Prometheus: Damon Lindelof ci svela i segreti dei personaggi

Lo sceneggiatore fornisce i primi dettagli sui personaggi affidati a Charlize Theron e Michael Fassbender e sulla sua esperienza a fianco di Ridley Scott.

Anche se ormai è stata diffusa una trama ufficiale e il regista Ridley Scott si è sbilanciato rilasciando le prime informazioni sul suo Prometheus, il mistero intorno al film resta comunque fitto. Per fortuna abbiamo Damon Lindelof, uno degli sceneggiatori, disposto a raccontarci qualcosa in più di quel che la mente di Scott ha partorito. Lindelof si è soffermato a parlare soprattutto dei personaggi principali del film, in particolare dell'essere alieno interpretato da Charlize Theron. "Il suo nome è Meredith Vickers ed è una sorta di entità corporea" ha spiegato lo scrittore. "Ecco un'altra delle cose in comune con la serie degli Alien, ma credo che Charlize abbia portato qualcosa di completamente nuovo nella visione fantascientifica. Il suo è un remix. Non credo che sia viscida come il personaggio di Paul Reiser in Aliens - Scontro finale. Non è la front woman della compagnia. Non posso parlare ancora nello specifico di che compagnia si tratta, ma posso dire che Charlize ha portato delle idee personali molto interessanti nel personaggio. Al momento, però, non so ancora se verranno usate". Dopo il misterioso essere alieno della Theron, l'analisi di Lindelof tocca anche il personaggio interpretato da Michael Fassbender. "Michael interpreta un robot, il che ricorda un po' Blade Runner. Il film non verrà filtrato attraverso il suo punto di vista, se è ciò che vi state chiedendo. Quando ingaggi un attore come Fassbender, che arricchisce il personaggio di molti aspetti nuovi e supera i clichés del ruolo, si crea un'alchimia incredibile, ma non è Anthony Daniels. Michael è fenomale, però C-P3O..."

Prima di concludere l'intervista, Damon Lindelof non si lascia sfuggire l'occasione di fare un blancio dell'esperienza vissuta sul set a fianco di Ridley Scott. "Avendo lavorato per sei anni a Lost, sentivo una responsabilità tremenda sulle mie spalle perché ero uno degli autori più visionari e se sbagliavo qualcosa non avevo una rete di protezione alle mie spalle. Quando ho ricevuto la chiamata da Ridley mi sono sentito sollevato. Ridley Scott è stata la mia rete di protezione, è un grande regista e aveva già in mente il film che voleva realizzare. Una volta che ho compreso la sua visione, ho dovuto solo incanalare l'idea nel modo giusto aggiungendo qualcosa di mio. Tutto ciò che ho scritto è ciò che mi ha detto Ridley filtrato attraverso il mio sguardo".