Hou Hsiao-Hsien nasce in Cina nel 1947, ma a causa della guerra civile la famiglia si trasferisce presto a Taiwan, dove Hou si laurea presso la Academy of Arts. Esordisce alla regia nel 1980 con Cute Girls, cominciando a realizzare opere dallo stile sperimentale che fondono il minimalismo neorealista con la ricerca formale della Nouvelle vague francese.
Nel 1983 The Sandwich Man, opera a episodi realizzata insieme a Wan Ren e Tseng chuang-hsiang, cattura l'attenzione, facendo del regista una delle figure principali della New Wave taiwanese, accanto ad autori come Edward Yang e Tsai Ming-liang.
In seguito i poetici The Boys From Fengkuei e A Summer at Grandpa's, incentrati sull'infanzia, vincono premi al festival di Nantes e Locarno. Nel 1985, invece, A Time to Live, A Time to Die seguito delle vicende autobiografiche narrate nel precedente A Summer at Grandpa's, vince il premio FIPRESCI al Forum di Berlino. La trilogia personale si conclude l'anno successivo con Dust in the Wind, cui segue il documentaristico Daughter of the Nile, presentato al Directors' Fortnight del Cannes Film Festival.
Città dolente, basato sui fatti storici
relativi all'incidente del 28 febbraio 1947, gli fa ottenere il Leone d'Oro alla Mostra di Venezia del 1989 ed è il primo film taiwanese a riscuotere un successo internazionale. Da questo momento cresce progressivamente l'attenzione e il riconoscimento della critica nei confronti delle opere di Hou, il quale nel 1993 con Il maestro burattinaio, incentrato su una delle più importanti tradizioni artistiche dell'isola, vince il Premio della giuria al 46° Festival di Cannes. Due anni dopo segue Good Men, Good Women, sorta di conclusione di questa nuova trilogia storica, ambientato ancora durante la guerra civile degli anni Quaranta.
L'ambientazione contemporanea e lo stile documentario tornano in Goodbye South, Goodbye, per poi passare alla Shanghai di fine Ottocento con Flowers of Shanghai, interpretato dai divi di Hong Kong Carina Lau e Tony Leung.
Una nuova consacrazione arriva con l'affascinante e seducente Millennium Mambo, che lancia l'attrice rivelazione Shu Qui e riceve il Premio della Giuria a Cannes nel 2001. Due anni dopo il regista rende omaggio al maestro nipponico Yasujiro Ozu con Café Lumière, presentato al Festival di Venezia, mentre nel 2005 torna a servirsi dell'affascinante Shu Qui per raccontare con Three Times una frammentaria storia d'amore a episodi.
In seguito Hou celebra la sua seconda città adottiva, Parigi, con Le voyage du ballon rouge, interpretato da Juliette Binoche e Hippolyte Girardot, che nel 2007 ha aperto la sezione di Un Certain Regard del Festival di Cannes. Nello stesso anno il regista ha contribuito all'opera collettiva sulla Settima arte Chacun son cinéma.
2015 Premio Miglior regia per The Assassin
1993 Premio Premio speciale della giuria per Il maestro di marionette
1989 Premio Leone d'oro per Città dolente
2015 Regia, Sceneggiatura, Produzione
2001 Regia
2007 Regia, Sceneggiatura, Soggetto
2005 Regia, Sceneggiatura
La conquista del Leone d'Oro da parte del magnifico The Woman Who Left è solo l'ultimo esempio di come il Festival di Venezia abbia contribuito a far conoscere i grandi autori del cinema asiatico: dalle vittorie di classici come Città dolente e Lanterne rosse al recentissimo trionfo di Lav Diaz, ripercorriamo la storia del rapporto fra la Mostra veneziana e i cineasti dall'Oriente.
Nella giuria del concorso ufficiale presieduta da Alfonso Cuaron anche i cineasti Francesco Munzi, Pawel Pawlikowski e Nuri Bilge Ceylan. Paz Vega nella giuria Orizzonti.
Il lungometraggio ha conquistato il premio per la Miglior Regia al Festival di Cannes.
Assegnati i premi della 68esima edizione del festival francese: Rooney Mara ed Emmanuelle Bercot premiate per "Carol" e il drammatico "Mon roi". I film di Moretti, Sorrentino e Garrone a mani vuote.
Annunciato ieri il cartellone del prestigioso Festival svizzero, la cui sessantesima edizione si svolgerà dal 1 all'11 agosto.