Adam Driver ha svelato che non vede più i suoi film dopo aver detestato una sua interpretazione sullo schermo, quella in A proposito di Davis, dei fratelli Coen, e in particolare una scena dello stesso film.
A proposito di Davis è stato uno dei primi film importanti per Adam Driver, allora agli inizi di una carriera che si sarebbe poi rivelata luminosa e variegata. Ma come ha dichiarato di recente al The New Yorker, l'attore non riesce più a riguardare se stesso sul grande schermo dopo essersi rivisto per la prima volta proprio nel film di Joel e Ethan Coen.
Come ha spiegato durante l'intervista, è stata la visione di una scena in particolare di A proposito di Davis ad aver influenzato in seguito Adam Driver sul suo rapporto con il doversi rivedere mentre recita. Si tratta del momento in cui il suo personaggio, Al Cody, esegue un backup vocalico sulla canzone Please Mr. Kennedy insieme al protagonista Oscar Isaac e Justin Timberlake. Driver ammette di aver "odiato quel momento così tanto" da far voto di non voler guardare più il proprio lavoro. Sfortunatamente non ha potuto tener fede alla sua promessa quando ha avuto a che fare con la prima mondiale di Star Wars: Il risveglio della forza. L'attore è stato praticamente costretto a rimanere in sala sino alla fine compresa la scena clou in cui, nelle vesti di Kylo Ren, deve uccidere suo padre Han Solo. "Ho avuto i brividi, perché sapevo che quella scena stava per arrivare e il pubblico era tipo in iperventilazione quando poi sono arrivati i titoli. Mi sono sentito come se dovessi vomitare".
Attualmente Adam Driver sta avendo recensioni entusiastiche per Storia di un matrimonio di Noah Baumbach, presentato in concorso all'ultima Mostra del cinema di Venezia, che è nella nostra lista delle previsioni sugli Oscar 2020 come attore protagonista dopo quella ricevuta quest'anno da non protagonista per BlacKkKlansman di Spike Lee. Baumbach ha raccontato che sta ancora cercando di convincere Driver a vedere il film, mentre per quanto riguarda BlacKkKlansman, l'attore stesso ha ammesso di essere scappato dalla sala durante la premiere a Cannes e di essere tornato solo a proiezione finita. Quando il New Yorker ha chiesto i motivi di tale avversione a rivedersi, Steven Soderbergh, che lo ha diretto ne La truffa dei Logan, ha risposto: "Penso che sia giustamente preoccupato che possa prendere coscienza di se stesso in un modo tale da poter essere dannoso per la sua recitazione".