Uno dei fattori determinanti che distingue Batman dagli altri personaggi della DC riguarda la sua "No Kill Rule", ovvero la regola secondo cui i criminali che cattura non vadano mai uccisi. Nel corso degli anni sono state numerose le teorie attorno a questo suo veto morale, ma uno degli ultimi fumetti usciti di recente ne ha introdotta una ben ragionata.
In Batman Inc. #3 il personaggio di Ghost Maker cerca di capire chi sia il responsabile dell'uccisione di tutti i vecchi insegnanti suoi e di Batman. Si scopre che l'assassino è un ex compagno di Ghost-Maker di nome Phantom-One. Dopo aver rapito Clownhunter, Phantom-One rivela le sue origini: era il figlio di due criminali che proprio Ghost-Maker aveva ucciso durante una missione.
I nemici cinematografici di Batman, dal peggiore al migliore
Sentendosi responsabile di aver reso orfano il ragazzo, Ghost-Maker lo adotta ma lo tiene a distanza mentre lo addestra a diventare la sua nuova spalla. Alla fine, Phantom-One rimane coinvolto in un'esplosione mentre i due sono impegnati nella lotta al crimine. Piuttosto che aiutare la sua spalla, Ghost-Maker lo lascia morire per inseguire il criminale che stavano cercando.
Ed è proprio questo il motivo alla base della nascita della "No Kill Rule". Batman si rende conto che, anche per sbaglio, potrebbe creare altri orfani uccidendo i suoi avversari e quindi perpetuare il ciclo che lo ha portato a diventare il cavaliere oscuro. La regola è stata trasposta anche in live action e rispettata in The Batman di Matt Reeves, il film più rivisto del 2002 secondo Letterboxd.