John Wick: ai registi era stato ordinato di non uccidere il cane

La storia di John Wick ha rischiato di essere assai diversa, ai registi era stato infatti ordinato di non uccidere il cane del personaggio di Keanu Reeves.

I registi di John Wick hanno rivelato di aver ricevuto l'ordine di non uccidere il cane del protagonista, ma loro hanno deciso di non ascoltare le richieste dei produttori.

John Wick
John Wick

Come sappiamo tutto ormai, toccare il cane di John Wick non è una buona idea. L'assassino in pensione torna in azione proprio per vendicare gli assassini del suo cane. Ma a quanto l'idea a cui ruota attorno il plot del fortunato thriller non era gradita ai produttori, come hanno rivelato lo sceneggiatore Derek Kolstad a ComicBook.com:

"Credo che volessero fare le cose per bene, così c'erano degli aspetti su cui lo studio insisteva. Ci chiedevano 'Tagliamo fuori la storia del cane. Concentriamoci su un assassino che torna in azione'. Questo tipo di cosa."

L'omicidio del cane di John Wick ha sempre fatto parte della sceneggiatura, ma col passare del tempo i produttori temevano che il pubblico non avrebbe reagito bene. Ma per i creatori di John Wick questo aspetto era fondamentale per l'evoluzione del personaggio:

"Senza la connessione del cane non capiremmo a fondo lo stato d'animo del personaggio, la drammaticità, ma anche l'ironia che è parte del mood. A un certo punto i registi hanno dovuto combattere per difendere la nostra idea e hanno avuto ragione. Abbiamo combattuto per raccontare la storia in un certo modo."

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Derek Kolstad svela che, nonostante la posizione ferma dei registi di John Wick, lo studio aveva timore che il pubblico non avrebbe gradito la morte del cucciolo del protagonista ed è rimasto della stessa fino alla prima proiezione col pubblico. Solo allora la reazione entusiastica degli spettatori ha rasserenato l'atmosfera:

"Ci sono state pressioni da ogni parte prima della prima proiezione. Guardavamo il pubblico. Non appena il cane è morto, vedendo la reazione degli spettatori, abbiamo capito che era la cosa giusta. Ma abbiamo dovuto combattere a lungo dietro le quinte".

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