Lo scanzonato Quentin Tarantino è ormai di casa sulla Croisette. Il buon cibo, il sole, il mare e le belle donne non mancano. In più i francesi lo amano fin da quel 1994 in cui lo hanno incoronato sovrano di Cannes premiando con la Palma d'Oro il suo capolavoro Pulp Fiction. Lui ringrazia e torna a far visita con una nuova straordinaria pellicola 'alla Tarantino', un war movie sanguinolento e logorroico costellato di improbabili quanto irresistibili personaggi che resteranno a lungo nella memoria del pubblico per le loro eccentricità. Primo tra tutto il biondissimo e feroce Aldo Raine, incarnato da uno straordinario Brad Pitt, o l'altrettanto straordinario Hans Landa/Christoph Waltz, soprannominato "il cacciatore di ebrei" (per capire il perché basterà vedere il film, ma un'idea ce la possiamo già fare). Nonostante il festival di quest'anno sia necessariamente sottotono a causa della crisi e le presenze di star illustri si contino sulla punta delle dita, quella di Bastardi senza gloria è la conferenza più affollata vista fin'ora sulla Croisette e non c'è da stupirsi. Parafrando un celebre serial Everybody loves Quentin e non è da tutti avere allo stesso tavolo un Brad Pitt sempre più bello e sorridente che scherza con Eli Roth, un Mike Myers per una volta senza travestimenti indosso, e ancora Michael Fassbender, Chritoph Waltz, Daniel Brühl, l'attrice francese emergente Melanie Laurent e la splendida Diane Kruger. Tra una risata e l'altra, l'allegro cast risponde alle numerose domande che gli vengono rivolte da un parterre giornalistico altrettanto divertito.
Mr. Tarantino, possiamo definire Bastardi senza gloria una fantasia di vendetta e rivincita ebrea realizzata con molto sense of humor?
Quentino Tarantino - E' assolutamente così. Molte persone sono venute da me dopo aver visto il film mi hanno detto che per loro si trattava di una fantasia ebrea o di una fiaba nera. Per me il film è, prima di tutto, un tentativo di cambiare il mondo e la storia, cosa impossibile perché in realtà i miei personaggi non sono mai esistiti, ma se fossero esistiti avrei voluto che si comportassero proprio come nel film.
Brad Pitt - Per interpretare Aldo Raine ho dovuto trovare dentro di me una grossa dose di rabbia, ma mi sono divertito molto. Soprattutto perché il cast è composto di attori provenienti da vari paesi, Quentin ha chiamato attori francesi per interpretare i francesi, inglesi per gli inglesi, americani per gli americani, canadesi per gli inglesi (ride, n.d.r.). Nessuno di noi ha ancora visto il film, ma siamo una bella brigata e stasera ci divertiremo a guardarlo tutti insieme.
Eli Roth - Essendo ebreo, quello che accade nel film l'ho sognato spesso, soprattutto la scena di sesso.
Mr. Tarantino, di recente ha dichiarato che senza Christoph Waltz questo film non sarebbe mai esistito. Può spiegarci il perché?Quentin Tarantino - Mentre scrivevo la sceneggiatura ho realizzato che per interpretare il personaggio ci volevo un genio delle lingue altrimenti non avrebbe funzionato. Così ho fatto un casting in Germania, ma nessuno degli attori funzionava in tutte le lingue, conservava la poesia in una lingua, ma non nell'altra. Allora ho telefonato al produttore e gli ho detto: "Non riesco a trovare l'attore giusto. Se va avanti così tra qualche giorno abbandonerò la sceneggiatura e lavoreremo a qualcos'altro. Ma il giorno in cui Christoph è entrato nella stanza, si è seduto e ha letto due scene io ho detto: "Ok, facciamo il film!". Non sapete quanto è importante sentirsi libero di scegliere, di avere la possibilità di realizzare il film esattamente come l'abbiamo pensato senza dover accettare nessun tipo di compromesso.
Come mai ha deciso di debuttare con questa superproduzione proprio qui a Cannes?
Quentin Tarantino - Era un sogno. Per me non c'è posto più bello di Cannes, è una sorta di nirvana del cinema, qui in Riviera il cinema diventa veramente importante, è una passione. Tutta la stampa internazionale è presente e si occupa solo di discutere dei film, di parlarne bene o di criticarlo. Io non sono un regista americano, io sono un regista che fa film per il Pianeta Terra e Cannes è il posto che lo rappresenta.
Come mai è così interessato alla seconda Guerra Mondiale da realizzare una pellicola dedicata al conflitto?
Quentin Tarantino - Prima di tutto mi piacciono moltissimo i film di genere ambientati in un'epoca precisa, i western, i film di guerra, i musical... Così volevo fare un film di genere e ho cominciato a pensare alle implicazioni della guerra, agli argomenti che trovavo più interessanti da affrontare.
Ci sono dei riferimenti precisi a cui vi siete ispirati per la costruzione delle figure femminili?
Melanie Laurent - Durante le riprese ogni settimana incredibilmente Quentin organizzava un cineclub e ho visto numerosi film sugli anni '40, in particolare mi sono concentrata sul modo di vestire o di muoversi delle figure femminili, delle attrici dell'epoca, e ho imparato molte cose. Il mio personaggio passa attraverso una spirale di violenza grazie alla quale subisce una maturazione, è un personaggio che si evolve nel corso della narrazione.
Diane Kruger - Quentin e io abbiamo lavorato a lungo sul background del mio personaggio, sul suo essere una star del cinema tedesco adorata dal suo pubblico che si trova senza claque nel momento in cui esplode la guerra. Per creare questo personaggio mi sono ispirata ad alcune attrici tedesche dell'epoca, soprattutto nel tono di voce.
E' vero per un certo periodo ha valutato di chiamare Isabelle Huppert per offrirle una parte nel film?Quentin Tarantino - Nessuno adora Isabelle Huppert più di me, tranne forse Wes Anderson. Ho amato alla follia I Cancelli del Cielo, soprattutto in ogni singola scena in cui compare Isabelle, ma non c'era modo di lavorare insieme in questo film per problemi di tempo. Lei aveva molti impegni ed era impossibile conciliarli con la lavorazione di Bastardi senza gloria. Non ci sono rimasto male però, anzi spero di poter lavorare con lei un giorno.
Mr. Myers, come si è trovato a recitare in un film non diretto da lei?
Mike Myers - Io sono il più grande fan di Quentin Tarantino. Inoltre i miei genitori erano inglesi, mio padre era un ingegnere e mia madre lavorava per la Royal Air Force perciò sono molto interessato agli argomenti toccati nel film. Sono molto contento di essere qui.
Quanto è emozionante lavorare con un regista come Quentin Tarantino?
Daniel Brühl - Quattordici anni fa ero al cinema a guardare Pulp Fiction e ho detto ai miei amici: "Un giorno voglio fare un vero film." Quattordici anni dopo quest'uomo mi ha chiamato e mi voluto nel suo film. Mi ha fatto recitare una scena in francese, io posso confessare ora che non so il francese e ho inventato, però Quentin mi ha offerto una parte. E' stata una gioia immensa.
Quentin Tarantino - Purtroppo non avevo visto Goodbye Lenin, ma mentre stavo cercando il cast tedesco sono diventato molto amico di Tom Tykwer che mi ha aiutato a tradurre i dialoghi dall'inglese al tedesco. E' stato lui a consigliarmi di vedere Goodbye Lenin e guardando il film ho capito quale era l'attore di cui avevo bisogno.
Mr. Pitt, può parlarci del suo coinvolgimento nel progetto?Brad Pitt - Quentin mi ha fatto visita alla fine dell'estate portandomi la sceneggiatura e abbiamo parlato a lungo del film. La mattina dopo mi sono svegliato e ho trovato cinque bottiglie di vino vuote sul pavimento. Io non ricordo niente, ma pare che abbia accettato di fare il film perché sei settimane dopo ero vestito in uniforme sul set.
Quentin Tarantino - Brad è sempre stato uno degli attori con cui avrei voluto lavorare perché ammiro molto la sua professionalità e il suo talento e quando è capitata l'occasione mi sono precipitato da lui per offrirgli il ruolo. Lui è entrato velocemente nel personaggio e ho immediatamente capito che il ruolo era veramente fatto per lui.
Brad Pitt - Quando scelgo i film da interpretare cerco sempre qualcosa di nuovo, di stimolante, qualcosa che vada in una nuova direzione. Cerco di fare anche qualcosa per me e che, nello stesso tempo, sia interessante per il pubblico e credo che il film di Quentin abbia tutte queste caratteristiche perciò mi sono divertito moltissimo a girarlo.