Tra attacchi polemici, battute sarcastiche, incassi da capogiro e candidature all'Oscar non si placano le polemiche su American Sniper. Dopo le pesanti bocciature di Michael Moore e Seth Rogen, a favore della pellicola firmata da Clint Eastwood si leva una delle voci più reazionarie degli Stati Uniti. Si tratta dell'ex Governatore dell'Alaska Sarah Palin.
La Palin, repubblicana di ferro, ha pubblicato sulla sua pagina Facebook una tirata retorica a favore del film che suona così: "Dio benedica le nostre truppe, specialmente i nostri cecchini. Sinistroidi di Hollywood: mentre accarezzate i vostri trofei dorati di plastica che vi scambiate l'un l'altro sputando sulle tombe dei combattenti per la libertà che vi hanno permesso di fare ciò che fate, provate a capire che il resto dell'America è consapevole che non siete in grado di allacciarvi gli stivali di Chris Kyle. Possa l'epico American Sniper portare del bene a Taya e ai figli di questo eroe americano. Grazie Bradley Cooper e grazie Clint Eastwood per aver rispettato l'Esercito Americano".
Leggi anche: American Sniper: Michael Moore e Seth Rogen sparano a zero sul film
Chissà se l'ex governatore avrebbe apprezzato nello stesso modo la versione del film firmata da Steven Spielberg. Già, perché in pochi rammentano che American Sniper, in un primo tempo, era un progetto DreamWorks e avrebbe dovuto essere diretto da Spielberg. il regista si dedicò per un po' di tempo allo sviluppo dello script per poi passare la mano e concentrarsi su altri progetti. Ma in cosa sarebbe differito il film rispetto alla versione firmata da Eastwood? A spiegarcelo è lo sceneggiatore Jason Hall, il quale rivela che l'interesse primario dell'autore di Lincoln era concentrarsi sul duello a distanza tra Chris Kyle e la sua nemesi Mustafa, cecchino della controparte interpretato da Sammy Shiek. Come spiega Hall: "Spielberg voleva focalizzarsi più sul cecchino nemico nella sceneggiatura e sui suoi tentativi di uccidere Kyle... Era uno specchio di Chris dall'altro lato della guerra. Sarebbe stato un duello psicologico più che fisico. Questo aspetto del film è sepolto nella mia sceneggiatura, ma Steven lo avrebbe fatto emergere facendone il fulcro dell'opera."