Festival di Roma, si spegne il glamour e si accende la protesta

Gli operatori e le personalità dello spettacolo hanno manifestato contro i tagli imposti dall'attuale governo al settore. Keira Knightley ed Eva Mendes appoggiano formalmente la scelta dei protestanti, insieme alla regista di Last Night, e non sfilano sul red carpet.

Anche stavolta gli operatori dello spettacolo italiani hanno preso parola per protestare contro i gravi disagi nei quali versa la loro categoria, ma stavolta non si è trattata della solita protesta confinata a poche righe di cronaca, bensì di una vera e propria manifestazione alla quale hanno preso parte migliaia di persone che hanno bloccato la sfilata delle star nella serata inaugurale della quinta edizione del Festival di Roma. Non solo tecnici e operatori del mondo del cinema, della televisione e dello spettacolo, in generale, ma anche attori e personalità come Francesco Rosi, Monica Guerritore, Valeria Solarino, Valeria Golino, Barbara Bouchet e tanti altri ancora mescolati alla fiumana di gente che ha invaso lo spazio antistante all'Auditorium dove si svolge la kermesse capitolina.

Oltre ai manifestanti, che esibivano cartelli contro i tagli imposti dall'attuale governo, c'erano anche loro, le due star del film di apertura, Keira Knightley ed Eva Mendes, affiancate dalla regista di Last Night e dall'attore Guillaume Canet. E' stata proprio la regista a prendere la parola (anche a nome del cast) per esprimere formalmente la propria solidarietà nei confronti dei manifestanti. Lo spettacolo - come è stato definito Andrea Purgatori, uno degli animatori della protesta - è proseguito poi con altre dichiarazioni tra cui quella, applauditissima, di Marco Bellocchio.

Pronte le repliche di Sandro Bondi e di Gianni Letta, che vengono accolte con rabbia, in particolare quella del ministro dei Beni e delle Attività Culturali, secondo il quale la protesta è del tutto ingiustificata. Più pretestuoso invece, il commento di Letta, secondo il quale la manifestazione ha scoraggiato gli investitori esteri, trasformandosi di fatto in un boomerang per il nostro cinema.