Una famiglia poco ordinaria
Dopo il successo ottenuto con il lungometraggio Rushmore, il regista Wes Anderson torna alla ribalta firmando questa singolare commedia sopra le righe e si conferma giovane talento del cinema americano.
Il film è ambientato in una imperdibile New York, che non viene mai nominata ed è assolutamente irriconoscibile: non meritano inquadrature i soliti grattacieli, gli scorci da cartolina o le strade alla moda trafficatissime ed egocentriche, ma lo sguardo del regista ci regala un insolito susseguirsi di case a mattoncini e taxi sgualciti, ambienti vissuti e un bel po' fuori dal tempo, ideali per narrare le vicende di un gruppo familiare allo sbando, che si va ricomponendo a fatica sotto i nostri occhi.
Mr. Tenenbaum, con il suo atteggiamento grottesco, rappresenta il motore della storia. Royal, un Gene Hackman in splendida forma, è un personaggio sgradevole, meschino, cinico ed egoista, giustamente inviso ai figli, cercherà, a modo suo, di farsi perdonare e di certo riuscirà ad attirare inconsapevolmente le simpatie del pubblico grazie alla sua irriverenza e ad un invidiabile spirito goliardico.
Ehteline, interpretata da Anjelica Huston, al contrario del marito, rappresenta la solidità familiare, è una donna molto posata, concreta e risoluta che ha trovato il suo equilibrio dedicandosi ai figli e poi al lavoro. Etheline, come del resto tutti i personaggi di questo film, si caratterizza per un abbigliamento particolare fatto di completi color pastello e matite per fermacapelli, dal punto di vista psicologico raramente perde la calma, a tratti appare malinconica spesso è fin troppo distaccata, in tutti i modi incarna perfettamente il personaggio più forte della storia, la mamma a cui ricorrere in caso d'aiuto e che trova sempre il modo più semplice per risolvere i problemi.
I tre figli: Chas (Ben Stiller), Richie (Luke Wilson) e l'adottiva Margot (Gwyneth Paltrow), sono individui molto diversi tra loro, accomunati dal genio giovanile, dal rapporto difficile col capofamiglia, dalla depressione che li rende fragili, stralunati e chiusi ognuno nel proprio mondo fatto di solitudine, rimpianti e incomunicabilità. Salta agli occhi la sottile ironia che caratterizza i loro dialoghi e il comune disinteresse verso il mondo circostante che rende queste figure impenetrabili, disilluse e ripiegate in se stesse.
Altri personaggi, comprimari curiosi e divertenti, animano la vicenda e subiscono il fascino autodistruttivo dei Tenenbaum. Eli (Owen Wilson) è un vicino di casa, compagno di giochi di Margot e Richie, vive sperando di poter essere considerato uno di famiglia per questo, da adulto, cerca di affermarsi come scrittore geniale e sregolato, veste sempre come un cow-boy e fugge la realtà facendo abbondante uso di allucinogeni.
Pagoda, il maggiordomo indiano, sornione e complice dei misfatti di Royal è un'altra macchietta ben riuscita come anche quella del professor Raleigh (Bill Murray), antropologo e paziente marito di Margot, capace di rimanerle accanto anche dopo aver scoperto gli innumerevoli tradimenti perpetrati dalla moglie; infine bisogna segnalare la figura del saggio commercialista Henry (Danny Glover) che romperà le uova nel paniere al vecchio Royal e di conseguenza fungerà da elemento chiave in grado di ricompattare il nucleo familiare.
I problemi che attanagliano la famiglia Tenenbaum sono seri e spesso il racconto potrebbe sconfinare nel drammatico se non fosse per il tono della narrazione pacato e tranquillo di chi sa che, bene o male, le cose si risolveranno e quindi può concederesi quel tanto d'ironia e di irriverenza che incuriosiscono, divertono e rendono complice lo spettatore di questa assurda, ma per molti versi realistica, vicenda.
Un elemento di grande interesse è la messa in scena, le trovate visive sorprendono il pubblico in ogni fotogramma, ma non sono troppo invasive e non distraggono più di tanto dal racconto. Tutto è organizzato in maniera dettagliata, l'ambientazione rispecchia fedelmente i caratteri dei personaggi, la loro confusione e la tristezza che li avvolge, così prestando attenzione agli oggetti d'arredamento, ai vestiti e al trucco dei protagonisti si viene catapultati nel loro mondo ed è più facile sentirli vicini e familiari. Lo stile vintage, i colori smorzati, le azzeccate scelte musicali, creano un'atmosfera straniante, fuori dal tempo, perché tutto rimane congelato, passato e presente si fondono ed il risultato è una commedia dolce-amara davvero suggestiva.
Di certo questo film sarà apprezzato da quel pubblico che riesce ad affrontare, con una massiccia dose d'ironia, problematiche familiari e sentimentali in cui s'intravedono rimandi letterari e cinematografici che strizzano l'occhio a Scott Fitzgerald, Salinger, Truffaut, Malle, Scorsese, Welles e Renoir, senza mai scadere nel già visto, bensì creando un linguaggio cinematografico libero dai soliti schemi e molto originale.