Il Codacons contro L'enigmista

Il presidente dell'associazione, Carlo Rienzi ha chiesto al Giurì di Autodisciplina Pubblicitaria ed all'Antitrust, che vengano ritirati i manifesti e le immagini promozionali del thriller di James Wan.

Non è ancora uscito nelle sale e già scatena polemiche: il nuovo film di James Wan, Saw - L'enigmista ha sollevato l'indignazione del Codacons che in questi giorni ha ricevuto centinaia di telefonate di protesta da parte dei cittadini per la campagna pubblicitaria del film, caratterizzata da manifesti sui quali campeggiano le immagini di mani o piedi mozzati. Il Codacons, nella persona del suo presidente Carlo Rienzi, ha chiesto al Giurì di Autodisciplina Pubblicitaria ed all'Antitrust che vengano ritirati i manifesti del film e cosa ancora più impensabile ed assurda, anche le immagini promozionali del film dai siti internet, e lancia un ultimatum: "Se entro tre giorni mani e piedi tagliati non scompariranno dalle strade e dai siti internet, avvieremo una campagna di boicottaggio invitando i cittadini a non recarsi nelle sale a vedere il film in questione. A pochi giorni dall'immane tragedia dell'Asia, la campagna pubblicitaria del film Saw - L'enigmista appare ancor più disgustosa ed offensiva, e ci chiediamo chi abbia permesso la sua diffusione".

"Capiamo l'esigenza di lanciare un film in uscita nelle sale cinematografiche e di attirare l'attenzione dei potenziali spettatori - prosegue Rienzi - "ma le immagini mostrate superano la soglia della tollerabilità e generano un ribrezzo evidente non solo negli adulti, ma anche e soprattutto nei bambini, sottoposti loro malgrado alla violenza di mani e piedi mozzati che campeggiano in gigantografie poste sui cartelloni stradali o su internet".
Non è la prima volta che le immagini promozionali legate ad un film, che siano su manifesti o altri supporti pubblicitari, scatenano le ire delle associazioni di genitori, cittadini e via almanaccando: proprio l'estate scorsa il Moige si era scagliato contro i manifesti del film Two sisters, polemizzando in modo particolare contro la headline del manifesto "Ogni famiglia ha i suoi oscuri segreti" sostenendo che comprometteva l'integrità dei legami familiari.