1917 e Dunkirk: la guerra secondo Sam Mendes e Christopher Nolan

La Prima Guerra Mondiale e la Seconda Guerra Mondiale sono stati conflitti completamente diversi, e anche 1917 e Dunkirk sono film ben differenti fra loro, quasi agli antipodi: vediamo perché.

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1917: George MacKay in una trincea

1917, il nuovo film di Sam Mendes, candidato a 10 premi Oscar, vede il regista di American Beauty e Skyfall alle prese con la Prima Guerra Mondiale. Dunkirk, di Christopher Nolan, uscito nel 2017, ha visto il regista de Il cavaliere oscuro e Inception cimentarsi invece in un war movie ambientato in un momento preciso della Seconda Guerra Mondiale. Entrambi i film sono stati tra gli eventi dell'anno, ed entrambi i registi sono usciti vincitori dalla loro "guerra". La Prima Guerra Mondiale e la Seconda Guerra Mondiale sono stati dei conflitti completamente diversi, per presupposti, mezzi impiegati e tecniche di combattimento. E anche 1917 e Dunkirk sono film completamente diversi fra loro, quasi agli antipodi. Anche se entrambi hanno in comune un fattore, il tempo, che i due registi hanno affrontato con delle scelte ben precise.

Dunkirk e 1917: il tempo

Dunkirk
Dunkirk

Il tempo, in Dunkirk di Christopher Nolan, è preso e manipolato. Il regista di Memento divide la storia in tre scenari, la terra, il mare e l'aria, ognuno di durata diversa: quello sulla terra dura una settimana, quello del mare dura un giorno intero, quello in cielo, invece, è un raid che dura un'ora. Nolan gioca con il tempo dilatando certi avvenimenti e comprimendone altri: le tre storie procedono in montaggio alternato e hanno lo stesso spazio nell'economia del film, pur avendo durate diverse. Sam Mendes, in 1917, usando il piano sequenza, non comprime e non dilata; lascia scorrere il racconto secondo la duranta naturale del tempo, segue gli avvenimenti in tempo reale, non stacca mai, se non per una pausa in occasione dello svenimento del protagonista, con un intervallo di tempo di alcune ore in cui lui perde conoscenza. E che permettono di cambiare scenario, dal giorno alla notte.

1917, la recensione: quel lungo continuato orrore chiamato guerra

Dunkirk e 1917: terra, aria e acqua

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1917: una scena con George MacKay

Sia Dunkirk che 1917 vivono di elementi. Christopher Nolan, in Dunkirk, sceglie di costruire il racconto su tre di questi quattro elementi. Come dicevamo sopra c'è la terra, dove avviene la fuga dei 400 mila soldati schiacciati verso il molo; c'è il mare, dove vediamo i civili che prestano le loro imbarcazioni al soccorso dei propri soldati. E c'è il cielo, dove volteggiano gli Spitfire inglesi partiti per abbattere gli aerei tedeschi che, a loro volta, stanno bombardando i soldati inglesi sulla spiaggia. C'è anche il fuoco dei bombardamenti e delle mitragliatrici, ma in una guerra è ovunque. Quello che conta, qui, è che ai tre elementi della terra, dell'acqua e dell'aria Nolan dedica un capitolo del proprio racconto, li delimita, li divide e li rende protagonisti, pur facendoli dialogare fra loro. In 1917 c'è un protagonista assoluto, la terra: non può essere altrimenti, perché la Prima Guerra è stata una guerra scavata nella terra, con i soldati rintanati nelle trincee e poi lanciati in corse a piedi verso le linee nemiche, a percorrere in avanti e indietro quella terra, che vediamo alzarsi e ricadere allo scoppio di ogni bomba, di ogni colpo di mortaio. Ma, anche in 1917, gli altri elementi sono importanti. Aria, fuoco e acqua: sono questi tre elementi a creare le svolte, a far progredire la storia, a cambiare ogni volta lo scenario. L'aereo che arriva dall'aria (ma noi non siamo lì sopra con lui, lo vediamo arrivare stando a terra, prima da lontano e poi vicinissimo) porta il primo sconvolgimento nel viaggio dei due protagonisti. il fuoco ci porta subito nel secondo atto di 1917, quello più spaventoso, in una notte buia dove le fiamme illuminano indicando la via e allo stesso tempo gettano ombre sinistre sul cammino, E poi c'è l'acqua, il fiume dove il nostro protagonista salta. L'acqua è ancora una volta salvifica, è rinascita, ed è il passaggio dal secondo al terzo movimento della sinfonia.

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1917, una immagine dal set del film

La storia di uno, la storia di tanti

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1917: George MacKay, Dean-Charles Chapman in una scena del film

Dunkirk è un film corale: gli scenari, come abbiamo visto, sono tre, ma i punti di vista sono molti di più, così come gli occhi della macchina da presa che sfruttano da tutte le possibili visuali i tre racconti principali. 1917 è una sorta di assolo: la scelta del piano sequenza è quella di prendere un personaggio e seguirlo, coglierne la solitudine della sua missione e la sua natura di antieroe, di uomo comune alle prese con un'impresa che non è comune per niente.

1917: girare il film in piano sequenza è stata la scelta migliore?

La lotta contro il tempo

Dunkirk: le truppe sulla spiaggia aspettano di essere salvate
Dunkirk: le truppe sulla spiaggia aspettano di essere salvate

Quello che accomuna i due racconti è la corsa contro il tempo. Che sia un uomo solo con l'incarico di comunicare una lettera, l'ordine di non attaccare, o che siano centinaia di barche che partono dalle coste inglesi per andare a prendere i soldati sulla costa europea, tutti gli (anti)eroi dei due film devono fare presto, arrivare prima. Prima che il comandante del Secondo Battaglione sferri un attacco che si rivelerebbe suicida in 1917, prima che i soldati schiacciati sul molo vengano bombardati dagli aerei tedeschi, raggiunti dai carrarmati, sterminati senza poter fuggire, limitati dal mare, in Dunkirk. Entrambe le storie, inoltre, hanno in comune una ritirata. Ma è una ritirata che permetterà di salvare le vite dei soldati, di evitare un massacro. Per poi arrivare alla vittoria.