Cinema italiano, è polemica

Bellocchio risponde alle critiche sul nostro cinema fatte da Tarantino e dall'onorevole Renato Brunetta.

Nonostante Quentin Tarantino sia un estimatore del nostro cinema di genere e di registi come Dario Argento, Lamberto e Mario Bava e Sergio Leone, il cinema italiano degli ultimi anni proprio non gli piace: nei giorni scorsi il regista di Pulp Fiction aveva definito i nuovi film italiani "deprimenti": "Sembrano tutte uguali: non fanno che parlare di ragazzi che crescono, coppie in crisi, genitori, vacanze per minorati mentali. Cos'è successo? Ho amato tantissimo il cinema italiano degli anni '70 e anche alcuni film degli anni '80, ma adesso sento che è tutto finito. Una tragedia.". Il regista americano aveva assolto solo Nanni Moretti, sostenendo che è un regista "che porta energia vitale e respiro al cinema. Ma l'Italia non è più quel che era: potrei fare nomi di registi che mi piacciono provenienti da molti paesi, ma non dall'Italia".

A salvare il regista de Il caimano era stato anche l'onorevole Renato Brunetta (Forza Italia) che nel presentare il suo libro "Profondo Rosso - Come la sinistra ha costruito l'egemonia sul cinema italiano, facendone una sprecopoli di celluloide, capace di produrre soltanto film-flop" sosteneva che Moretti è "L'unico a non aver mai preso un soldo di finanziamento", ma per il resto "Gran parte della nostra cinematografia, soprattutto quella sovvenzionata, fa schifo ed è fatta da gente marchiata che non vende nulla, perché il pubblico non va a vedere film da schifo" e di conseguenza non c'è da meravigliarsi se nessun film italiano è stato presentato al Festival di Cannes.

Alle dichiarazioni di Brunetta ha risposto un indignato Marco Bellocchio, appena tornato da Cannes, dove ha fatto parte della giuria: "L'onorevole Brunetta faccia l'economista: di cinema non capisce nulla e se proprio deve occuparsene, lo faccia in modo meno cafone". Secondo il regista de I pugni in tasca, le affermazioni di Brunetta sono "Stupide e volgari, tipiche di certi politici incompetenti che vogliono sindacare su cose di cui non capiscono nulla. Si tratta di persone convinte che un film sia solo quello che incassa al box-office, senza tener conto dei DVD e dei passaggi televisivi."

Per quanto riguarda Tarantino invece, Bellocchio sostiene che "E' un bravo regista, ma non può dare lezioni: il problema del cinema italiano è complesso: il nostro cinema soffre perché rispecchia lo stallo anche politico della nostra società. Vanno bene solo i film d'evasione, film che assomigliano alla televisione e ai suoi ritmi." ma sugli unici due film presentati a Cannes, quello di Luchetti e di Olmi, il regista non ha dubbi: "Potevano tranquillamente partecipare al concorso, il livello della selezione era ottimo e loro potevano starci benissimo".