Regista, sceneggiatore, produttore, Alexei Balabanov è nato a Sverdlovsk, in Russia, nel 1959. Laureatosi a Lingue e Traduzione a Gorky nel 1981, dal 1983 al 1987 ha lavorato come assistente alla regia di uno studio di produzione a Sverdlovsk. Nel 1990 si è diplomato in regia frequentando una scuola sperimentale a Mosca.
Dopo aver realizzato due documentari - Egor i Nastya (1989) e Sulla storia dell'aeronautica in Russia (1990) - si è trasferito a San Pietroburgo, dove ha diretto il suo primo film di finzione, Giorni felici (1991), tratto dall'omonimo dramma di Samuel Beckett e selezionato al Festival di Cannes.
L'anno seguente decide, assieme ai colleghi Sergej Sel'janov e a Vasilij Gregorev, di fondare una casa di produzione indipendente, la CTB, con la quale realizza non solo i propri progetti, ma finanzia altre opere, tra cui il film Confessione a uno sconosciuto (1995).
L'ispirazione letteraria prosegue nel 1994 con Il castello, questa volta omaggio a Franz Kafka, che gli vale un premio dall'Accademia di Cinema russa Nika. Dopo Trofim, episodio contenuto nell'antologia The Arrival of a Train (1995), che celebra il centenario del cinema, ottiene il riconoscimento della critica internazionale con Il fratello (1997), opera oscura e pessimista, presentata nella sezione Un Certain Regard di Cannes e vincitrice del premio speciale della giuria al Festival di Torino. Dato il successo inaspettato, il regista - dopo essersi cimentato con un inusuale omaggio ai fondatori della pornografia in Russia, Of Freaks and Men - firma un seguito nel 2000, Il fratello grande, con il medesimo attore protagonista, Sergej Bodrov, caratterizzato da un tono più action, anch'esso campione d'incassi in Russia.
Nel nuovo millennio l'autore imprime una svolta alla sua filmografia, dando vita a opere ancora più improntate sulla denuncia politica e sociale e sulla condanna della neocapitalista società russa. Dopo aver tentato di realizzare un film sui lebbrosi della campagna russa agli inizi del Novecento, interrotto a causa della tragica morte del protagonista per un incidente, con La guerra (2002), selezionato in oltre trenta festival, firma un lucido e crudo ritratto delle carceri cecene.
In seguito il regista si dedica ha opere di genere: nel 2005 è la volta di Mosca cieca, bizzarro thriller pulp, cui segue nel 2006 Non mi fa male, inedita incursione nel melodramma. L'anno seguente torna a un maggiore rigore con Cargo 200, spietato atto d'accusa contro la trasformazione della società russa alla vigilia della Perestrojka, presentato al Festival di Venezia e premiato a Rotterdam.
Le opere più recenti di Balabanov sono Morphine del 2008, basato sui racconti semi-autobiografici di Mikhail Bulgakov, e Kochegar del 2010, un nuovo thriller, presentati entrambi al Festival di Rotterdam.
2007 Regia, Sceneggiatura, Soggetto