The Walking Dead, Norman Reedus paga pegno per tutti gli scherzi ad Andrew Lincoln

E' cosa risaputa che i due attori di The Walking Dead sono impegnati in una sorta di guerra di scherzi sul set, ma stavolta Lincoln ha esteso la battaglia fino al Comic-Con di New York.

Il set di The Walking Dead è tutt'altro che tranquillo grazie alla - simpatica - guerriglia di scherzi che sussiste tra Andrew Lincoln e Norman Reedus, i quali si divertono a combinarne di tutti i colori. Stavolta Lincoln ha segnato un punto durante il Comic-Con di New York e lo ha fatto senza neanche essere presente!

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Durante il panel dedicato allo show, Reedus ha letto una lettera inviata da Lincoln che comincia in maniera piuttosto tranquilla per poi svelare la sua vera natura "Caro Comic-Con di New York, sono davvero spiacente di non poter essere con voi oggi ma per farmi perdonare, Normskie (n.d.r.: nomignolo affettuoso per Norman ovviamente) ha promesso di leggere parola per parola questo messaggio in mia vece". A questo punto Reedus è stato costretto a chiedere perdono per tutto il dolore e le umiliazioni causate a Lincoln nel corso degli anni "il pollo nella roulotte, l'infinita guerra con il glitter, sono cose davvero poco professionali. Lo ammiro profondamente e il mio desiderio segreto è essere lui. Quando non è qui mi manca davvero.... Ho pensato che sarebbe stato carino fare qualcosa per i fan per farmi perdonare la mia assenza, così Normskie farà una domanda e la prima persona che risponderà correttamente potrà chiedere un capo di abbigliamento che sta indossando al momento".

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Reedus ha "barato" un pochino e ha stabilito che il capo di abbigliamento in questione sarebbe stato il suo cappello, ma dopo averlo, inevitabilmente, perso si è lamentato dicendo "mi piaceva quel cappello!". Alla fine l'attore ha raccontato che sta organizzando una bella vendetta per rifarsi dell'ultimo scherzo subito "l'ultima cosa che ha fatto è stata mettere la mia motocicletta, con una sex doll seduta sopra, su una barca e spingerla nel bel mezzo di un lago e quindi è ora che subisca la mia vendetta!".