Toni Servillo mette le cose in chiaro su 5 è il numero perfetto, che è una graphic novel, non certo un fumetto. Quella, insomma, è letteratura, mica una striscia con Topolino e Paperino.
Così ha puntualizzato l'attore ai microfoni di La Repubblica durante la presentazione del film di Igort (qui la nostra recensione di 5 è il numero perfetto), passato ieri in anteprima al Festival di Venezia e in uscita oggi nelle sale di tutta Italia. Una dichiarazione abbastanza incredibile che sicuramente alimenterà non poco le discussioni in un Paese come il nostro dove con fatica si sta riuscendo finalmente ad affrancare il fumetto nella sua accezione più ampia, da genere considerato spesso dai più come una forma di intrattenimento di serie B a narrazione vera e propria, solida, che nulla ha da invidiare ad altre forme letterarie. Eppure le frasi di Toni Servillo, da questo punto di vista, sembrano essere rimaste ancora indietro con questa divisione pregiudizievole tra fumetto e graphic-novel, come se non si rendesse conto che, in fondo, sono la stessa cosa.
"Igort è uno straordinario autore di graphic-novel, un genere che si affranca dalla riduttività del fumetto e va verso una ambizione ormai conclamata di vera e propria letteratura e 5 è il numero perfetto appartiene a questo genere, per cui noi non abbiamo mai avuto la sensazione di dover passare dalla bidimensionalità alla tridimensionalità. - Così spiega l'attore de La grande bellezza che sottolinea che - Sia detto con il massimo rispetto: nessuno di noi ha pensato di fare Paperino e Topolino al cinema". E rimarca come sia stato lui a spingere Igort ad esordire alla regia: "Nella graphic-novel, Igort mostrava già nel disporre i personaggi sulla tavola da disegno un taglio di natura cinematografica e questa è la ragione per cui dal primo momento ho cercato di incoraggiarlo, e poi sarà il pubblico a dire se ho avuto ragione o meno, ad essere lui a passare dietro la cinepresa ed essere responsabile e autore del film".
5 è il numero perfetto è considerato uno dei capolavori del fumettista cagliaritano, un noir plumbeo ambientato nella Napoli degli anni Settanta che ha al centro un guappo della camorra ormai anziano e fuori dal giro, Peppino Lo Cicero, a cui presta il volto proprio Servillo che torna suo malgrado ad impugnare le armi per vendicare la morte del figlio. Ad affiancarlo ci saranno Totò 'O Macellaio (Carlo Buccirosso), amico e complice di sempre e Rita (Valeria Golino), il suo amore eterno.