Primo agosto, insieme alle ferie, sono arrivati anche i dati definitivi che hanno chiuso la stagione cinematografica 2022/2023. Un anno di uscite (forse troppe?), un anno che, dopo la crisi da restrizioni Covid, sembra aver rialzato la testa, dando segni di ritrovata partecipazione. Anche perché, a giudicare dalla top 10 del box office italiano, che va dal 1° agosto 2022 al 31 luglio 2023, c'è ben poco spazio per le sorprese, e tutti film - ad esclusione dell'unico titolo italiano - fanno parte di saghe, di franchise, di grandi marchi.
Un insieme che sottolinea l'attuale natura delle cose: oggi il pubblico italiano va al cinema quando c'è l'evento che catalizza l'attenzione. La tanto sottolineata esperienza cinematografica, quella che sbaraglia la programmazione e rende inutile qualsiasi tipo di concorrenza, sbilanciando (di molto) la stessa percezione che può avere lo spettatore nei confronti della sala.
Se il finale di stagione rafforza un segno più dal punto di vista degli incassi, rispetto al pessimo biennio precedente, lo si deve quasi soprattutto ai primi tre film classificati: Avatar - La via dell'acqua di James Cameron, uscito a Natale 2022, ha incassato 44,7 milioni di euro. Una cifra importante visto le mutate abitudini della platea, tanto da piazzarsi al sesto poso tra i film più visti di sempre in Italia.
La prima novità, pur legata ad un marchio, è al secondo posto: Super Mario Bros - Il film è stato il titolo di primavera, registrando in pochissimi giorni ben 20,3 milioni di euro d'incasso. Un film che ha portato al cinema grandi e piccoli, com'è stato per il fenomeno dell'anno: Barbie (qui le opinioni della redazione). Il film di Greta Gerwig ha tinto di rosa il pubblico, piazzandosi al secondo posto con 19,18 milioni di euro. Ha sfiorato Super Mario nel box office di stagione, senza dubbio lo supererà nel botteghino annuale.
Fast X, la Marvel e poca Italia
Se le prime tre posizioni comprendono due titoli originali, pur legati ad una marcata riconoscibilità (sia Barbie che Super Mario Bros fanno parte dei nostri ricordi, e i ricordi sono il palliativo perfetto per i tempi scuri che viviamo), dalla quarta piazza in giù, esclusa la produzione italiana, ci sono solo film legati alle saghe. Ben sei film sono sequel o remake live action. Al quarto posto c'è Minions 2 - Come Gru diventa cattivissimo, che ha incassato 14,7 milioni. Al quinto ecco La Sirenetta, che ha sfiorato i 12 milioni di euro (senza l'arrivo certo su Disney+ avrebbe fatto di più? Chissà...), seguito dagli 11,8 milioni di euro di Fast X.
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Una curiosità: se l'universo Marvel era una garanzia fino ad una manciata di anni fa, questa volta il primo film dell'MCU è "solo" settimo: Guardiani della Galassia Vol. 3 di James Gunn ha incassato 10,9 milioni, invece Black Panther - Wakanda Forever, ottavo, solo 8,4. Un calo drastico, dovuto a diversi fattori: l'arrivo dei film su Disney+, il sensibile cambio di rotta, la qualità altalenante della Fase 4 (escludendo l'ottimo Guardiani della Galassia Vol. 3) o una saturazione del genere? Senza dubbio, possiamo parlare di saturazione rispetto alle produzioni italiane: nel 2022 sono stati distribuiti 251 film di produzione o coproduzione italiana, solo uno (!) è riuscito ad entrare nella top 10 di stagione: Il grande giorno con Aldo, Giovanni & Giacomo, che ha incassato 7,2 milioni di euro. A chiudere il giro, ecco Creed III: l'esordio alla regia di Michael B. Jordan ha segnato al botteghino 6,8 milioni.
L'ombra dello sciopero di Hollywood
Come scritto all'inizio, la top 10 del box office di stagione è un preciso termometro che segna la temperatura della nostra industria. Il caso delle produzioni italiane, poi, è sintomatico: il pubblico, a meno di eccezioni (rappresentate dal fattore "autore", come nel caso di Nanni Moretti, di Roberto Andò, o dal fattore "star", come Le otto montagne con Alessandro Borghi e Luca Marinelli), e di discreti risultati, opta raramente per i titoli nostrani, che invece sembrano aver molto più riscontro in streaming. Il motivo? La sala post-Covid, nell'immaginario italiano, è elitaria della suddetta esperienza, segnata da tre o quattro titoli forti. Una visione in parte fuorviante, perché l'esperienza cinematografica - e lo ricordiamo spesso - non è solo Avatar 2, bensì ogni racconto che merita di essere trasportato sul grande schermo. Un'altra riflessione, non scontata, riguarda i gregari: potrebbero entrare nella classifica annuale, ma a sorpresa sono stati tagliati fuori dalla top 10 2022/2023. Due titoli in particolare hanno fatto rumore: Indiana Jones e il quadrante del destino, che viaggia intorno ai 6 milioni di euro, piazzandosi appena tredicesimo nella top degli incassi mondiali, e il mediocre incasso - viste le aspettative - di Mission: Impossible - Dead Reckoning - Parte Uno, con appena 4 milioni.
Sciopero attori: perché a Hollywood si protesta
Tra vincitori e sconfitti, però, aleggia un'ombra ingombrante. Se gli incassi si sono faticosamente risollevati (anche a livello mondiale), assestandosi in una dimensione non eccellente ma comunque accettabile, lo sciopero degli attori sta seriamente sconquassando la pace ritrovata, portando Hollywood in una crisi di nervi che, a catena, minaccia le grandi uscite autunnali, invernali e, addirittura, primaverili come nel caso di Spider-Man: Beyond the Spider-Verse (rinviato a data da destinarsi). I primi a farne le spese Kraven - Il cacciatore, spostato ad agosto 2024, Povere Creature!, slittato da settembre a dicembre, e Challengers di Luca Guadagnino, che manca clamorosamente l'apertura di Venezia 80 con release slittata ad aprile 2024. Un effetto domino teoricamente uguale - se non peggiore - a quello affrontato dalle sale durante le chiusure/restrizioni sanitarie. Con una differenza sostanziale: due implosioni del genere, a distanza di pochi mesi, potrebbero non essere sostenute dagli esercenti italiani, nonché globali.