Mentre Hollywood si divide sul ruolo dell'intelligenza artificiale nel cinema e nelle serie TV, Vince Gilligan - creatore di Breaking Bad e Better Call Saul - sceglie la via della trasparenza. Nei titoli di coda del suo nuovo progetto, Pluribus, compare una frase semplice e potentissima: "This show was made by humans."
Pluribus, la fantascienza secondo Gilligan
Disponibile su Apple TV+, Pluribus si apre come un racconto post-apocalittico ma si rivela presto una riflessione ironica sulla perdita d'identità. Al centro, Carol Sturka - interpretata da Rhea Seehorn - un'autrice di Albuquerque che scopre di essere una delle dodici persone sulla Terra immuni a un virus extraterrestre capace di trasformare l'umanità in un'unica mente collettiva, euforica e obbediente. L'idea, concepita da Vince Gilligan oltre dieci anni fa, è tanto surreale quanto inquietante: un mondo in cui l'individualità scompare in nome di una "felicità" forzata.
In un panorama televisivo invaso da narrazioni apocalittiche cupe o ciniche, Pluribus preferisce interrogarsi sul lato luminoso - e per questo disturbante - della perdita del sé. E proprio mentre l'industria discute del ruolo dell'intelligenza artificiale, Gilligan ribadisce la centralità dell'ingegno umano: "Non ho mai usato ChatGPT," ha dichiarato, "e non lo farò mai. Nessuno mi ha ancora puntato una pistola alla testa per costringermi." Il sarcasmo, marchio di fabbrica del regista, nasconde una posizione netta: la scrittura e la messa in scena devono restare atti umani, imperfetti, ma autentici.
"Made by Humans": la nuova etica della trasparenza creativa
Nel finale dei titoli di coda, subito dopo i ringraziamenti, compare la frase: "This show was made by humans." È un dettaglio apparentemente marginale, ma in un'epoca in cui perfino gli spot natalizi di Coca-Cola vengono criticati per l'uso dell'AI, suona come una dichiarazione d'intenti.
Gilligan non punta il dito contro la tecnologia, piuttosto ne rifiuta la sostituzione emotiva. L'arte, sembra dire, non può essere generata da un algoritmo perché vive di errori, esitazioni, improvvisi lampi di intuizione che solo la mente umana conosce.
Il gesto arriva in un momento in cui l'industria dell'intrattenimento è in fermento per la comparsa di figure digitali come Tilly Norwood, l'"attrice" sintetica che ha riacceso il dibattito sulla sostituzione degli interpreti reali. Ma Pluribus preferisce parlare per metafora: il suo "virus dell'ottimismo" è un'elegante allegoria del pensiero collettivo che cancella la differenza e la complessità.
In questo senso, il disclaimer di Gilligan non è solo un dettaglio tecnico, ma un atto poetico. Un promemoria che, anche nell'era dell'intelligenza artificiale, le storie migliori continuano a nascere da menti fallibili, appassionate e irriducibilmente umane.