronave, il leggendario HAL 9000, sarebbe stata ottenuta prendendo l'acronimo IBM, e scegliendo le lettere immediatamente precedenti nell'alfabeto: HAL.
Il co-sceneggiatore Arthur C. Clarke ha sempre smentito questa ipotesi.
Anzi, ha dichiarato che, se si fosse accorto in tempo della "coincidenza", avrebbe cambiato il nome. In realtà, il nome non è altro che la sigla di Heuristic Algorithmic.

Leggi anche: Da Blade Runner ad Alien: Covenant: le intelligenze artificiali al cinema

Grande Fratello HAL

Una scena di 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick
Una scena di 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick

Nell'astronave Discovery HAL 9000 è onnipresente e onnisciente, una sorta di Grande Fratello. Siamo abituati a identificarlo con il suo occhio rosso a 360 gradi. Ma l'occhio è solo la sua antenna esterna. Il cuore di HAL è la brain room, grande quanto una stanza. Proprio com'erano i computer della IBM e della Olivetti a quei tempi. Non era immaginabile la capacità di miniaturizzazione a cui siamo giunti nel corso degli anni, fino a quella incredibile di oggi. Grazie alla collaborazione di Eliot Noyes, consulente capo e designer della IBM, Kubrick creò una brain room geometrica, trasparente, un ambiente fatto di vetro acrilico, luci e griglie.

Leggi anche: Christopher Nolan rivela cosa chiederebbe a Stanley Kubrick

L'Alba dell'uomo

images/2018/04/20/1415182318_2001_a_space_odyssey_scimmia.jpg

Le sequenze dell'Alba dell'uomo che aprono il film sono rimaste nella storia. Per realizzarle Kubrick studiò un nuovo effetto speciale. È la Front Projection, o proiezione frontale. È stato un effetto usato a lungo, fino al momento dell'arrivo delle tecnologie digitali e del compositing. In pratica, si è usato dove oggi si usa il green screen. L'immagine di sfondo viene proiettata in parallelo all'asse di ripresa, mentre prima veniva retroproiettata su uno schermo trasparente alle spalle degli attori. La nuova tecnica permetteva di risolvere i cali di luminosità e le sgranature tipiche del sistema precedente. Nel prologo del film, gli ominidi in scena sono dei mimi o dei ballerini, accompagnati da vere scimmie, nel ruolo dei cuccioli.

Leggi anche: I 45 anni di Arancia meccanica: sesso, drughi e Singin'in The Rain

Destinazione Giove

images/2018/04/20/2001.jpg

Originariamente doveva essere Saturno la destinazione dell'astronave Discovery. Ma il team degli effetti speciali capì che non era facile realizzare una versione convincente degli anelli di Saturno, fatti di polvere cosmica, con gli effetti dell'epoca. Si decise così che la missione sarà diretta verso Giove, ricreabile molto più facilmente con gli effetti dell'epoca. Gli anelli di saturno saranno poi finalmente realizzati per un altro film, dal supervisore degli effetti speciali Douglas Trumbull, per il suo esordio alla regia, 2002: la seconda odissea.

Leggi anche: Stanley Kubrick e il "complotto lunare": sua figlia svela la verità

Modellini

images/2018/04/20/2001_-_space_station.jpg

I modellini delle navicelle spaziali, creati da Harry Lange, erano così precisi che avrebbero potuto volare. "I modelli di 2001: Odissea nello spazio probabilmente sono quelli che sono stati costruiti con più precisione per un film" ha raccontato il supervisore degli effetti speciali Douglas Trumbull. "Appena il design complessivo di ogni modello è stato completato si cominciò con la costruzione della forma elementare di ogni veicolo aerospaziale, e questo processo durò diversi mesi. Poi ebbe inizio l'arduo compito di decorare e curare nei dettagli ogni modello. Numerose squadre di costruttori di modelli lavorarono ventiquattrore su ventiquattro per produrre il risultato finale". Il Pan-Am Shuttle Orion, che viaggia tra la Terra e la base spaziale in orbita è, in realtà, piuttosto simile agli aerei dell'epoca: ha la struttura di un caccia, uno Starfighter o un Phantom Jet: all'interno presenta una doppia fila di posti come in un aereo passeggeri. A renderlo futuribile ecco però una serie di dettagli: i piccoli schermi negli schienali dei sedili (come oggi si trovano nei posti di prima classe degli aerei), la linea morbida dei sedili e dei rivestimenti della cabina di pilotaggio, e le uniformi delle hostess, disegnate in modo che fossero più moderne di quelle del tempo. E poi, quel dettaglio: la penna che fluttua, e ci mostra l'assenza di gravità. Le straordinarie scene delle astronavi in volo nello spazio molto spesso sono realizzate semplicemente con delle fotografie ritagliate sulle quali la cinepresa opera uno zoom all'indietro...

Leggi anche: Steven Spielberg e la fantascienza: una storia d'amore in 6 film

Il monolite sulla luna

images/2018/04/20/maxresdefault.jpg

La scena del ritrovamento del monolite sulla Luna è stato ricostruito nei famosi studi cinematografici Shepperton di Londra.
Ed è stato completato in un secondo momento con gli astronauti e il paesaggio lunare, precedentemente realizzato come modello in miniatura.
Kubrick fece portare sul set novanta tonnellate di sabbia marina, colorata dello stesso colore della polvere lunare (grigio lava) su un piano obliquo.

Leggi anche: Full Metal Jacket: scrivere la guerra, guardare l'orrore, ricordare palla di lardo

Come i Beatles

Una scena del capolavoro 2001: Odissea nello spazio
Una scena del capolavoro 2001: Odissea nello spazio

Un'esperienza indimenticabile è assistere al primo finale del film, soprattutto se si è in un cinema, davanti a un grande schermo. La navicella guidata da Bowman, l'unico astronauta superstite, avanza in un viaggio nel tempo in quello che fu definito qualcosa di molto simile a un trip lisergico. Anche a cinquant'anni di distanza è una sequenza dal grande effetto. Vediamo delle fasce di colore che si dividono in maniera orizzontale e speculare. La tecnica di questa scene è una scoperta fototecnica della metà degli anni Sessanta, la solarizzazione cromatica: è un effetto fotografico che si basa sulla sovraesposizione, che crea una parziale inversione dell'immagine. Furono realizzati così, ad esempio, i famosi manifesti dei Beatles realizzati da Richard Avedon, che avevano le stesse divisioni cromatiche, e divennero un'icona dell'epoca pop.

Leggi anche: Beatles e cinema: la parabola dei Fab Four sul grande schermo

Cyber Rococò

images/2018/04/20/space10.jpg

Il secondo finale ci fa trovare Bowman, ormai invecchiato, in un salone arredato in stile rococò, con tanto di pareti stuccate e un letto matrimoniale aristocratico. Il mobilio rococò in uno spazio bianco e asettico è il misto di moderno e storico, che, secondo molti, è anche il senso della storia. La ruota della storia e la conoscenza vanno avanti, ma girano anche su se stessi. Ma, a proposito di senso, a cinquant'anni di distanza ognuno può continuare a trovarci il proprio. Tanto che lo stesso Clarke, commentò, in seguito a una domanda di Rock Hudson alla prima, "Se si capisce completamente 2001, abbiamo fallito".

Leggi anche: The Martian e gli altri: dispersi nello spazio alla ricerca di noi stessi

2001: i numeri

images/2018/04/20/2001-a-space-odyssey.jpg

Kubrick ingaggiò 13 disegnatori per realizzare tutti gli sfondi in un anno, perché unsolo artiste ne avrebbe impiegati 13. 88 minuti del film dei 160 (poi diventati 149) sono senza dialoghi. La proporzione tra pellicola girata e quella montata è di 200 a 1. Ma, si sa, Kubrick era un maniaco dei take. 2001: Odissea nello spazio fu candidato all'Oscar per regia, sceneggiatura, direzione artistica ed effetti speciali. Indovinate quanti premi vinse? Uno solo, per gli effetti speciali. Questa sì che è davvero fantascienza.