Gli annunci e le notizie inerenti l'uscita della Snyder Cut, la versione originale da 214 minuti di Justice League concepita da Zack Snyder, si sono susseguiti a ritmo continuo in questi anni, per volontà del regista, di gran parte del cast e dei fan. Il rimaneggiamento dello script e le numerose modifiche fatte al film per volontà dei produttori, non salvarono il progetto dal diventare uno dei peggiori fiaschi cinematografici degli ultimi anni, superato solo da ]Suicide Squad. Ma qual'è stato il contributo di Snyder ai cinecomics? Ed in particolare quale valutazione è possibile fare del suo operato nei film sugli eroi della DC Comics?
Nel segno di Nolan
Quando nel 2009, fu scelto per dirigere il nuovo film su Superman, Zack Snyder era sicuramente uno dei registi maggiormente rispettati per abilità tecnica e capacità di portare sullo schermo graphic novels tra le più importanti e considerate di sempre. Ancora oggi i suoi Watchmen e 300, anche solo per ritmo ed estetica, sono sicuramente un punto di riferimento innegabile, così come Il regno di Ga'Hoole: la leggenda dei guardiani aveva affascinato parte della critica per l'atmosfera cupa e le bellezza visiva. Tuttavia, il fiasco registrato con Sucker Punch aveva dato modo a molti di sottolineare come il regista a volte si concentrasse davvero troppo sull'apparenza, sul creare degli enormi dipinti in movimento, senza curare l'iter narrativo.
A molti i suoi film sembravano vuoti, incredibilmente incostanti, a volte poco coerenti.
L'uomo d'acciaio ha rappresentato il primo passo di Snyder dentro il nuovo progetto della Warner, e spesso ci si dimentica come quel passo fosse frutto di una stretta collaborazione con Christopher Nolan (produttore del film) e David S. Goyer, già sceneggiatore de Il cavaliere oscuro.
Assieme a Snyder, decisero di creare una storia molto diversa da quella vista nei film precedenti, soprattutto in Superman Returns, un flop che rischiava di schiacciare anche il nuovo film.
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Un Superman con super-problemi
Alla fine ciò che il mondo ebbe fu un film sicuramente coraggioso, inedito per come mostrò il protagonista Kal-El, di cui riuscì a far risaltare l'umanità a dispetto del suo essere il Cristo dei fumetti, con tutti i pro e i contro del caso.
Il suo Clark Kent non era più l'alter ego debole e simulato, descritto per esempio nel famoso monologo immaginato da Tarantino in Kill Bill: Volume 2, ma era parte fondamentale del suo essere, la sua vera, iniziale personalità, il suo lato umano con cui si mostrava ad un mondo da cui si sentiva rifiutato.
Znyder ci donò quindi un Superman che solo nel roboante e maestoso finale scopriva la sua immane potenza, prima era divorato da dubbi, sensi di colpa, non sapeva chi era e soprattutto qual era il suo posto.
Henry Cavill raccolse in modo perfetto il testimone di Christopher Reeve, Michael Shannon fu un terrificante Zod, in un film dark, violento e maestoso, che cercava di ricollegarsi alle atmosfere delle trilogia di Nolan.
Una grande colonna sonora, un bellissima fotografia e regia, non riuscirono però a convincere del tutto critica e pubblico, che trovarono l'insieme talvolta squilibrato, per quanto potente ed evocativo, slegato da quell'ottimismo e dimensione solare che erano la prerogativa di Superman.
Ma non si può negare che il risultato in certi momenti fosse davvero epico...
Uomo contro Dio
Con il successivo Batman v Superman: Dawn of Justice, Snyder andò oltre, ruppe il già flebile equilibrio rispetto ai topoi del fumetto, si distaccò del tutto da ciò che faceva (e fa) la Marvel al cinema e (coerentemente al suo percorso di regista) si lanciò a tutta verso una rivoluzione.
Il suo legarsi in modo chiaro alla visione dell'eroe di Sofocle, concepito come essere solitario costretto dal fato a combattere eternamente, fino allo stremo delle sue forze, era senz'altro nobile ed originale, ma forse si sposava poco con ciò che Superman rappresentava nell'immaginario collettivo.
Anche il suo voler far morire (nel concept originale) diversi membri della Justice League nell'omonimo film, rappresenta un'altra connessione al concetto di eroe di Sofocle, dove solo la morte dona senso all'esistenza dell'eroe.
Certo, Ben Affleck fu un Batman possente e oscuro, sorprendente per efficacia e carisma, Superman fu approfondito, ma a discapito degli altri personaggi, su tutti Lois Laine (Amy Adams non convinse mai nel ruolo); tuttavia ciò che lasciò più costernati fu il Lex Luthor di Jesse Eisenberg.
Tanto erano virili, oscuri e interessanti gli eroi della DC, quando la nemesi (tra le più affascinanti della storia dei fumetti) apparve oggettivamente quasi una parodia, uno scherzo, e fu solo il primo di tanti errori commessi da Snyder e Goyer.
Nonostante l'esordio della Wonder Woman di Gal Gadot, il film perdeva il suo tono autoriale, la sua autenticità, nella seconda parte diventa un blockbuster accelerato e senza molto senso, antiestetico.
Il tutto fece emergere il lato più ipertrofico e vanaglorioso di Snyder, che con dialoghi abbastanza stantii e scelte narrative che si distaccavano troppo dall'originale cartaceo (le polemiche furono immense) distruggendo la coerenza dell'insieme, fu anche sferzato per cali di ritmo e confusione.
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Il disastro di Justice League
Molti fan non considerano Justice League un film di Zack Snyder. Anche molti membri del cast, se è per questo, hanno più volte chiarito che l'abbandono del regista (a causa della tragica morte della figlia) e l'arrivo di Josh Whedon, videro una vera e propria rivoluzione nel tono e nell'iter narrativo. Tuttavia di sicuro Justice League aveva problemi già prima, già con Snyder, che aveva ritenuto necessario riscrivere alcune scene, chiesto di girarne di aggiuntive negli studios di Londra e Los Angeles, con costi crescenti e smisurati, andando a cozzare con impegni lavorativi di membri del cast. I baffi di Cavill (sul set di Mission: Impossible - Fallout doveva averli per forza), tagliati al digitale in modo grossolano sono ancora oggi una delle peggiori gaffe di sempre. Ma più di tutto, quello che emerse fu la malcelata volontà da parte delle Warner di togliere a Snyder il progetto, cosa che fece approfittando del suo lutto familiare, in seguito al quale il CEO della Warner Kevin Tsujihara ottenne di avere non più due film da far uscire in due annate diverse, ma solo un film da tenere per giunta sotto le due ore. Charles Roven (produttore di Justice League) garantì che Whedon (che già collaborava con Snyder per il film) avrebbe mantenuto "l'80-85% del progetto originale", ma la realtà è che l'insieme fu pesantemente sconvolto, rimaneggiato, per assomigliare di più ad un film Marvel. O almeno questa era l'idea. Perché in realtà dal punto di vista visivo (la fotografia rossastra ancora oggi stupisce per bruttezza) e del tono generale, Justice League era un guazzabuglio confuso, incostante, che come villain aveva il ben poco memorabile SteppenWolf, e a conti fatti più che un solo film, sembrava più film cuciti assieme per sbaglio. La versione iniziale di Snyder fu giudicata "inguardabile" dai produttori, ma quella che loro approvarono davvero non piacque a nessuno. L'umorismo non funzionava, le scene d'azione non funzionavano, i dialoghi erano poverissimi e l'atmosfera davvero stantia... tutti problemi che di certo avrebbero potuto essere arginati se si fosse ritardata l'uscita per permettere a Whedon e Snyder ("licenziato" anche dalla fase di post-produzione) di lavorarci. Ma i produttori esecutivi decisero di andare dritti per la loro strada, anche per non perdere i bonus previsti da un'uscita precedente alla fusione della Warner con la AT&T.
Bilancio finale
Dopo il disastro di Justice League, Snyder è stato messo in un angolo, la sua carriera ha subito un brusco stop.
Regista dotato di grande energia, personalità e talento, coraggioso (ha lanciato il girl-power con Sucker Punch anni prima e in modo molto più intelligente del MCU) ha però insistito troppo con il proprio punto di vista, senza curarsi del materiale che aveva per le mani, della coerenza rispetto alle fonti.
In generale il tono insistentemente dark non è piaciuto ad un pubblico che al cinema, oggi, da film del genere si aspetta divertimento e ritmo, sentimento, non riflessioni o complicate metafore.
Zack Snyder rappresenta una grande occasione persa per il mondo dei cinecomics, il suo talento se supportato da una solida sceneggiatura poteva dare risultati importanti.
Ad oggi, possiamo dire che l'aver accelerato troppo i tempi narrativi della saga (un film collettivo dopo soli tre film era davvero troppo) e l'eccessiva complessità da lui concepita, sono stati errori fatali.
Ben altro il successo raggiunto da James Wan con il suo Aquaman, così come con il Wonder Woman di Patty Jenkins, loro sì capaci di proporre qualcosa di alternativo alla Marvel, rimediando ad orrori come Justice League e soprattutto Suicide Squad.
Snyder nel film di Wan ed in quello dedicato all'Amazzone guerriera è rimasto come produttore, e chissà che non sia forse la posizione dove può dare il maggior contributo. Ma dovremo aspettare Wonder Woman 1984 per averne conferma.
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