L'infanzia e i rapporti familiari malati, scenari che vanno dal Grande Raccordo Anulare alla periferia di Taiwan. La nona giornata della 70esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia - che ormai volge al termine - punta ancora una volta i riflettori su quelli che sono stati i temi principali di quest'anno, ma soprattutto su un altro film italiano in concorso, il documentario di Gianfranco Rosi Sacro GRA, che svela la bizzarra "fauna" che popola il Grande Raccordo Anulare di Roma: facciamo la conoscenza di un aristocratico torinese e sua figlia, poi un esperto di palme ossessionato dalla ricerca di un rimedio contro i parassiti che infestano queste piante. Alcuni di questi personaggi che ci vengono presentati nel film di Rosi, sono qui a Venezia, un bizzarro ensemble che è approdato ieri sulla Darsena dell'Hotel Excelsior, che in questi giorni ha accolto le personalità più disparate, da quelle più "scontate" in ambito festivaliero italiano come la Marini, a Valeria Solarino e Marco Bocci - che ieri erano sul red carpet - fino alla Nazionale di Rugby.
Dal Grande Raccordo Anulare il cui potenziale fu intuito - è un dovere ricordarlo - da Corrado Guzzanti in una sua celebre parodia di Venditti, si cambia scenario con un altro film in concorso, il taiwanese Stray Dogs, del regista Tsai Ming-Liang, che invece racconta di una famiglia poverissima - il padre racimola qualche soldo arrangiandosi come può e i figli devono accontentarsi dei campioni gratuiti di cibo che vengono offerti in promozione nei supermercati. L'arrivo di una donna nella loro vita, tuttavia, potrebbe cambiare molte cose.Per Louis Garrel invece, le donne causano solo problemi, o almeno è quello che succede ne La Jealousie, nuovo lavoro dell'attore francese, qui diretto da suo padre. Garrel è già a Venezia per presentare il suo film che racconta di un attore teatrale che ha una figlia, avuta da una ex-compagna, e una nuova fidanzata di cui è innamoratissimo. Un amore che andrà incontro a svolte drammatiche, tra tradimenti, problemi economici e altro ancora. In questa edizione della Mostra le donne hanno un ruolo di rilievo - basti pensare al bellissimo Philomena, per citare un esempio, ma anche la coraggiosa astronauta di Gravity - e questa nona giornata di Festival lo conferma, se ce ne fosse bisogno. Al Lido sono già arrivate le Femen, ieri, per presentare il documentario Ukraine is not a Brothel, incentrato sul movimento femminista che nell'ultimo periodo ha fatto parlare molto spesso di sè.
Dopo le attiviste in topless e con i fiori tra i capelli, oggi Venezia ospita altri personaggi femminili - in questo caso di finzione, ma dalla forte personalità - come le protagoniste di Atertraffen e di Traitors, presentati rispettivamente nella Settimana della Critica e nelle Giornate degli Autori. Nel film di Anna Odell, la regista - nei panni di sè stessa - arriva ad una cena organizzata dai suoi ex-compagni di scuola, ma rovescia addosso agli invitati le accuse peggiori. Mentre la protagonista del film di Sean Gullette, la protagonista è Malika, impiegata in un call center di giorno e scatenata leader di un gruppo punk-rock di Tangeri di notte. Nel tentativo di trovare i finanziamenti necessari a realizzare un video, la giovane si troverà invischiata in cose più grandi di lei.
Tra tante signore e fanciulle, tuttavia, c'è spazio anche per importanti figure maschili: dopo Donald Rumsfeld, oggi tocca a Lech Walesa, celebrato nel biopic di Andrzej Wajda Walesa, Man of Hope, che oggi viene presentato fuori concorso. La sezione Orizzonti invece punta su un uomo più "piccolo" e sconosciuto, ma non per questo meno interessante: il giovane protagonista di Little Brother infatti, è un ragazzino di nove anni che vive in difficoltà, in un villaggio isolato tra le montagne. Il ritorno di suo fratello maggiore lo rende felice, ma il piccolo non riesce a rendersi conto di quanto egli sia gelido ed emotivamente disturbato.